PARCO NATURALE REGIONALE DELLA LESSINIA - VENETO

MARANO DI VALPOLICELLA

 

LESSINIA. Nato dall’imposizione politica dei vertici regionali più che dall’esigenza della base, ora può raccogliere i frutti di due decenni di lavoro

Il Parco naturale compie vent’anni
Vittorio Zambaldo
La Comunità montana che lo gestisce punta a razionalizzare i costi e a valorizzare le risorse e i molti progetti anche attraverso il sito internet
DIEGO LONARDONI

Sabato 30 Gennaio 2010 PROVINCIA, pagina 26 e-mail print

Compie oggi vent’anni il Parco naturale regionale della Lessinia. Uscito da un’infanzia travagliata, come figlio non voluto perché la sua nascita era stata imposta dai vertici politici regionali più che da un’esigenza sentita dalla base, ha attraversato gli anni dell’adolescenza con entusiasmi e delusioni. Oggi si avvia a una maturità in cui fa tesoro dell’esperienza, è cresciuto anche nell’autostima e nella considerazione degli altri e dovrebbe finalmente raccogliere i frutti di due decenni di lavoro.
Tenuto a battesimo da subito dalla Comunità montana della Lessinia, che ne è ancora l’ente gestore, il Parco è l’unico del Veneto a non avere ancora una sua autonomia gestionale anche se pareva, nei mesi di cancellazione delle Comunità montane, che la Regione volesse accelerare i tempi per la costituzione di un ente autonomo. «Sarebbe giusto da un lato e che fossero i Comuni di riferimento ad averne la gestione, ma dall’altro dobbiamo considerare che anche per il 2010 la Comunità montana riesce a far quadrare il bilancio con i fondi del Parco», ammette Claudio Melotti, che di entrambe le entità è presidente. «Per il momento si continua così ma non sarebbe giusto perché le risorse del Parco andrebbero investite nel Parco», riconosce.
«Bisogna anche ammettere che è stato un grande merito della Comunità far accettare alla popolazione il Parco, con un’opera intelligente di mitigazione dei contrasti», aggiunge Diego Lonardoni, cresciuto assieme al Parco nel suo impegno professionale e che dal luglio 2006 ne è diventato direttore, incarico scaduto lo scorso fine dicembre ma per il quale il presidente Melotti ha già anticipato che presenterà la richiesta di rinnovo al primo consiglio comunitario utile.
L’obiettivo primario in termini di bilancio del neopresidente è la razionalizzazione dei costi: «Abbiamo già eliminato delle spese, adesso puntiamo a valorizzare le risorse umane e professionali che abbiamo e a far conoscere la mole di lavoro che si fa. Dal prossimo mese chiunque potrà accedere al sito del Parco (www.lessiniapark.it) e prendere visione delle delibere e dei progetti per capire che qui non si sta scaldando la sedia», promette Melotti.
La relazione annuale del direttore Lonardoni elenca i servizi e gli interventi dell’area Parco e cultura di cui ha responsabilità: dalla gestione museale (otto musei in rete, alcuni di proprietà, altri in comodato) all’area floro faunistica di Malga Decoron, con il centro di recupero della fauna selvatica; dal finanziamento della campagna di scavo della Grotta di Fumane, alla redazione dei piani di gestione delle Zone di protezione speciale.
Nel corso del 2009 ci sono stati 284mila euro di investimenti che hanno interessato il recupero di fontane storiche, una nuova carta del Parco, interventi sulle pozze d’alpeggio; miglioramento della fruibilità turistica del sistema educativo e didattico e per la riqualificazione ambientale, nonché il restauro della segnaletica.
«In ogni area dove è stato possibile abbiamo garantito un intervento e il proposito è che come è successo a Bocca di Selva, con la trasformazione della malga in rifugio, nessuno capiti in un’area senza un preciso punto di riferimento: sarà così anche per il Corno d’Aquilio e per la Montagna Lobbia, ai due estremi occidentale e orientale del Parco», assicura il direttore, ricordando anche l’importante compito culturale dell’ente attraverso le manifestazioni estive di «Voci e Luci» e del Film Festival della Lessinia, nonché il sostegno allo sport attraverso il contributo alla gestione delle piste di fondo della Translessinia.
Per il futuro, il presidente Melotti intende proporre la revisione del piano ambientale e ha già convocato a metà febbraio la conferenza dei sindaci e per la settimana dopo il Comitato tecnico scientifico del Parco: «Riprenderemo in mano le norme con più convinzione per intervenire, senza stravolgere lo spirito dell’area protetta, puntando l’attenzione su quelle che devono essere chiarite e ammodernate», anticipa Melotti.