SAN MARCO  

MARANO DI VALPOLICELLA

     

Il lato settentrionale presenta il barbacane di rinforzo, addossato alla parete in occasione dell’erezione dell’altare laterale, quindi la cappelletta a pianta semicircolare, costruita tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento a contenere proprio il detto altare, e quindi un brano della originaria muratura. Il lato meridionale è rimasto invece fondamentalmente integro e su questo compaiono un secondo ingresso, pure rettangolare, e due finestrelle in stile gotico, forse venute a sovrapporsi alle primitive monofore. Sullo stesso una sorta di rudimentale tettoia in pietra copre un affresco assai deteriorato della metà del XV secolo e raffigurante la Crocifissione; quindi, murato, un frammento lapideo d’età romana con voto a Giove

Il coro attuale, dovuto a una ristrutturazione tra fine Cinquecento e inizio Seicento dopo l’abbattimento dell’abside romanica che doveva avere pianta semicircolare, è quadrangolare e sul suo lato meridionale si trovano un ulteriore ingresso, probabilmente ricavato nel primo Settecento (SALA 1996, 40), che porta in sacrestia e una finestra rettangolare con inferriata e cornici in tufo sempre della stessa epoca. Sul lato settentrionale svetta la fiera torre campanaria, in parte inclusa nello stesso edificio chiesastico: bell’esempio di campanile romanico pur nelle evidenti manipolazioni che ne hanno in parte modificato l’aspetto quali la cuspide piramidale e le due ampie monofore con arco a sesto ribassato che s’alternano alle originarie eleganti bifore.

 

L'interno della Chiesetta

 

 

L’interno presenta un’unica navatella, interrotta a settentrione dalla cappelletta edificata sul finire del XVI secolo a contenere l’altare dedicato a San Marco, terminante nel coro, cui introduce un arco trionfale a tutto sesto, limitato a nord dalla base del campanile. Questo è ripartito all’incirca nel mezzo dal complesso dell’altare settecentesco, che funge quindi anche da elemento divisorio fra il presbiterio e la sacrestia. Su tutte le pareti infine tracce anche consistenti di pitture a fresco del XIV secolo, in particolare sul riquadro raffigurante Santa Caterina d’Alessandria e la Madonna della Misericordia è leggibile in seguito ai recenti restauri la data M[CC]CLXXXVII e un minuscolo frammento d’epoca anteriore, riconducibile forse agli originari affreschi romanici ora cancellati dal tempo e dall’incuria o celati da successive pitture.

 

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