MARANO. Continuano le escursioni con il Cai e le associazioni
ambientaliste sui luoghi a rischio della nostra montagna
Nel parco che diventerà cemento
La visita guidata a Marezzane, l’oasi naturale minacciata che la
Comunità della Lessinia vuole difendere dagli scavi
e-mail print Venerdì 28 Giugno 2002 PROVINCIA, pagina 25
Marano. Un paesaggio stupendo e in certi aspetti lussureggiante quello
che si è potuto ammirare sul rinnovato sentiero che porta fino all’oasi
di Marezzane. Attraverso boschi, prati, ciliegi e vigne, il sentiero si
snoda a riscoprire cascinali, fontane, torrenti, un’antica giassara di
pietra, testimonianze dell’opera dell’uomo senza deturpare l’ambiente,
una vegetazione antica e intatta. Una quarantina di persone, molte delle
quali anziani e bambini, si sono presa la briga con un caldo infernale
di camminare per circa tre ore e mezza, «18mila passi di camminata» ha
contato qualcuno, nell’escursione che si inserisce tra le manifestazioni
per il 2002, dichiarato dall’Onu anno internazionale della montagna, e
organizzate dalle Comunità montane del Baldo e della Lessinia, dal Club
alpino italiano, dal Centro turistico giovanile, da Italia Nostra,
Legambiente, Wwf (Fondo mondiale per la natura), Lipu (Lega italiana
protezione uccelli), Lessinia Viva e Associazione Valpolicella 2000.
Scopo delle uscite programmate è di far conoscere, apprezzare,
valorizzare e difendere la nostra montagna. Marezzane è minacciata dal
cementificio di Fumane, che vorrebbe scavare anche qui, cancellando
quest’angolo di natura tra altopiano e Valpolicella, nonostante la
protesta del Parco regionale della Lessinia (la Comunità montana ha
presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale).
Dopo una salita di circa 20 minuti, che alcuni hanno fatto in pulmino,
il sentiero, per l’ccasione completamente segnalato con nuove tabelle,
giunge sul Monte Noroni, poi si inoltra nel boschetto che il Monte La
Mare, scende e costeggia località Fredde per giungere a Baiaghe di sotto
e Girotto. Partendo dalla malga, sul costone che separa Rio Baiaghe
dalla Val Sorda detto Porcasola, scende attraverso il Rio Baiaghe nei
pressi del vajo Rosso; poi sale dolcemente nel boschetto che porta fino
a Massarin di sopra e prosegue per Massarin di sotto, Tezze, Longuri e
San Rocco.
Il paesaggio evidenzia il congiungimento tra la Valpolicella e la
Lessinia e rappresenta il naturale proseguimento con il Parco delle
cascate di Molina; questa fetta del Comune di Marano rientra nel Parco
regionale della Lessinia, si estende a ovest dell’abitato di san Rocco
fino alla Valle dei Progni. La collina di Marezzane occupa la posizione
centrale di questo territorio: un ambiente che testimonia la presenza
dell’uomo fin dalla preistoria e nel contempo un naturale giardino
botanico. Proprio in questa zona, destinata a essere cancellata dalle
ruspe, i naturalisti continuano a fare scoperte tra fauna e flora; sono
stati ritrovati esemplari unici di splendide orchidee delle varietà
Epipactis Microphhylla e Orchis Papilionacea, prima date per estinte in
area prealpina: resteranno solo nelle fotografie? Il sentiero, su cui si
trovano ben tre sorgenti naturali, è ben segnato e proprio questo è
stato molto apprezzato dai visitatori; può essere percorso sia a piedi
che in bicicletta.
Il pomeriggio si è concluso con la partecipazione alla festa della
ciliegia nel mercato cerasicolo di Marano, che proprio negli ultimi anni
sta ottenendo riconoscimento per la qualità; una produzione che vanta
come prima pubblicità, al pari di quella vitivinicola, proprio il
rispetto dell’ambiente naturale.
Giancarla Gallo
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