L'ARENA  del 07 gennaio 2003

       

FUMANE. Il materiale d’origine animale, scartato dai mangimifici dopo il morbo della mucca pazza, sarà smaltito nei forni
Un patto per le farine da bruciare

Accordo tra cementificio e Comune per i controlli contro l’inquinamento

giornale e-mail print Martedì 07 Gennaio 2003 PROVINCIA, pagina 24

Fumane. Accordo raggiunto tra Comune e cementificio per lo smaltimento nei forni dello stabilimento di farine animali, prodotto di origine organica un tempo usato dai mangimifici ma ora proibito per l’alimentazione del bestiame, perché sospettato di essere all’origine del morbo di mucca pazza e destinato all’incenerimento dalla legge 9 marzo 2001, numero 49.
In fin dei conti, tra tutti i 41 tipi diversi di materiali che un cementificio è autorizzato a bruciare, forse la combustione di farine animali, essendo regolarizzata da leggi, è quella più sicura. Sono stati resi pubblici nel corso del Consiglio comunale i primi passi compiuti dalla commissione istituita appositamente per valutare i pericoli della combustione di farine animali nello stabilimento Cementirossi di Fumane.
La commissione, composta dal sindaco, Fernando Cottini, dall’assessore all’ambiente, Mirco Frapporti, dai rappresentanti dei gruppi di maggioranza e minoranza, dal rappresentante per la sicurezza dei lavoratori nell’ambito del cementificio, dal rappresentante di Legambiente, della Provincia e della Regione, ha cominciato ad operare il 22 maggio scorso e alla fine dei lavori ha inviato una lettera al cementificio, dove sono stati sottolineati alcuni aspetti. «La ditta dovrà trasmettere annualmente al Comune, all’Arpav (Agenzia regionale per la protezione ambientale del Veneto) e alla Provincia una relazione su combustibili utilizzati, livelli di inquinamento misurati e funzionalità della strumentazione», spiega il sindaco Fernando Cottini. «Abbiamo chiesto inoltre che venga definita con l’Arpav una diversa modalità di gestione e manutenzione della centralina fissa, già ora collegata via modem con l’Arpav».
L’azienda ha risposto in maniera positiva e ha predisposto una serie di strumenti per misurazioni, che sono già in atto; una volta terminato il periodo di misurazioni, dovranno essere concordati sia con l’amministrazione provinciale che con la stessa Arpav i dati e i tipi di misurazioni. Si dovrà, inoltre, adeguare anche la centralina esistente per il controllo delle emissioni e solo allora si potrà iniziare l’attività di smaltimento.
«La nostra sensazione», continua ancora il primo cittadino, «è che, se le operazioni verranno eseguite come prevede la legge e se le misurazioni saranno precise, non dovrebbero esserci pericoli e potremmo avere a disposizione altre misurazioni per maggior tranquillità. Le farine verranno trasportate su camion in contenitori a tenuta stagna, in quantità di non più di due container al giorno; verranno messe in sili con condotta in depressione, quindi senza alcun contatto con persone o con l’ambiente. Dai sili, poi, verranno iniettate per mezzo di una condotta direttamente al centro del forno, alla temperatura di 1.100 gradi. Questa tecnologia molto attenta è in grado di dare le massime garanzie sia per chi opera a diretto contatto sia per l’ambiente esterno».
Del cementificio, per l’impatto ambientale degli scavi, si è parlato anche nell’assemblea della sezione valpolicella del Wwf (Fondo mondiale per la natura), svoltasi nella baita alpini di marano . «Dopo tanta rovina del territorio, adesso occorre un’azione di rispetto, di sviluppo e coinvolgimento», ha detto il presidente del Wwf valpolicella, Ennio Agrezzi. Ha partecipato all’incontro anche l’associazione valpolicella 2000, portavoce Daniele Todesco, che si batte per la salvezza di Marezzane, oasi naturalistica alle porte del Parco regionale della Lessinia, che rischia di essere distrutta dai futuri scavi del cementificio.
Una folta rappresentanza dalla Lessinia, tra cui anche gli scout del gruppo Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani) ha partecipato alla marcia del 22 dicembre scorso a Velo, in cui 2.500 persone hanno chiesto che le cave non distruggano gli ultimi angoli di paesaggio intatto nella Lessinia. Il Wwf valpolicella, appoggiando l’iniziativa, sottolinea che l’interesse generale della valpolicella è «nella tutela e promozione dell’ambiente, come si è fatto di recente con l’aperturta dell’ufficio turistico a San Pietro, e non da interventi innompatibili con la difesa del territorio, né con la sua vocazione vinicola di prestigio».
Il Wwf si propone di aprire una serie di sentieri con adeguata segnalazione sulle colline valpolicellesi e nella fascia pedemontana, in collaborazione con l’università della terza età e il Cai d’argento, «per attirare un turismo attento al territorio». Ennio Agrezzi ha segnalato, tra le peculiarità della zona, le numerose e rarissime orchidee, che è possibile trovare proprio a Marezzane, la futura area di scavo del cementificio, dove nell’anno delle montagne è già stato inaugurato un percorso naturalistico.
Giancarla Gallo