FUMANE. L’associazione valpolicella 2000 ha depositato un documento
critico con le richieste di espansione della ditta
Cementificio sotto osservazione
Si va in commissione forestale
giornale e-mail print Sabato 24 Luglio 2004 PROVINCIA, pagina 25
Fumane. Sono state presentate giovedì le osservazioni da parte
dell’associazione valpolicella 2000 al Servizio forestale regionale di
Verona in merito alla domanda dell’Industria Cementi Rossi riguardante
la concessione mineraria nei comuni di marano di valpolicella e Fumane,
sia alla variante del primo lotto che al progetto del secondo lotto. La
concessione mineraria in possesso del cementificio è della durata di 25
anni e ora la ditta chiede altre autorizzazioni da parte della Forestale
a procedere con gli scavi, in quanto la zona in questione è vincolata
dal punto di vista idrogeologico e forestale.
«La ditta si era impegnata a procedere per lotti, esaurito uno se ne
apriva un altro, senza tenere aperti più cantieri contemporaneamente e
con l’obbligo della ricomposizione ambientale», spiega il dottor Daniele
Todesco, presidente dell’associazione, che da anni osserva con
apprensione l’avanzamento del fronte degli scavi del cementificio che
stanno distruggendo boschi, fonti, sentieri, vigneti e manufatti anche
antichi; «Ora la ditta, nel mese di giugno, ha fatto richiesta di
autorizzazione per un secondo lotto, progetto che verrà analizzato
martedì prossimo. Come associazione siamo preoccupati da questo progetto
per diversi motivi. Innanzitutto la ditta chiede di spostarsi a Salto
Giarola, perché a Ziviane stanno finendo e a Barbiaghe dicono di non
avere la piena disponibilità dei terreni. Affermazione, questa, che non
viene documentata da una cartografia necessaria. Neppure a Salto Giarola,
secondo noi, hanno la disponibilità dei terreni». «Questo», prosegue
Todesco, «vuol dire che verrebbero aperti simultaneamente tutti i
cantieri, contraddicendo ciò che avevano detto di fare. Inoltre stanno
procedendo con l’ammodernamento della cementeria e di tutto il sistema
di escavazione, con la costruzione di fabbricati dentro la miniera e
questa è una novità assoluta, mai anticipata prima».
«Sono previsti due grossi fabbricati, un frantumatore e un deposito di
più di 80 metri e questo rivoluzionerà tutto l’aspetto produttivo. Si
stanno sottraendo alla valutazione di impatto ambientale», prosegue il
presidente dell’associazione valpolicella 2000, Daniele Todesco, «con
modalità subdole, nascondendosi dietro un parere corretto di un
funzionario della Provincia, ma falsificando la realtà. Hanno aumentato
di più del 25 per cento la produttività con grosso impatto ambientale,
perché stravolgono le aree e l’utilizzo dei territori, in quanto questi
cambiamenti modificano completamente la morfologia del territorio. Basti
pensare che si riducono del 60 per cento i bacini idrici, cioè i
laghetti che avevano intenzione di realizzare secondo il progetto
iniziale e che vantavano come elemento strategico di equilibrio
ambientale».
«Inoltre», prosegue Todesco nell’elenco delle osservazioni presentate
alla Forestale, «verrà aumentata la viabilità interna di camion. Per
ottenere tutte queste autorizzazioni stanno spezzettando le richieste. A
ben guardare, il motivo di questo è che si stanno preparando la strada
per andare a Marezzane, l’oasi protetta che da tempo stanno cercando di
prendersi. La concessione mineraria proibisce qualsiasi attività di
escavazione a Marezzane senza la presentazione di una specifica
autorizzazione, in quanto zona delicata da un punto di vista
idrogeologico. Non c’è nessuna giustificazione a fare queste richieste e
questi lavori».
Per la prima volta in questo progetto la ditta parla dei problemi di
polvere e rumori, di cui si sono sempre lamentati i residenti. «Questo
serve per giustificare gli interventi di stoccaggio e triturazione che
hanno intenzione di fare», continua Todesco, «si parla per la prima
volta anche dei muretti a secco; ne hanno abbattuti per chilometri,
rovinando la vocazione naturale della zona viticola. La nostra
associazione chiede una mappatura delle marogne precedentemente vitate.
Comunque la cosa più sorprendente è che nessuno sa nulla di ciò che
succede. Loro procedono stravolgendo tutto, senza che venga informata la
gente che abita nei territori. Abbiamo saputo per caso di questi
progetti, all’ultimo minuto, guardando all’Albo Pretorio. Anche il Parco
della Lessinia è in preallarme, per l’accelerazione degli scavi, per i
vai, per la strada di servizio».
Giancarla Gallo
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