L’ARENA giovedì 01 marzo 2007 provincia pag. 27


FUMANE. L’associazione di tutela dell’ambiente ha stilato un documento sull’inquinamento di acque e terra che sollecita risposte precise

Nuovo allarme di Valpolicella 2000

Denuncia al Corpo Forestale, alla Provincia e all’Arpav: Cementirossi nel mirino
Fumane. Non si sono ancora spenti gli echi dell'assemblea pubblica del 2 febbraio, che l’Associazione Valpolicella 2000, spina nel fianco della Cementirossi, scaglia un’altra pietra. E continua nella sua richiesta di controlli severi, da parte degli organi preposti, nei confronti del Cementificio con sede a Fumane.
Il 19 febbraio scorso l’associazione ha inviato al Corpo Forestale dello Stato, al settore Ecologia della Provincia di Verona e all’Arpav una segnalazione di possibile «inquinamento di terra ed acqua» da parte del cementifico, articolata in diversi punti. La richiesta di controlli da parte dell’associazione, che sta rendendo la vita difficile all’azienda, riguarda il tratto del progno che delimita a sud est parte della fabbrica e che confluisce nel Progno di Fumane, appena a Sud del cementificio.
«Tale corso», si legge testualmente nella segnalazione, «è completamente pieno di melma, alta anche oltre mezzo metro, la cui provenienza è riconducibile solo minimamente ai cantieri a monte. Si evidenziano infatti numerosi versamenti nell’acqua del progno da un tubo proveniente direttamente dal piazzale della cementeria».
«Su tale piazzale», si spiega nel documento, «vengono depositati i rifiuti - scaglie di laminazione, gessi - che entreranno poi nel ciclo di lavorazione a cielo aperto e quindi sottoposti al dilavamento e agli agenti atmosferici, senza una impermeabilizzazione del terreno dove questi rifiuti vengono accumulati».
Uno strato di terreno di spessore variabile è letteralmente impregnato da questi rifiuti che, a causa del dilavamento del piazzale, inevitabilmente finiscono anche nei corsi dei torrenti che scorrono su ambo i lati del piazzale» si legge nella segnalazione.
«L’operazione di scarico è in atto da molti anni, e quindi c’è da ipotizzare un inquinamento stratificato del terreno sottostante. Si ritiene necessario procedere ad un carotaggio del piazzale per analizzare la stratificazione degli inquinanti».
Inoltre, si legge ancora nel documento, «Grandi quantità di particolato da questi mucchi di ceneri e polveri depositate vengono immesse in atmosfera per la particolare posizione del cementificio; quotidianamente, infatti, si producono correnti d’aria, come dimostrato dai rilievi dell’Arpav durante l’estate».
Il documento conclude ricordando «una segnalazione del novembre 1999 del Corpo Forestale dello Stato, in cui si segnalava che il carbone utilizzato come combustibile era scoperto e esposto al dilavamento».
«Questo evidenzia una non casualità dei problemi segnalati, ma una precisa modalità di gestione da parte dell’azienda. La cosa spinge a richiedere una verifica sullo stato di stoccaggio degli altri rifiuti e combustibili, in particolare del pet-coke e del bitume».
La segnalazione è corredata da diverse fotografie del tubo che scaricherebbe nel progno, dei punti di scolo dal piazzale, foto dei cumuli di scarti nel piazzale stesso e la melma nel progno.
«Ho subito dato incarico al Nucleo Investigativo perché provveda a valutare cosa sta succedendo e prendere tutte le iniziative del caso», ha affermato il dottor Paolo Guidi del Corpo Forestale dello Stato, «ci vorrà un po’ di tempo per fare le verifiche, visto anche il poco personale a disposizione».
Non si è espresso in merito, finchè non arrivano i primi risultati, neppure il responsabile del settore Arpav, l’ingegner Giuseppe Stanghellini, che ha solo comunicato il fatto che si è tenuto un incontro con sopralluogo tra gli enti.
Giancarla Gallo