venerdì 06 luglio 2007 provincia pag. 21

Carlo Battistella, assessore carianese all’ambiente: «Sul futuro dell’impianto di Fumane discutano tutti i Comuni»

Cementificio, ora i fumi
allertano la Valpolicella
di Giancarla Gallo

L’assessore comunale all’ambiente di San Pietro in Cariano, Carlo Battistella, ha inviato una richiesta all’Arpav (agenzia regionale protezione ambientale) perché siano effettuate analisi per controllare la qualità dell’aria aria anche a San Pietro in Cariano. «Dobbiamo far effettuare analisi anche per eventuali polveri dal cementificio», spiega l’assessore all’ambiente, che si è spesso incontrato con Ezio Zamboni, l’assessore all’ecologia di Fumane, dove ha sede il cementificio, concordando le iniziative. «Le emissioni del cementificio si spostano, a causa del vento, quotidianamente verso il nostro Comune», continua Battistella, «e le prime case di San Pietro in Cariano sorgono proprio sul confine con il territorio di Fumane. La richiesta precauzionale è anche motivata dal fatto che non vi è certezza sugli spostamenti di eventuali inquinanti, poiché non è detto che analisi favorevoli nel territorio di Fumane garantiscano anche il nostro paese».
San Pietro in Cariano è attraversato dalla strada provinciale della Valpolicella, sottoposta a un traffico sempre più intenso: i livelli di inquinamento dell’aria sono pari a quelli di corso Milano a Verona, tanto che San Pietro è stato inserito tra i comuni di fascia A per le misure antinquinamento. Battistella nella sua lettera — inviata anche alle consulte di frazione, ai sindaci di Fumane e Marano e al presidente della consulta ambiente di san Pietro — ha chiesto che eventuali piani di emergenza o evacuazione, siano realizzati tenendo conto della presenza della frazione di Bure e San Pietro capoluogo.
Continua Battistella: «È mia intenzione convocare la consulta ambiente della Valpolicella sull’argomento, perché la questione cementificio riguarda anche i comuni di Sant’Anna d’Alfaedo e Pescantina, quest’ultima per Balconi, e perché credo opportuno che la discussione sul futuro del cementificio, anche dal punto di vista paesaggistico e di impatto sul territorio, riguardi tutta la Valpolicella e non solo i due Comuni direttamente interessati di Marano e Fumane. Bisogna affrontare il caso nella sua complessità, tenendo anche in considerazione coloro che lavorano al cementificio, nel confronto con amministratori e sindacati».
Il cementificio, avviato nella Valle dei Progni a Fumane nel 1964, nel 2000 ha ottenuto una concessione mineraria per altri 25 anni, ma è aperta la controversia per la zona naturalistica di Marezzane, che si trova nel Parco Naturale della Lessinia, ma sarebbe distrutta dagli scavi.


venerdì 06 luglio 2007 provincia pag. 21

Amadio:
«Bisogna
fissare
un termine»

Averardo Amadio, ambientalista, fondatore a Verona del Wwf (fondo mondiale per l’ambiente), ha firmato di recente un appello con Pietro Clementi, ex sindaco di Fumane, per chiedere che sia posto un limite temporale all’attivita del cementificio, per salvaguardare il territorio.
«C’è da stabilire una data», ribadisce Amadio, «o vogliamo che questa diventi un’attività stabile in Valpolicella? Dopo gli squarci fatti per estrarre la marna, intere colline spariscono con le loro caratteristiche naturali e storiche e non è una ricomposizione fittizia che ridà la stessa bellezza di prima. La Valpolicella è un unicum di vocazione vitivinicola. Il cementificio, che si trova in uno degli angoli più belli della Valpolicella da salvaguardare, ora vuole ampliarsi e rimodernarsi per abbattere le polveri del 40%, quindi vuol dire che attualmente c’è ricaduta di molte polveri sul territorio, polveri che col vento volano anche lontano. Ci vogliono analisi approfondite, che non sono mai state fatte, e dovrebbero essere gli stessi agricoltori a farle eseguire, anche perché all’estero cominciano a richiedere le analisi sui vini italiani. Se anche trovassero sostanze nocive nel vino, sono convinto che si metterebbe tutto a tacere e che dovrebbero nasconderle, altrimenti non venderebbero più il vino».
«Per salvare la Valpolicella», conclude Amadio, «bisogna la consere quanto resta di natura spontanea, l’agricoltura di pregio, i paesaggi, in modo da incrementare anche il turismo. Se viene un visitatore, dove lo portiamo? A vedere le nuove case? Il mio non è un intervento di parte, o forse lo è: dalla parte della Valpolicella». G.G.