martedì 06 novembre 2007 provincia pag. 26

PARCO DELLA LESSINIA. La Comunità montana non si sbilancia sull’ampliamento dell’area di scavo del cementificio

Le ruspe a Marezzane?
«Dobbiamo valutare»

di Vittorio Zambaldo

Parco e cementificio, una convivenza contro natura che stasera a Valgatara si cercherà di ufficializzare, presentando il progetto per l’ampliamento degli scavi di marna dentro i confini dell’area protetta, in solo 7 dei 13 ettari inizialmente previsti dalla concessione. Il pasticcio, nato dal famigerato terzo comma dell’articolo 9 del Piano ambientale del Parco, che ha cercato di salvare capra e cavoli, creando l’area protetta, ma riconoscendo diritti di scavo preesistenti nel suo perimetro, ha definito un’eccezione che di fatto va contro la sua stessa natura di strumento per la salvaguardia del territorio.
C’è un doppio ricorso al Tar promosso da Comunità montana, come ente gestore del Parco, e dall’associazione ambientalista Valpolicella 2000, nel quale si chiede di riconoscere che la concessione ottenuta dal cementificio nel 1999, per scavare almeno fino al 2025, è di fatto una nuova concessione e non una proroga di quella esistente, che prevedeva lo sconfinamento dentro il Parco della Lessinia.
Se il tribunale accetterà questa tesi, Cementirossi dovrà rinunciare per sempre a quei 13 ettari di Parco. Intanto, è apparso strano che, in attesa di sentenza, l’azienda presenti un piano di escavazione come se il tribunale avesse deciso a suo favore o la Comunità montana avesse ritirato il ricorso.
«Sul progetto presentato al Parco lo scorso 18 ottobre, ci sono 60 giorni per esprimere le nostre osservazioni. Intendiamo avvalerci di un tecnico esperto per un giudizio il più compiuto possibile, vista la delicatezza dell’intervento», assicura l’assessore al Parco Filiberto Semenzin.
«Della questione intendo coinvolgere l’intera Giunta e il Comitato tecnico scientifico del Parco per un giudizio che sia il più sereno possibile, senza pregiudizi ideologici», aggiunge l’assessore, che promette di immergersi nella lettura delle carte e sospende il giudizio sulla richiesta di Cementirossi.
Perché? «Da come la società sta gestendo il sito di escavazione di Fumane, mi sento di dire che magari tutti i titolari di concessioni di scavo avessero la serietà di Cementirossi, con ripristini fatti dove andavano fatti e attenzione massima ai siti di interesse ambientale: non siamo di fronte ai soliti aggressori dell’ambiente che passano e lasciano uno scempio. La questione va valutata coerentemente con le indicazioni fornite dalle norme sul Parco e ogni decisione va presa con giusta attenzione e serietà», conclude Semenzin.
L’impressione invece è che adesso l’attacco sia al cuore del sistema Parco, anche se Cementirossi sottolinea che sono solo 13 ettari su 10 mila quelli inseriti nella concessione mineraria e appena 7 gli ettari oggetto di escavazione e che saranno salvati i casolari di Mazzarino con i loro affreschi, alcuni prati tra quelli dove fioriscono orchidee spontanee e la giassara di Marezzane. Gli oppositori, invece, non hanno dubbi: se davvero è tutto così limitato nell’economia generale, perché Cementirossi non se ne sta fuori dalla collina di Marezzane?


 

martedì 06 novembre 2007 provincia pag. 26

L’ASSEMBLEA. Stasera a Valgatara la presentazione alla popolazione dello studio sull’impatto ambientale

Ecco i piani della Cementirossi


Verrà presentato stasera a MARANO, nella sala polifunzionale di Valgatara alle ore 18.30, lo studio di impatto ambientale per l’estrazione della marna sulla collina di Marezzane. Il progetto, che secondo l’iter legislativo deve essere illustrato anche alla popolazione, sarà spiegato dai tecnici della Cementirossi, l’azienda che dal 1962 produce cemento nella valle dei progni di Fumane.
L’incontro si svolge a un mese esatto dalla seconda marcia pacifica, organizzata dai comitati ambientalisti, primo fra tutti Valpolicella 2000, per salvare l’oasi di Marezzane, una perla di natura all’interno del Parco naturale della Lessinia.
Il nuovo studio, sul quale ha lavorato per un anno un gruppo di professionisti (dottori forestali, botanici, naturalisti, ingegneri ambientali) appartenenti a tre noti studi specializzati veronesi (Cogev, Lachiver e Ingegneria e Geologia), intende garantire la tutela dell’ambiente collinare, recependo le indicazioni provenienti dal territorio, ed è già stato presentato ai comuni di Fumane e MARANO, al Parco della Lessinia, alla Provincia e all’Ufficio della Via, che si occupa per la Regione della valutazione di impatto ambientale.
Il progetto di ampliamento dell’area di scavo del cementificio sta incontrando da anni l’opposizione dei gruppi ambientalisti, che stanno cercando di evitare l’intervento di scavo della marna della collina, che si trova tra Lessinia e Valpolicella. Una operazione che, di fatto, cambierebbe l’aspetto morfologico della zona, che si trova di fronte al monte Pastello e sopra l’area della Grotta di Fumane, ma anche nelle vicinanze di un’area di interesse comunitario (Sic), caratterizzata da giassare e casolari.
Nei precedenti incontri di presentazione del piano, l’azienda piacentina ha garantito che non impiegherà esplosivi, che intende utilizzare il metodo di «splateamento» con la realizzazione di terrazzamenti dall’alto verso il basso e con il rimboschimento graduale, man mano che si procederà con l’attività estrattiva. La Cementirossi ha inoltre annunciato la salvaguardia dell’area sulla quale fioriscono le orchidee spontanee, della giassara e dei casolari di Mazzarino. L’area di escavazione sarà anche ridotta, rispetto al progetto precedente approvato con il rinnovo della concessione del 2000, lasciando così intatti circa 7 ettari di superficie all’interno del Parco. G.G.