martedì 09 ottobre 2007 provincia pag. 29

FUMANE. Circa 400 persone hanno partecipato alla manifestazione per la salvaguardia dell’area di Marezzane

Ambientalisti in marcia
Cementirossi non ci sta

di Giancarla Gallo

Malgrado un tempo nuvoloso, quasi 400 persone si sono rimesse in marcia domenica in modo pacifico e in un clima di festa, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul ventilato progetto della Cementirossi di scavare la collina di Marezzane, che è parte del Parco naturale regionale della Lessinia.
Soddisfazione è stata espressa dagli organizzatori della manifestazione, l’Associazione Valpolicella 2000, cui si sono aggiunti quest’anno altri comitati «contro» della provincia di Verona: contro le cave e l’autodromo di Vigasio, contro l’inceneritore di Ca’ del Bue, il traforo della Valpolicella, i progetti dell’Alta velocità, contro la superstrada Affi-Pai, e quelli per il Parco dell’Adige e a sostegno della situazione ambientale del distretto del marmo.
«Tante situazioni accomunate dalla scarsa o nulla considerazione degli effetti ambientali e sulla salute di tali interventi», ha commentato Daniele Todesco, presidente di Valpolicella 2000.
Nel pomeriggio la musica degli Hipergroover, gruppo valpolicellese emergente, ha accompagnato la festa, continuata poi con estemporanei musicisti. Erano presenti alcuni produttori biologici (miele, castagne, mele, melograni, marmellate, patate, cipolle, formaggi ecc). Per l’occasione sono state preparate delle magliette verdi: sopra la scritta «Marezzane non si tocca» campeggiava provocatoriamente il cementificio. Sono stati presentate i nuovi depliant (con cartina) del sentiero diventato simbolo della posizione contro il cementificio. (si possono trovare allo Iat di San Pietro o scaricare sul sito www.valpolicella.2000.it).
«Marezzane è nel Parco della Lessinia e una norma precisa vieta gli scavi», ha affermato Todesco. «Per questo il Parco nel 2000 si è opposto alla nuova concessione rilasciata dal distretto minerario». Oltre a ribadire la possibilità del cementificio di smaltire rifiuti di diverso tipo, è stato lanciato un appello alle realtà vitivinicole della Valpolicella e di Fumane contro i possibili inquinamenti ed è stata espressa solidarietà ai lavoratori della fabbrica.
Chiamata direttamente in causa, l’azienda tiene a replicare alle affermazioni presenti nel volantino che pubblicizzava la marcia. «Affermare che un cementificio inquina più di una città come Verona è un’assurdità. I rifiuti utilizzati presso la Cementeria di Fumane, a parziale sostituzione di materie prime naturali, sono rifiuti non pericolosi con caratteristiche del tutto simili a quelle delle materie prime sostituite; ciò permette di risparmiare materie prime naturali non rinnovabili e di ridurre le emissioni, in particolare, grazie all’utilizzo di ceneri pesanti, quelle di Co2 che è il principale gas ad effetto serra», fa sapere l’ufficio stampa.
Che aggiunge: «Dire che il Pet-coke è uno scarto delle raffinerie è privo di fondamento; infatti, è un combustibile convenzionale il cui impiego è già da molti anni normato da disposizioni di legge ed è il più ampiamente utilizzato nei forni da cemento, infatti fornisce oltre il 50 per cento del calore ai circa 380 forni da cemento attualmente operanti in Europa. Inoltre, evidenziamo che gli impianti che utilizzano combustibili alternativi sono soggetti a limiti emissivi fissati dalla Comunità Europea, e recepiti dalla normativa italiana, assai più restrittivi rispetto a quelli applicabili in caso di utilizzo di soli combustibili convenzionali». La Cementirossi ribadisce la disponibilità al dialogo per tranquillizzare i cittadini, «confrontandosi però su dati oggettivi e senza pregiudizi di sorta».
martedì 09 ottobre 2007 provincia pag. 29

«Ora deve
rispondere
alle accuse»


Grande assente alla marcia l’associazione SalValpolicella che, per bocca del suo presidente, Pieralvise Serego Alighieri, ha invitato «l’azienda Cementirossi a rispondere pubblicamente e nelle sedi competenti alle gravissime accuse e dichiarazioni di Valpolicella 2000». Prosegue il presidente: «Una presa di posizione in tal senso si rende oltremodo necessaria ed urgente: se anche una delle accuse di Valpolicella 2000 non venisse rigettata si creerebbe una situazione di forte preoccupazione, che darebbe giustificazione ad atteggiamenti - normalmente non condivisibili - quali quelli di Valpolicella 2000».
SalValpolicella invita pure l’azienda «a voler promuovere una costante e necessaria comunicazione verso la cittadinanza al fine di informare con la giusta trasparenza sulle attuali e future attività, tutti gli interessati». E Cementirossi, che finora non aveva mai rilasciato dichiarazioni in merito alla questione Marezzane, ha fatto subito sapere che «anche in questo caso saranno tenuti in dovuta considerazione tutti gli aspetti ambientali così come sempre fatto in passato dall’azienda». G.G.

martedì 09 ottobre 2007 provincia pag. 29

MARANO. La Commissione provinciale ha revocato la concessione, tutelando gli abitanti della frazione di Mondrago, preoccupati per il rischio di inquinamento

Cava Orbie 2, il piano
arriva al capolinea


La Commissione cave ha revocato la concessione alla cava Orbie 2, mettendo fine alle polemiche e salvando l’acquedotto di Mondrago. Alla seduta è stato invitato in via eccezionale anche il sindaco Simone Venturini, in quanto la frazione è in Comune di Marano, mentre erano assenti sia il sindaco di Sant’Anna d’Alfaedo, dove ha sede la cava, che i rappresentanti della ditta concessionaria della cava.
«Sono soddisfatto della decisione, i commissari hanno tenuto conto della validità delle argomentazioni», afferma Venturini, «e hanno compreso le ragioni stringenti che stanno alla base della richiesta del Comune di revocare la concessione, in quanto la precedente votazione favorevole all’apertura della cava del 1997 era viziata da una evidente carenza di istruttoria. Non era stato chiarito che la cava rischiava di inquinare una sorgente destinata all’uso idropotabile, fondamentale per Mondrago. Questo è il motivo per cui oggi la commissione è potuta ritornare sui suoi passi e rettificare il giudizio di ammissibilità alla cava. Ringrazio la commissione, l’assessore provinciale Luca Coletto e il dirigente regionale Garro».
La vicenda ha preso il via nel 2000, quando la Regione ha rilasciato alla ditta Coati Giovanni, sulla base di un parere favorevole della commissione provinciale, la concessione per la coltivazione di una cava a Orbie di Cerna, al confine con Marano. Subito gli abitanti di Mondrago, la frazione a valle, sollevarono il problema: la cava avrebbe potuto inquinare la loro sorgente, che alimenta l’acquedotto.
Già in precedenza un’altra cava nella zona aveva prodotto inquinamento della sorgente: una perdita di olio si era diffusa nella falda raggiungendo la sorgente.
La Regione chiese una indagine idrogeologica al fine di verificare la connessione tra la cava e la sorgente, che fu dimostrata con l’uso di traccianti, per conto del cavatore titolare della concessione.
Qualche anno dopo, una nuova ditta, la R.C. Inerti, che aveva rilevato dalla precedente la titolarità della cava, autorizzata ma mai effettivamente aperta, propose al Comune di Marano di realizzare a valle della sorgente un depuratore, ma la commissione edilizia maranese rifiutò in quanto i limi provenienti dalla cava avrebbero potuto ostruire la fascia profonda della falda, producendo non solo l’inquinamento della sorgente ma la sua progressiva estinzione. Seguirono raccolte di firme.
Nel 2005, scaduti i termini per la nuova autorizzazione paesaggistico-ambientale, la Regione sospese i termini, avviando un «supplemento di istruttoria» per sopraggiunti nuovi elementi di conoscenza e in seguito ad alcuni sopralluoghi, avviò la procedura di revoca della concessione.
Alcuni mesi fa, la ditta ha rinunciato alla concessione edilizia per la costruzione del depuratore e ad ogni contenzioso. Un segnale esplicito sul futuro della cava Orbie 2. G.G.