domenica 13 maggio 2007 provincia pag. 28

Lettera di Averardo Amadio e Pietro Clementi ai sindaci per sollecitare l’adozione di un piano intercomunale

Un patto per la Valpolicella

Censimento per tutelare, no nuove strade, sì al bus metropolitano

Appello del Wwf, nella persona di Averardo Amadio, e del presidente della Strada del vino nonché ex sindaco di Marano, Pietro Clementi, perché tutti si attivino in ogni modo per «conservare» la Valpolicella. Una lettera è stata inviata ai sindaci dei cinque comuni, al presidente della Provincia, alla Soprintendenza e a tutti gli enti ed associazioni ambientaliste, comprese Italia Nostra, Lipu, Ctg, Legambiente, per un totale di 15 intestatari.
Nella circostanziata lettera si parla di viabilità insufficiente, consumo di territorio preoccupante, inquinamento crescente, squallore edilizio in contrasto con la bellezza dei luoghi e con il valore architettonico di molti siti, dello sviluppo disarmonico degli insediamenti residenziali ed artigianali, del degrado dell'ambiente naturale. «Se non si porrà un sollecito arresto all'attuale andamento, la Valpolicella scomparirà, sommersa da una proliferazione edilizia figlia di cinque madri (i Comuni di Negrar, San Pietro in Cariano, Marano, Fumane e Sant’Ambrogio) e di un solo padre (il profitto dei proprietari dei fondi e degli imprenditori), e avviluppata da un groviglio di strade, bretelle, raddoppi, tunnel corti e lunghi» si legge nella lettera.
A questa situazione allora , che vede la Valpolicella «ridotta a città lineare, prevalentemente dormitorio di cittadini in fuga da una Verona che non ha saputo trattenerli vicini, divisa fra cinque campanili che nessuno ha ancora voluto accordare fra loro», Amadio e Clementi intendono avanzare delle proposte.
Per quanto riguarda le nuove strade vanno rifiutate, dicono, ma migliorate quelle che ci sono, perché strade nuove attirano nuove abitazioni.

«Per quanto riguarda poi il territorio, crediamo sia necessario procedere ad un censimento di quanto intangibile deve conservare la Valpolicella di natura, di agricoltura, di bellezza, di architettura monumentale e minore. Il tutto fissato in un «piano intercomunale» (il Pati) secondo i criteri della Legge urbanistica regionale numero 11, che assicuri in primo luogo alla viticoltura il ruolo di protagonista» e sottolineano la necessità dell'autobus in servizio metropolitano da Verona (con corse ogni 10-15 minuti nelle ore di punta e con il costo della corsa urbana) per tutte le direzioni, specialmente l'ospedale di Negrar.
La Provincia, con i soldi risparmiati dalla costruzione di altre strade, potrebbe finanziare questo trasporto pubblico con conseguente riduzione del traffico. Quindi niente tunnel o altri interventi che inquinano e offendono il paesaggio, l'agricoltura dovrebbe rimanere attività fondamentale, lasciando poco spazio ad attività di altro genere e pochissimo al sistema insediativo-residenziale: le nuove case dovrebbero essere destinate ai residenti storici ed essere realizzate con edifici con capienza massima di due alloggi. Inoltre va incentivato il turismo. «Ma altri due problemi inquietanti vanno avviati a soluzione in Valpolicella» continua l’appello. «Primo, la cementeria di Fumane deve essere dotata di camini con filtri davvero efficaci e con controlli frequenti per evitare la dispersione in atmosfera di sostanze volatili che possano danneggiare la salute. L'attività mineraria che già oggi arreca danno all'ambiente ed al paesaggio non deve durare in eterno, ma avere una scadenza ragionevole. Per il futuro, però, una fine va stabilita con sicurezza, senza proroghe».
Il secondo problema è quello del trasporto dei materiali lapidei dalla Lessinia, per cui bisognerà pretendere la riduzione del volume dei materiali trasportati, senza consentire il trasporto dei materiali di scarto né di quelli frantumati, che devono essere usati, come prescrive la legge, nella ricomposizione ambientale. «Il termine "conservazione" tradizionalmente viene inteso come il contrario di "sviluppo". Ma non in ogni luogo e non sempre è così», spiega la lettera. «In Valpolicella "conservazione" (del paesaggio, della viticoltura, delle pievi, delle ville monumentali e delle alberate che le adornano) è il termine da usare per percorrere la via dello sviluppo. Quello senza scorciatoie, senza traguardi di percentuali da raggiungere, ma durevole, rispettoso della natura, dell’ambiente, della vita. Sia la Provincia, siano i Comuni a muoversi, a far propria la nostra proposta, a porsi come protagonisti per la salvezza della Valpolicella».
Giancarla Gallo