venerdì 16 marzo 2007 provincia pag. 27

FUMANE. L’azienda della valle dei Progni sta portando avanti una piccola rivoluzione produttiva per ridurre l’impatto sull’ambiente

Nuovi impianti e meno polveri

Il cementificio investe per la filtrazione dei fumi e la frantumazione della marna
Fumane. Dopo dieci anni di riserbo, l’industria «Cementi Giovanni Rossi» spa ha deciso di rompere il silenzio e dare risposte alle domande dei cittadini e degli ambientalisti, che riguardano lo stabilimento che ha la sede a Fumane e la miniera di Marano. Nell’azienda lavorano in tutto un centinaio di persone.
Una scelta quasi obbligata per fare chiarezza e tranquillizzare la popolazione, soprattutto alla luce degli interrogativi sollevati dall’assemblea pubblica del 2 febbraio scorso, organizzata dall’associazione Valpolicella 2000, e dalla nuvola di gas fuoriuscita il 5 marzo, che ha creato non poco allarme in paese.
«Per un guasto, l’impianto di cottura del clinker, che è il semilavorato alla base della produzione del cemento, è stato fermato per consentire la manutenzione», spiega l’ingegner Pierandrea Fiorentini, responsabile del settore ecologia, ambiente e sicurezza degli stabilimenti della Cementirossi a proposito di quanto accaduto il 5 marzo. «La procedura prevede che vengano spente le macchine e aperto un camino ausiliario per l’evacuazione del calore che ristagna, per poter raffreddare l’impianto stesso e consentire di effettuare gli interventi».
Nell’atmosfera si sono liberati i gas della combustione, sprigionando anidride solforosa, il cui odore di uova marce è stato avvertito distintamente in paese. Oltretutto alle 8 del mattino, ora in cui si è verificata la fuoriuscita, nella zona si ha solitamente assenza di vento, dovuta all’inversione del flusso della brezza; per questo motivo la nuvola non si è dispersa.
«Un fatto così si può verificare un paio di volte all’anno, anche in caso di black out elettrico», aggiunge Fiorentini. «Comunque, il forno è stato riattivato in giornata senza problemi; la centralina che rileva le emissioni non ha evidenziato dati anomali», continua l’ingegnere, che tiene poi a illustrare nei particolari il nuovo impianto di filtrazione dei fumi, che sarà pronto presumibilmente nel giro di sei mesi.
Applicando una tecnologia all’avanguardia sui due forni, sarà possibile captare i fumi e indirizzarli ai filtri, in modo da evitare fuoriuscite di gas in caso di fermata dell’impianto. Si tratta di un processo complesso, soprattutto per le temperature in gioco: si raggiungono infatti i 2000 gradi.
Per quanto riguarda i combustibili, la cementeria è autorizzata all’utilizzo di quelli convenzionali per le attività industriali, e cioè olio combustibile, coke e bitume di petrolio. In Europa vi sono 380 forni di cementifici, fa sapere Fiorentini, il 50% dei quali usano il coke di petrolio, anche perché non tutti i combustibili possono essere impiegati.
Dal febbraio 2006 nello stabilimento di Fumane non sono più incenerite le farine animali. I rifiuti smaltiti nello stabilimento sono scaglie di laminazione, ceneri e gessi. Le scaglie di laminazione, derivanti dalle acciaierie, contengono ossido di ferro, utile nel clinker, la massa fluida che serve per realizzare il cemento. Fumane produce un cemento resistente ai fosfati, quindi necessita di aggiunte di ferro.
Le ceneri pesanti derivano dagli inceneritori, che bruciano i rifiuti urbani: queste ceneri, secondo quanto spiega Fiorentini, hanno una composizione chimica simile a quella della marna, ricca cioè di calcio; vi sono poi le ceneri da biomassa, derivanti dalla combustione del legno, che entra a far parte della farina cruda, e infine i gessi, specialmente i calchi in porcellana.
L’azienda ha l’autorizzazione a smaltire i gessi da desolforazione - che non sono ancora stati usati - e che derivano dalla depurazione dei fumi delle centrali termoelettriche. «Il forno da cemento è un desolforatore naturale, in quanto dentro c’è ossido di calcio, ed è autodepurante», continua il responsabile. «Ci sono due vantaggi nell’utilizzo di questi rifiuti: si sostituisce la marna, così se ne estrae di meno, e il calcio contenuto nelle ceneri non è sotto forma di carbonato ma di ossido di calcio. Quindi l’anidride carbonica è già separata nell’incenerimento».
In pratica, per ogni tonnellata di ceneri pesanti usate viene ridotta l’emissione di anidride carbonica di 150 chili rispetto a quanta se ne produrrebbe con la marna. La cementeria nel 2005, grazie alle scorie usate, ha prodotto 793 chili di anidride per tonnellata di clinker, mentre il dato nazionale è di 856.
«Voglio ribadire che questi rifiuti non sono pericolosi», spiega Fiorentini. «La cementeria è autorizzata a utilizzarli in sostituzione di materie prime naturali non rinnovabili, cioè della marna». Il cemento poi avrebbe la capacità di assorbire e non rilasciare i metalli pesanti.
Altro nuovo importante impianto che la ditta sta realizzando nella miniera che si trova a Marano è quello di frantumazione, che porterà come risultato positivo una sensibile diminuzione dei camion che trasportano il materiale attraverso una viabilità interna. Verranno realizzati nastri in gomma cofanati, coperti, in parte in galleria.
Per quanto riguarda l’avanzata delle ruspe e il tentativo di salvare l’oasi Marezzane, Fiorentini non si sbilancia: «Siamo in una fase interlocutoria e stiamo valutando l’impatto ambientale, in modo tale che si trovi un giusto equilibrio tra le esigenze dell’ambiente e dell’azienda, per uno sviluppo sostenibile».
Giancarla Gallo

venerdì 16 marzo 2007 provincia pag. 27

-CEMENTIROSSI IN PRIMO PIANO ANCHE IN PROVINCIA

La commissione ambiente vuol capire

I consiglieri a tu per tu con il dirigente dell’Arpav e il sindaco Frapporti
di Camilla Ferro



«Per capire». Così il presidente Andrea Tognetti ha spiegato i motivi per cui ieri pomeriggio ha convocato la «sua» commissione provinciale, la quarta, quella che si occupa di ecologia e ambiente. L’ha ripetuto: «Siamo qui per capire cosa sta succedendo a Fumane attorno al cementificio». Ha insistito: «Non è una commissione d’inchiesta ma un incontro per ottenere corrette informazioni sull’attività dell’azienda e per verificare se esiste vera emergenza per l’ambiente, come sostengono i Comitati e come si legge sui giornali».
Ad aiutare i commissari «impreparati» sono intervenuti il direttore dell’Arpav Giancarlo Cunego (agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale), Francesca Predicatori sempre dell’Arpav, il sindaco di Fumane Mirko Frapporti e alcuni dirigenti del settore ecologia.
«La Cementirossi ha tutte le autorizzazioni previste dalla legge per svolgere la sua attività», hanno spiegato, «i controlli costanti sulle emissioni dei 54 camini in funzione 24 ore al giorno non rilevano irregolarità o sforamenti dei parametri: non c’è allarme e non c’è rischio per la salute pubblica». I dati che la dottoressa Predicatori snocciola, in realtà, almeno un po’ fanno pensare: «in un’ora viene emesso nell’aria un chilogrammo di polveri mescolato ad altre sostanze come l’ossido di azoto, significa 24 chili in un giorno».
«Non sono pochi», hanno iniziato a riflettere a voce alta tutti i presenti in sala Rossa, da Andreoli a Faccioli, da Mengalli a Ferrari fino a Girelli (che è della ottava commissione ma che ha voluto partecipare al tavolo di lavoro perchè fortemente preoccupato per la salute dell’aria della Valpolicella). D’obbligo, a questo punto, le domande al sindaco Frapporti che ha cercato di minimizzare spiegando che «la Cementirossi esiste da 45 anni, da 45 anni, cioè da sempre, c’è chi è favorevole e chi contrario e che l’eccessiva attenzione di questi giorni sembra strumentalizzazione politica più che altro: mai come in questo momento è di moda parlare e protestare per la salvaguardia dell’ambiente». Precisa: «Sia chiaro, a Fumane non c’è una situazione di allarme, l’aria è costantemente monitorata e tramite i controlli dell’Arpav si verifica costantemente che le emissioni di polveri sono nei limiti normativi». Ribatte Daniele Todesco del Comitato Valpolicella 2000, arrabbiato e per niente timoroso nel denunciare che «qui si stanno dicendo tante falsità, la verità alla gente viene nascosta, come quella, ad esempio, che la Cementirossi da sola produce tanto inquinamento come l’intera Verona. Lo prevederà pure la legge, ma è una legge che fa acqua da tutte le parti». Todesco viene zittito da Tognetti, il presidente della commissione: «Siamo qui non per fare processi ma per capire cosa sta succedendo attorno a questo cementificio, se c’è effettivamente impatto ambientale forte, se la catena dei controlli funziona e se si può abbassare il clima allarmistico che s’è instaurato». Il sindaco Frapporti insiste: «Giusto, perchè è in atto una campagna di informazione non completa, basata su opinioni e senza verifica delle fonti. Le certezze sono altre, e cioè che la Cementirossi offre lavoro, tra dipendenti e indotto, a 500 famiglie, che i controlli del Comune e dell’Arpav sono costanti attraverso centralina fissa e mobile, che mai è stata violata la legge e che quindi l’azienda ha tutte le carte in regola per lavorare, come confermato dalle concessioni della Provincia». Poi, l’ammissione: «Io non sono felice di avere il cementificio e le cave a Fumane, ma ci sono, ci sono da sempre e faccio tutto il possibile come amministratore per tenere monitorata la situazione.».