L’ARENA mercoledì 21 febbraio 2007 provincia pag. 28

FUMANE. Frapporti ricorda che la Cementirossi dà lavoro a tante persone e annuncia un gruppo di studio
«Questo non è un tumore»
Una lettera del sindaco alle famiglie in difesa del cementificio
Fumane. Dopo un recente incontro tra il sindaco di Fumane, Mirco Frapporti, e l’Associazione Valpolicella 2000, che non ha sortito alcun effetto in termini di chiarimento delle posizioni e rappacificazione, il primo cittadino fumanese invia una lettera a tutti i cittadini del paese per tranquillizzare gli animi sul problema dell'inquinamento del cementificio.
Dopo l’assemblea pubblica tenuta dall’ssociazione Valpolicella 2000, che ha reso noti i dati dichiarati dall’azienda e le autorizzazioni concesse dalla Provincia, si è creata una certa preoccupazione in paese e nei comuni vicini e si è fatta chiara l’esigenza di creare normative e limiti ben chiari per i cementifici.
«La Cementirossi non è un cancro, ma una realtà in cui lavorano diverse persone e con un importante indotto», si legge nella lettera del sindaco Frapporti. «Con questa realtà siamo obbligati a fare i conti da più di quarant’anni e l’amministrazione comunale è impegnata a garantire un futuro della Cementirossi, che soddisfi appieno le necessità moderne di tutela ambientale, contrattando, verificando, domandando che le evoluzioni impiantistiche di sicurezza e di uso di materiali primari siano al passo con le tecnologie più innovative».
La Cementirossi è «sorvegliata speciale», assicura Frapporti, da tutte le strutture pubbliche preposte e «possiamo garantire che non è mai stata abbassata la guardia, consapevoli che il cementificio è un grande impianto industriale di forte impatto ambientale e sociale».
Intanto si sta definendo un gruppo di studio, come auspicato da diversi cittadini e da alcuni consiglieri di minoranza, a cui parteciperanno il dottor Attilio Tacconi, già direttore dell’Arpa di Verona, il dottor Ettore Sassi, direttore dell’Arpa di Piacenza, il professor Roberto Dal Negro direttore della divisone di Pneumologia dell’ospedale di Bussolengo, il senatore Edo Ronchi e il sindaco di Marano, Simone Venturini.
Il gruppo di studio affiancherà, per quanto possibile, la commissione, la commisione edilizia comunale e il consiglio comunale, e giungerà a conclusioni, che verranno presentate in un’assemblea pubblica. Inoltre si deciderà la data di una conferenza di servizi come previsto dall’articolo 14 della Legge 241/90, che coinvolgerà tutti gli enti sovracomunali. «Intendiamo operare», spiega Frapporti «in modo che l’evoluzione della normativa comunitaria, nazionale e regionale in materia di utilizzo di materiali primari e secondari nei forni dei cementifici e di emissioni in atmosfera garantisca la salute dei cittadini e dei lavoratori».
Per questo ecco l’operazione «porte aperte» per facilitare il confronto da parte dell’amministrazione, come già ha dichiarato di voler fare l’azienda. Sindaco e giunta, quindi, saranno disponibili a ricevere i cittadini, oltre che nell’orario settimanale usuale, anche nelle mattinate del 4 e 8 marzo e 1, 15 e 24 aprile dalle ore 10 alle 12 in municipio. (g.c.)
mercoledì 21 febbraio 2007 provincia pag. 28

Consorzio tutela, Wwf e Legambiente
Produttori di vino preoccupati
ma la prima imputata è la legge
Fumane. Non si smorzano intanto i toni e le preoccupazioni, in Valpolicella, sull’eventuale inquinamento prodotto dal cementificio di Fumane, né serve a tranquillizzare gli animi il fatto che il cementificio sia a norma di legge. I dati, autocertificati dall’azienda e resi noti nell’assemblea pubblica del 2 febbraio scorso, parlano di valori elevati di sostanze nocive emesse nell’aria ma secondo i limiti di legge.
Ad alzare la voce sono ora gli ambientalisti. «Non si sta facendo nulla per l»ambiente e per la Valpolicella», precisa Averardo Amadio, fondatore storico del Wwf veronese, in merito ai dati sull’inquinamento prodotto dal cementificio di Fumane, come del resto tutti gli altri cementifici, a causa di leggi, che non tutelano i cittadini. Spesso risulta comodo dire che tutto è «a norma di legge ma la gravità della situazione è stata taciuta: molti sapevano e quindi la responsabilità è un po’ di tutti».
«Non entro nel merito delle leggi», dice Amadio «ma mi limito a sottolineare la continua sofferenza della Valpolicella perché c’è il doppio degli abitanti e del traffico, che può sopportare. A tutto questo si aggiunge anche un inquinamento dalla combustione di materie pericolose. La Valpolicella è un ambito del tutto particolare, che produce un prodotto che è il vino, una delle risorse principali, che va salvaguardata. Bisogna indagare seriamente quanto questo inquinamento possa danneggiare l’agricoltura».
Preoccupazione è stata espressa dal presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Emilio Pedron: «Il Consorzio è molto preoccupato per queste emissioni dannose in atmosfera. Noi abbiamo la responsabilità di difendere il valore tradizionale ed economico rappresentato dal nostro vino, prodotto di grande pregio, che potrebbe subire danni. Bisogna quindi cercare le responsabilità ed agire subito per correre ai ripari».
Insomma il cementificio è visto da più parti come incompatibile con la Valpolicella.
«È urgente modificare le leggi e dare normative che garantiscano al cittadino la salute», sottolinea Michele Bertucco, presidente di Legambiente. «Teniamo presente che la Cementirossi è in regola, brucia materiali previsti per legge, ci sono emissioni che avvengono nei limiti di legge, il problema è che sono limiti estremamente alti. È la legge che dà la possibilità ai cementifici e ad altre fabbriche di poter bruciare sostanze varie e fare emissioni in atmosfera altamente inquinanti».
Si tratta del Dpr 203 del 1988. D’altro canto manca una legislazione che metta limiti sia da parte della Regione, che da parte dello Stato e neppure l’Unione Europea ne ha prescritte: quello dei cementifici sembra un campo completamente dimenticato a livello legislativo, pur trattandosi di materiali smaltiti particolarmente delicati.
«Da tempo come Legambiente abbiamo chiesto limiti più bassi e drastici per i rifiuti che i cementifici possono smaltire, come pure per le emissioni in atmosfera. A livello nazionale abbiamo fatto proposte, petizioni all’Eu, richieste. Per l’unico cementificio del veronese e altre fabbriche similari c’è una battaglia in corso, in cui chiediamo controlli continui ai camini. La centralina che c’è a Fumane non rileva dati importanti e serve a poco».
In Regione si sta studiando una nuova procedura per gli IPPC (Integrated prevention pollution and control), cioè per gli stabilimenti ad alto impatto ambientale per l’inquinamento che producono. I cementifici hanno finora beneficiato di una normativa di favore, partendo dal presupposto che raggiungono alte temperature all’inizio e alla fine del processo lavorativo. Sono a tutti gli effetti degli inceneritori, ma la normativa per questi è molto più ristretta rispetto a quella per i cementifici. Mentre la Regione ha competenza per le emissioni in atmosfera, non ne ha per la classificazione dei materiali che possono essere usati e smaltiti: spetta, infatti allo Stato e per la precisione al Ministero per l’Ambiente stilare la lista verde delle sostanze permesse.
Giancarla Gallo