L’ARENA 27 GENNAIO 2006 p.25

FUMANE. L’associazione Valpolicella 2000 rilancia la sfida per bloccare l’espansione del cementificio all’interno del Parco della Lessinia

«MAREZZANE non si tocca»

Todesco: «Collina sito di interesse comunitario, non va scavata»

Fumane. L’associazione Valpolicella 2000 rilancia la sfida per bloccare l'avanzata delle ruspe del cementificio verso il Parco della Lessinia e soprattutto verso MAREZZANE. Un’offensiva giocata attraverso osservazioni e ricorsi, ma anche raccogliendo informazioni ed effettuando controlli.
«MAREZZANE per noi è il limite, stiamo facendo e faremo di tutto perché non sparisca, come i chilometri e chilometri di marogne e intere colline, sentieri e casolari, che sono stati mangiati, cambiando radicalmente la connotazione del paesaggio, togliendo masse imponenti di materiale», afferma Daniele Todesco, presidente dell’associazione che si batte per limitare l’espansione dello scavo.
Attualmente le ruspe, anzi la ruspa (da quando la normativa impone che si lavori in un cantiere alla volta), estrae la pregiatissima marna, fondamentale per la preparazione del cemento, nell'area sotto la frazione di Ziviana, da cui partono e arrivano in continuazione camion per il trasporto del materiale: una buca su cui domina, sopra un cocuzzolo, l'antica chiesetta di Santa Maria Valverde e il paese di Purano, in territorio di Marano.
L'estrazione in quel punto andrà avanti ancora per anni, quindi si sposterà nuovamente alla Giarola, sempre intorno a Purano, e quindi verso MAREZZANE. «Per ridurre i disagi legati al rumore e alla polvere sulle case e sui vigneti, si sta programmando la realizzazione di un tapis roulant», spiega Todesco, «che dal frantoio trasporterà il materiale in un deposito e poi un altro tapis che porterà il materiale al cementificio di Fumane, con un impatto estetico molto negativo». Così si eliminerà il passaggio dei camion: per la polvere nei periodi secchi si bagnava il terreno ed erano state piantate siepi ai bordi delle strade.
«Si sono cambiati interi ecosistemi agricoli, microclimi, non si tiene conto del territorio né della popolazione né dell'impatto ambientale», continua Todesco. «C'è una certa preoccupazione per la ristrutturazione che l'azienda sta facendo a stralci, così non ci si accorge di niente o quasi. E la gente viene lasciata nell'ignoranza di ciò che sta avvenendo e di ciò che hanno intenzione di fare».
Il presidente di Valpolicella 2000 è molto chiaro: «A tutto questo c’è un limite: la zona limitrofa a MAREZZANE è tutta Sic, ovvero sito di interesse comunitario. Bisogna riconoscere tale anche MAREZZANE: la zona, infatti, è completamente diversa dalle altre, non ha niente a che fare con il resto sia per l'altitudine che per la conformazione e soprattutto per i microclimi».
Toccare la collina di MAREZZANE vorrebbe dire far sparire, oltre ai campi, ai ciliegi e ai vigneti anche due casolari e trasformare il clima che consente ora certe coltivazioni. «Non tollereremo nulla. MAREZZANE è nel parco e l'articolo 9 dello statuto dice che non è possibile fare escavazioni nel Parco, a meno che non siano già in essere, ma lì non ci sono scavi».
L’escamotage che potrebbe utilizzare l’azienda - che per scelta non rilascia dichiarazioni sull’argomento - è quello del «rinnovo». «No», ribatte Todesco, «si tratta di una nuova concessione di altri 25 anni ottenuta a partire dal 2000, perché quella precedente era scaduta».
L’impegno dell’associazione è quello di riprendere il filo della battaglia per arginare l’espansione del cementificio, come era avvenuto trent’anni fa: «Stiamo anche lavorando», conclude il presidente Todesco, «per realizzare una pubblicazione sull'area di MAREZZANE, che prenda in considerazione l'aspetto turistico, ambientale, naturalistico e l'apertura di nuovi sentieri».
Giancarla Gallo