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L’ARENA
mercoledì 29 marzo 2006 provincia pag. 26
FUMANE. Il problema delle particelle
sospese: dibattito aperto sui dati dell’Arpav
Polveri, guerra di
cifre
Todesco lancia l’allarme, il sindaco
tranquillizza
«Ci sono dati anomali riguardanti i mesi di gennaio e febbraio 2006,
rilevati dalla centralina di Fumane, che controlla la qualità dell’aria
per le cosiddette Pts, ovvero il particolato totale sospeso: su 58 giorni
di rilevazione, 10 non sono risultati validi mentre degli altri 48 ben 21
hanno picchi che superano di molto il limite di 60 microgrammi per metro
cubo». A parlare è Daniele Todesco, presidente dell’associazione
VALPOLICELLA
2000, che è molto scettico
sulla bontà dell’aria che si respira a Fumane anche a causa della presenza
del cementificio.
La Cementi Rossi, peraltro, ha la proprietà della centralina presente nel
capoluogo, la cui manutenzione è affidata alla Project automation spa di
Monza, e i cui dati sono presi e controllati dall'Arpav. «Oltre la soglia
di allarme dei 50 microgrammi, infatti, c’è pericolo per la salute e
questo limite non può essere superato più di 35 volte in un anno»,
continua Todesco. «Ad esempio, in gennaio si sono rilevati valori di Pts
di 65 il 10, di 76 il 16, di 93 il 17, di ben 108 il 18, di 74 il 19
gennaio, di 87 il 20, di 107 il 21 di 73 il 24 di 91 il 25; per febbraio
il superamento si è verificato il giorno 8 (112), il 9 (121), il 14 (81),
il 15 (ben 125), il 16 (102), il 17 (89) e il 18 febbraio (73), solo per
citarne alcuni».
La presenza di particelle sospese è dovuta in gran parte a processi di
combustione incompleta di derivati dal petrolio, di origine industriale,
domestica, da riscaldamento e da traffico autoveicolare. La frazione
contenente particelle con diametro inferiore a 30 micron può raggiungere
le prime vie respiratorie, quella inferiore a 3 micron è respirabile,
perché può arrivare agli alveoli polmonari e causare danni alla salute.
Non meno pericolose risultano le particelle di 1 micron di diametro,
perché fungono da veicolo per altri microinquinanti come le particelle
carbonose. Per questo dal 1994 è stato avviato il controllo della polveri
più sottili, le famose Pm10.
Il particolato totale è monitorato regolarmente, ma sta perdendo interesse
ambientale a favore di altri indici di polverosità atmosferica di maggiore
rilevanza sanitaria, specie le polveri con diametro inferiore a 10 (Pm10)
e 2,5 micron (Pm2,5).
Dal 2002 sotto osservazioni ci sono, oltre alle Pm10, anche biossidi di
zolfo e azoto, monossido di carbonio, ossido di carbonio e ozono. «Per
poter avere un controllo completo dell’aria che respiriamo bisognerebbe
analizzare altri dati, almeno quelli suggeriti dalla legge, e non ha senso
rilevare, come è evidenziato per Fumane, solo Pts e il biossido di zolfo,
che ormai è insignificante, ma anche il biossido di azoto e l'ossido di
carbonio», lamenta ancora Todesco. «C’è un sistema che consente di passare
al controllo delle Pm10. Per fortuna la zona di Fumane è molto ventilata e
quindi anche le grosse concentrazioni si disperdono».
Il sindaco Mirco Frapporti si dice tranquillo: «L’Arpav registra
giornalmente tutti i valori e segnala al Comune se vi sono situazioni
allarmanti, in modo da poter intervenire subito sulla popolazione. Quindi
sono tranquillo, perché la situazione è sotto controllo e negli ultimi
tempi non ci è pervenuta alcuna segnalazione dall’Arpav, con la quale
abbiamo stipulato di recente una convenzione. Per quanto riguarda questi
picchi in alcune fasce orarie, dipende dalla pressione atmosferica o dalle
correnti d’aria, l’importante che siano picchi e che tutto poi rientri».
E continua: «Inoltre il Comune, anche se ha il cementificio, non è in
fascia A, come ad esempio Negrar, per pericolo di inquinamento, quindi in
teoria non ci sarebbe la necessità di avere una centralina per i
controlli, cosa che non hanno appunto comuni più grossi e popolati.
Proprio in questi giorni abbiamo chiesto all’Arpav di registrare su
internet i valori rilevati, in modo che chiunque voglia andarli a vedere,
possa comodamente farlo connettendosi, senza doverli richiedere».
Ricordiamo che, oltre a Verona, le centraline sono installate anche a
Legnago, Bovolone, San Martino Buon Albergo, San Bonifacio, Villafranca e
Fumane. Sono tutte gestite dall’Arpav, che utilizza un mezzo mobile con
campagne di monitoraggio che durano circa un mese.
Giancarla Gallo
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