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2 novembre 2006
L'Altro Giornale
Frapporti: "l'industria cementifera è nel nostro tessuto sociale".
Venturini: "Il confronto si fa col dialogo".
MAREZZANE: FUTURO IN POLVERE?
Molto partecipata la passeggiata "ecologica"
organizzata in collina Era
aperta a tutti gli abitanti della Valpolicella, ai frequentatori e amanti
delle colline, a produttori e buongustai del vino, camminatori e ciclisti
ed alle associazioni sensibili alla salvaguardia dell'ambiente la "marcia
per Marezzane", indetta l'8 ottobre scorso. I partecipanti si sono riuniti
a malga Biancari in località Girotto, nel comune di Marano di Valpolicella
per un'escursione di circa un paio d'ore attraverso l'oasi di Marezzane.
Tra musica e gnocchi di malga si è consumato il picnic, dopodiché il
gruppo si è riunito per fare il punto su Marezzane. Lo slogan della
giornata era "non mandiamo in polvere il nostro futuro, difendiamo con
decisione l'oasi di Marezzane". Marezzane, una collina sul fianco sinistro
della valle dei Progni nel comune di Marano, è infatti oggetto di una
possibile escavazione mineraria e dagli anni '60 nella valle si scava per
produrre cemento.
"E' un punto di congiunzione tra due macro habitat, la lessinia e la
Valpolicella - commenta Michele Bertuccodi Legambiente -. Qui il progetto
di escavazione si è potuto realizzare grazie alla congiuntura economica
del periodo, senza però tener conto degli enormi problemi di impatto che
tale realtà comportava, sia sia per l'escavazione sia per la produzione
del cemento. Cinquant'anni di scavi hanno cancellato un'ampia fetta di
tale territorio e ora l'intera collina è minacciata di essere amputata in
una delle sue parti protette". Una parte di questa collina, infatti, è
abbracciata dal parco naturale della Lessinia, a ridosso del sito di
Molina, protetto anch'esso per l'importanza naturalistica, archeologica e
architettonica. Di questo sito i gruppi ambientalisti sottolineano la
rilevanza straordinaria delle "marogne", i muri a secco che ridisegnano a
gradini i pendii della Valpolicella e dell'intera Lessinia. Numerosi e
diversificati sono inoltre i micro-habitat; dalle zone umide delle
sorgenti di rio baiaghe, e tutto il suo corso d'acqua con ben 21 salti,
alle "sengie" che precipitano nella valle dei Progni; dai boschi al alto
fusto, a zone prative o coltivate a ciliegio o vigna. Dal punto di vista
floreale è l'area con il più alto numero di orchidee selvatiche di tutta
la provincia di Verona e notevole importanza ricopre l'interesse
ornitologico. "La presenza del cementificio - conclude Bertucco - non è
più compatibile con lo sviluppo economico della Valpolicella, strettamente
collegato con la cura del suo meraviglioso territorio.
Per ora nell'area protetta di Marezzane non si scava, ma su di essa
incombe una concessione mineraria che scadrà nel 2025. Marezzane diventa
luogo reale dove si può decidere il futuro della Valpolicella e della
Lessinia. Permettere che gli scavi cancellino Marezzane vuol dire
non solo eliminare un microcosmo unico, ma anche sconvolgere per intero la
valle dei Progni, decidere un futuro non sostenibile di quei territori e
minare il parco naturale regionale della Lessinia".
Il comune di Fumane
"La nostra industria cementifera ormai deve essere
considerata parte del nostro stesso tessuto sociale. Non è da additare
quindi come qualcosa da combattere, ma come una realtà con cui cercare di
convivere al meglio, proprio perché apportatrice di lavoro, di sviluppo -
così parla il sindaco di Fumane, Mirko Corrado Frapporti, nell'esprimere
la sua opinione in merito alla questione Marezzane-. Anziché lamentarci
sarà necessario invece investire risorse ulteriori a favore dell'ambiente:
un'operazione di questo tipo è già in atto. La Cementirossi sta infatti
portando a termine una ricerca ambientale per rilevare possibili fonti di
inquinamento, mentre come comune abbiamo avanzato una richiesta per una
conferenza di servizio alla quale parteciperanno Regione, Soprintendenza
ai beni ambientali, Forestale, Ente Parco, Comunità Montana, Provincia e
gli stessi comuni di Marano e Fumane. Si cercherà in quest'ambito di
valutare la questione relativa alla concessione mineraria rilasciata nel
2000, sulla quale si basa l'intera attività dell'industria fumanese. Sono
tuttavia dell'avviso - aggiunge il primo cittadino di Fumane - che sia
indispensabile affrontare gli eventuali problemi dal punto di vista
delle possibili fonti di inquinamento, considerando che l'attività
lavorativa di cui si sta parlando avrà una proiezione di circa 20 anni.
C'è comunque tutto il tempo per valutare, considerare e studiare la
situazione. Una cosa è certa: il confronto con cittadini e Legambiente
stessa è naturale. Il mio auspicio è che non ci siano scontri, inutili e
inefficaci, al fine di governare un processo come quello in questione. Per
quanto concerne la marcia dello scorso 8 ottobre - conclude Frapporti -
vorrei aggiungere una considerazione: sono state 450 le firme raccolte,
relative quindi alle presenze ufficiali. Non molte a mio avviso. Anzi,
pensavo sarebbero state molto di più: una dimostrazione, questa, del fatto
che con i confronti aperti le discussioni in cui fin'ora ci siamo
impegnati con i cittadini, qualcosa è stato recepito e capito...".
Il comune di Marano
"Il comune di Marano segue da tempo e con molta attenzione
le attività minerarie del concessionario Cementirossi che si è impegnato
ad attuare una vasta attività di ripristino in tutte le zone di scavo -
commenta il sindaco di Marano, Simone venturini -. Anche il sito di
Marezzane è inserito in zona mineraria, fin dal rilascio originario della
concessione mineraria negli anni '70 ed i suoi proprietari hanno venduto,
con significativi ricavi, i terreni al concessionario ottenendo anche
terreni in permuta in altre zone. Trattandosi di miniera di pubblica
utilità il concessionario potrebbe anche procedere all'esproprio di
eventuali terreni in zona mineraria non ancora acquisiti. Per il sito di
Marezzane - spiega Venturini - la conferenza dei servizi, che ha
deliberato il rinnovo per altri 25 anni della concessione, ha previsto un
approfondito studio per individuare le più significative peculiarità
ambientali al fine di predisporre un progetto di scavo di dettaglio e di
ripristino. Tale studio sarà seguito con attenzione e con rigorosi
elementi scientifici. Nelle altre zone di scavo, i ripristini sono in fase
avanzata e annualmente controllati dai comuni di Fumane e Marano e dal
Servizio Forestale Regionale. Tuttavia - continua il sindaco - su un tema
così complesso e articolato, il comune ha avuto e continua ad avere un
confronto chiaro e rigoroso con tutti i soggetti interessati. Come
amministratori di Marano riteniamo che il territorio abbia bisogno di un
equilibrio armonico tra urbanizzazione, paesaggio, attività produttive e
su questa base crediamo che il confronto con le Associazioni ambientaliste
sia molto utile. Lascia francamente un pò perplessi - conclude Venturini -
il tono minaccioso dello slogan della marcia dello scorso 8 ottobre
("Marezzane non si tocca"). alla quale, per la verità hanno partecipato
pochissimi cittadini di Marano. Il confronto si fa con il dialogo e non
con gli imperativi unilaterali e senza semplificare le questioni che
invece richiedono pacatezza e capacità di sintesi".
S.A. |