mercoledì 06 febbraio 2008 provincia pag. 27
MARANO. La rarità botanica presenta in località Girotto uno degli
esemplari più belli
Il secolare Pero Misso
vale una tesi di laurea
Una tesi di laurea sul “Pero Misso”, cioè maturo, specie di cui esistono
rari esemplari, ma dalle qualità nutritive sorprendenti. Questo quanto
stabilito in una serie di incontri, che si sono tenuti sotto la
monumentale pianta secolare di pero misso che si trova in località Girotto
di San Rocco di MARANO, al confine con la concessione mineraria di scavo
di Marezzane. La pianta, che ha preso il nome di Pero Marchesini dal suo
proprietario Roberto Marchesini, è apparsa nei «Patriarchi vegetali
d’Italia», pubblicazione curata dall’Accademia dei Georgofili di Firenze.
All’ultimo incontro erano presenti Claudio Giulivo, direttore del
dipartimento di Agronomia ambientale e produzione vegetale dell’Università
di Padova, il suo assistente Claudio Bonghi, il dottor Giorgio Bassi
dell’Istituto provinciale di frutticoltura sperimentale di San Floriano,
Roberto Marchesini, presidente dell’associazione Antica terra gentile e il
giornalista Plinio Pancirolli.
Il compito di redigere una tesi su questa specie rara di pirus domesticus
è stato affidato a Stefano Iseppi di Lavagno, studente a Padova, che dovrà
fare una ricerca storica segnando la presenza di altre piante nella zona,
catalogandone gli esemplari e cercando di tutelarli. Poi verranno fatte
analisi sul Dna per trovare riscontri in altre parti d’Italia e, nei
laboratori dell’università patavina, verranno effettuate analisi a 360
gradi sul frutto, per dimostrare la concentrazione di proprietà
organolettiche in questo frutto. Il pero misso era presente nelle piccole
botteghe di fruttivendolo a Santa Lucia, insieme a carrube, giuggiole,
castagne secche e zucca cotta al forno. Veniva raccolto verde a metà
settembre e lasciato in cantina a maturare; si presenta marrone sia dentro
che fuori e dal gusto dolcissimo, tanto da sembrare un frutto cotto. Il
Pancirolli ne parla come di un dattero della Lessinia. La pianta, infatti,
presiste soltanto in montagna e collina, stupenda al momento della
fioritura.G.G.
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