giovedì 08 maggio 2008 provincia pag. 27

FUMANE. Depositata in Provincia la documentazione per la procedura di valutazione dell’impatto ambientale, relativa alla conferma dell’impiego di scarti industriali

Cementificio, una «Via»
anche per usare i rifiuti

di Giancarla Gallo

La Cementirossi ha depositato martedì in Provincia la documentazione necessaria per l’avvio della procedura di valutazione dell’impatto ambientale, relativa alla conferma dell’utilizzo di rifiuti come ceneri, ossidi di ferro e gessi nella produzione del cemento.
«Sebbene la normativa preveda una fase di analisi preliminare, a completamento della quale la Commissione provinciale Via può anche non ritenere necessaria la procedura di valutazione d’impatto ambientale, la Cementirossi ha deciso di avviare comunque la procedura, in occasione della presentazione della domanda di rinnovo dell’autorizzazione, così da garantire un processo trasparente, nel corso del quale tutte le parti possano prendere visione dei documenti e proporre eventuali osservazioni», precisa l’ingegner Pierandrea Fiorentini, responsabile dei servizi ambientali del cementificio di Fumane.
Le tipologie di rifiuti per cui si chiede la conferma dell’autorizzazione sono quelle attualmente utilizzate, a esclusione dei calchi di gesso, delle ceneri da biomassa e delle farine animali, che dal 2006 non si utilizzano più. Si tratta quindi di scaglie di laminazione per un quantitativo di 12 mila tonnellate all’anno, 80 mila tonnellate di ceneri pesanti all’anno, provenienti dagli inceneritori, e 30 mila tonnellate annue di gessi di desolforazione provenienti dalle centrali termoelettriche a carbone. In totale, si tratta di 122 mila tonnellate di materiali che sostituiscono di fatto l’utilizzo della marna, che così non viene estratta dalle colline della Valpolicella.
Nella richiesta l’azienda ha aumentato le quantità di gessi, che dovrebbero passare da 10 mila a 30 mila tonnellate. Per quanto riguarda lo smaltimento dei fanghi di lavorazione del marmo (ed eventualmente delle ramaglie) sarà necessaria prima l’autorizzazione per la costruzione del nuovo impianto di cottura. I forni attuali, infatti, non sono adatti, in quanto non in grado di fornire il calore di recupero necessario all’essiccazione di tali materiali.
«A breve», aggiunge Fiorentini, «l’azienda presenterà uno studio di valutazione dell’impatto ambientale specifico per i nuovi impianti e per la nuova linea di cottura, che verrà illustrato alla popolazione in incontri pubblici».
L’azienda a Fumane produce cementi di alta qualità utilizzando, fra le materie prime, anche materiali non pericolosi provenienti da altre attività umane, quali appunto le ceneri degli inceneritori, le scaglie di laminazione, il gesso da desolforazione. «Tali materiali», spiegano i tecnici del cementificio, «sottoposti a una accurata selezione e testati prima dell’impiego, vengono riutilizzati al posto e a integrazione delle materie prime naturali che, quindi, vengono risparmiate. Questo nel rispetto dello sviluppo sostenibile e seguendo le indicazioni delle norme europee e nazionali sulla gestione dei rifiuti, che si basano sul principio del riutilizzo dei materiali, evitando la discarica».
Attualmente, l’utilizzo di rifiuti riguarda esclusivamente la sostituzione di materie prime. In questo momento circa il 10 per cento delle materie naturali viene risparmiato grazie all’impiego di rifiuti recuperabili non pericolosi. Va detto che non tutti i rifiuti sono idonei all’utilizzo nel ciclo produttivo del cemento. Essi devono contenere calcio, silice, alluminio e ferro ed essere privi di composti che potrebbero compromettere la cottura del cemento. Ciò riduce di molto la disponibilità di materiali di recupero, considerato anche che devono essere disponibili vicino al luogo d’impiego.

 

giovedì 08 maggio 2008 provincia pag. 27

LA SITUAZIONE. Dopo il sì dei Comuni e della Provincia, su Marezzane manca solo la Regione

Nuovo stabilimento:
presentazione in vista


Un’azienda in espansione e in attività: è la fotografia della Cementirossi, che è in attesa del via libera sia per l’ampliamento dello stabilimento nella Valle dei progni che per l’apertura del cantiere di Marezzane, a MARANO. Entrambi gli iter sono in dirittura d’arrivo.
Tra qualche giorno, infatti, l’azienda presenterà alla popolazione, in un incontro pubblico, lo studio di valutazione dell’impatto ambientale per l’ampliamento e l’ammodernamento dello stabilimento di Fumane, il cui progetto era stato illustrato lo scorso anno.
Tra le novità c’è il nuovo forno «a cicloni», alto 92 metri, che consentirà di raggiungere elevate temperature e quindi di trattare anche qualsiasi tipo di rifiuto, ma anche di scendere in tempi velocissimi a temperature basse. Il nuovo stabilimento, assicura l’azienda, garantirà minori emissioni di polveri e Co2, grazie ai filtri a manica e a sistemi più moderni di controllo ai camini.
La Provincia, che ha in mano il progetto di ampliamento dello stabilimento per la valutazione, dovrebbe esprimersi a breve, per passare poi la palla ancora una volta alla Regione, che dovrà dare il definitivo semaforo verde. L’amministrazione provinciale, poi, ha di recente espresso parere favorevole al progetto di coltivazione sulle colline di Marezzane, dopo il sì dei comuni di MARANO e Fumane, che hanno però chiesto una serie di interventi di compensazione dell’impatto ambientale. Nella delibera approvata dal Consiglio provinciale all’unanimità, si sottolinea la necessità di risolvere i problemi relativi a traffico e viabilità, specialmente a Fumane, con arterie alternative.
Gli ambientalisti, soprattutto Legambiente e Valpolicella 2000, che hanno presentato ricorso al Tar, essendo Marezzane in parte all’interno del Parco della Lessinia, si stanno opponendo a questi piani di espansione e hanno più volte espresso il loro dissenso nei confronti di entrambi i progetti. Oggi, nel pomeriggio, il sindaco di Fumane, Mirco Frapporti, incontrerà la quarta Commissione provinciale per chiarire alcuni aspetti