FUMANE. Discussioni e insulti, ieri in piazza, fra i
rappresentanti di «Futura» e i dipendenti
Cementificio, è scontro
fra comitato e lavoratori
Giancarla Gallo
Il sindaco: «Era ora che facessero sentire la loro voce La
trasformazione in un inceneritore? Possibilità remota»
Lunedì 10 Novembre 2008 PROVINCIA, pagina 20 e-mail print
Lo stabilimento della Cementirossi: il Comitato «Fumane Futura» vorrebbe
la chiusura ... Scontri verbali e insulti ieri mattina nella piazza del
municipio a Fumane, tra un centinaio di lavoratori del cementificio e
alcuni rappresentanti del Comitato «Fumane Futura». La neonata
associazione, che raccoglie una quarantina di cittadini fumanesi, aveva
installato un gazebo per farsi conoscere e distribuire, oltre alle
castagne, volantini alla popolazione: in questi sono espresse le loro
preoccupazioni per il futuro del paese, prima fra tutte la possibilità
che il cementificio diventi un inceneritore, visto che la discarica Ca’
Filissine è chiusa e l’impianto di Ca’ del Bue non parte.
Oltre alla difesa di Marezzane e al problema dell’inquinamento dell’aria
a causa delle polveri, nei volantini era soprattutto esplicitata la
richiesta di arrivare a una graduale chiusura del cementificio.
E proprio questo è stato il «casus belli»: i sindacati confederali Cgil,
Cisl e Uil hanno invitato i dipendenti del cementificio e i camionisti a
riunirsi ieri mattina, riempiendo la piazza e le strade di accesso, per
far sentire la loro voce. Aspri sono stati i toni della protesta dei
lavoratori della Cementirossi, preoccupati per i loro posti di lavoro. I
dipendenti hanno a loro volta distribuito un comunicato sindacale, nel
quale si sottolinea il delicato momento di crisi economica. Non sono
mancati battibecchi, discussioni e attacchi contro i cittadini del
Comitato, nettamente in minoranza dal punto di vista numerico. Il primo
cittadino di Fumane, Mirco Frapporti, che ha condannato la durezza dei
toni e gli insulti, ha commentato: «E’ un grave errore la mancanza di
rispetto dimostrata in questa occasione. Testimonia però la
preoccupazione reale, avvertita da questi dipendenti e artigiani,
presenti in piazza. Mi sembra in ogni caso una cosa importante che i
sindacati provinciali e le rappresentanze sindacali unitarie del
cementificio abbiano preso posizione. Non era mai successo. «Era ora che
i lavoratori facessero sentire la loro voce», sottolinea Frapporti. «A
rischio ci sono infatti un centinaio di posti di lavoro, oltre
all’indotto. Comunque, va chiarito che non spetta a noi come
amministrazione, né a semplici cittadini, chiedere o decidere la
chiusura di uno stabilimento». Il sindaco Frapporti ha poi rassicurato
dicendo che si stanno effettuando tutti i controlli necessari nella
maniera più seria e scrupolosa possibile, sia per quanto riguarda
l’inquinamento e le emissioni in atmosfera, che gli aspetti riguardanti
la salute. «Per quanto riguarda la possibilità che il cementificio
diventi un inceneritore, mi sembra che sia remota: non vi sono
autorizzazioni date finora allo smaltimento di altri rifiuti, non si è
ancora deciso nulla, quindi è inutile parlarne. Mi sembra che questi
comitati abbiano l’intenzione di seminare zizzania e fare terrorismo tra
la popolazione».