sabato 12 gennaio 2008 provincia pag. 23

MARANO. Il Consiglio comunale approva lo studio di impatto ambientale del cementificio, mettendo però dei paletti all’espansione che non coinvolgerà più la frazione

Ruspe a Marezzane, Purano respira

SIMONE VENTURINI

di Giancarla Gallo

Semaforo verde del Consiglio comunale di Marano allo studio di impatto ambientale presentato dalla Cementirossi per la coltivazione del nuovo cantiere di scavo a Marezzane. Il parere favorevole è arrivato dalla maggioranza, mentre contrarie si sono dichiarate le minoranze, che con la mozione del consigliere Mario Lonardi chiedevano di esprimere parere negativo.
Il sindaco Simone Venturini ha letto però un documento, condiviso anche dal Comune di Fumane (dove ha sede il cementificio), in cui viene suggerita una lunga serie di misure di compensazione ambientale e di mitigazione, nonché di approfondimenti progettuali per poter poi fare ulteriori richieste in sede di conferenza dei servizi.
«Mi pare che la rinuncia agli scavi in zona Barbiaghe, cioè nei pressi di Purano, sia di assoluto rilievo», ha commentato Venturini.
La richiesta, formulata dal Comune, dopo una lunga trattativa ha visto infatti la disponibilità - un po’ sofferta - della Cementirossi.
«In questo modo», ha aggiunto il primo cittadino, «le attività di scavo si concentreranno solo in zona Marezzane e la frazione di Purano non sarà più interessata da alcuno scavo. Viene inoltre salvaguardato il principio di "progressività della ricomposizione ambientale" senza cantieri a macchia di leopardo.
«Non posso nascondere la mia soddisfazione per la delibera del Consiglio comunale relativa allo studio di impatto ambientale e al relativo progetto di coltivazione del cantiere di Marezzane», continua il sindaco.
«Il Comune ha richiesto - e credo otterrà - in sede di conferenza dei servizi, l’approvazione del progetto e di avviare subito gli interventi di ricomposizione ambientale in zona Barbiaghe, cioè sotto Purano».
Per il sindaco «l’abitato non sarà più coinvolto nelle lavorazioni e può considerare conclusa l’attività mineraria nei suoi pressi. È un risultato importantissimo per Purano. La posizione del Comune è di concertazione intelligente con l’attività del cementificio che gode della dichiarazione di pubblica utilità che le consente anche di avviare azioni di esproprio. Una posizione di scontro con la Cementirossi non serve a nulla».
Venturini ha spiegato che «gli accordi che verranno organizzati in una apposita convenzione con il concessionario Cementirossi danno ampie garanzie sia di ricomposizione che di controllo ambientale. Otterremo misure di mitigazione e di compensazione importantissime come la ricostruzione della corte di Marezzane, che verrà destinata a pubblica fruizione, per cui abbiamo chiesto un’apposita scheda corredata di foto. Anche la casa del Mazzarino verrà ristrutturata a spese della Cementirossi, mantenendo lo scavo a distanza tala da salvaguardare la scarpata e verrà recuperato l’affresco di Celestino dal Barco. Per questo abbiamo chiesto una strada carrabile di accesso».
Per quanto riguarda la viabilità, il Comune di Marano chiede un progetto dettagliato con la segnalazione sulle strade vicinali e comunali del cantiere e della miniera. Tra le molte richieste incluse nel documento ci sono il monitoraggio delle sorgenti vicine all’area di scavo, le modalità di convogliamento delle acque, la regimazione lungo i versanti, con bacini di decantazione.
Chiesto dal Comune anche il monitoraggio dell’ecosistema del Rio Baiaghe e opportuni corridoi attraverso la strada di cantiere e il nastro trasportatore, un dettagliato rilievo anche dei muri a secco che verranno demoliti e, forse, ricostruiti; non ultimo, è stato richiesto uno studio di impatto acustico per il frantoio e il nastro trasportatore.
sabato 12 gennaio 2008 provincia pag. 23

L’OPPOSIZIONE. Critici i consiglieri di «Alternativa per Marano»: «L’azienda può fare quello che vuole e noi cittadini non abbiamo nessun potere per bloccarla»

«Era il momento di dire no»


Se la maggioranza consiliare alla fine ha dato il via libera allo studio di impatto ambientale del cementificio, le opposizioni hanno ribadito le loro perplessità su un progetto che era stato già pesantemente criticato nella mozione presentata dal consigliere Mario Lonardi, bocciata però dall’assemblea.
«Visto che c’è bisogno di tante richieste di compensazione e mitigazione ambientale da riempire un nutrito documento per sopperire alle numerosissime mancanze, vuol dire che lo studio di impatto ambientale e il progetto di scavo non vanno bene», ha affermato lo stesso consigliere di minoranza Lonardi, ribadendo la necessità di dare parere negativo al documento presentato dalla Cementirossi.
Compatte le minoranze di «Alternativa per Marano», che hanno dato battaglia: Gianantonio Carlassara, Daniela Lonardi e Carlo De Nardi. «Siamo assolutamente contrari a questo parere, tante sono le cose che non vanno, da rettificare. Soprattutto, ci lascia sbalorditi il fatto che l’amministrazione abbia concordato con il cementificio i punti del documento. La cosa che emerge sempre è che la Cementirossi può fare quello che vuole e noi cittadini non abbiamo nessun potere per bloccarla, tanto non serve, tanto non si può fare nulla. Da tanti anni sentiamo questa musica».
Lonardi si è detto arrabbiatissimo, al punto che in sede di consiglio ha chiesto ufficialmente che alcune osservazioni della sua mozione, anche se non è stata approvata, vengano ugualmente inviate per conoscenza in Regione. «Non capisco questo atteggiamento dell’amministrazione così ossequioso e disponibile sempre nei confronti di tutto ciò che decide la Cementirossi; non capiamo dove si voglia arrivare. Secondo noi questo era il momento per dire il nostro no a uno studio molto lacunoso e superficiale.
«Eventualmente, si poteva trattare, concordare e fare delle richieste durante la conferenza dei servizi. Invece l’amministrazione ha già concordato, e queste richieste sono praticamente dei suggerimenti, che vengono dati all’azienda per completare uno studio e un progetto pieni di mancanze».
Ma l’aspetto che vogliono sottolineare le minoranze è la situazione della frazione Purano. «E’ stato chiesto nel documento di estrapolare Barbiaghe dall’attività estrattiva», aggiunge Lonardi. «Se si vuole dare pace a Purano, che è stata in mezzo allo scavo sin dall’inizio dell’attività, bisogna chiudere completamente il cantiere. Invece, molto probabilmente, di lì passeranno ancora i mezzi che andranno a Marezzane. Inoltre, bisogna ricordare che Purano è zona di paleofrana, come hanno dimostrato numerosi studi geologici. Terreno molto problematico dunque e quindi è rischioso andare avanti lì con gli scavi. Non dimentichiamo che si è già verificato qualche anno fa un increscioso crollo nella frazione, una vera e propria frana, presa in scarsa considerazione. Per sistemare tutta la zona si dovranno innanzitutto sistemare le scarpate, che hanno una pendenza esagerata». G.G.