FUMANE. All’assemblea, voluta da Cgil Cisl e Uil dopo le
ultime tensioni, un patto con i cittadini per la salute pubblica
Cementificio, i lavoratori
vigilano sulla sicurezza
Sandro Benedetti
Il sindacato è stato chiaro: «Un inceneritore avrebbe davvero un impatto
enorme, ma da qui a parlare di chiudere l’impianto ce ne passa»
Giovedì 13 Novembre 2008 PROVINCIA, pagina 30 e-mail print
Lo stabilimento della Cementirossi, nella valle dei progni
Un’assemblea partecipata. Ma, soprattutto, animata da numerosi
interventi. Era l’obiettivo delle rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl
e Uil del Cementirossi di Fumane, traguardo raggiunto senza difficoltà.
Anzi, è stato difficile arginare la volontà di esprimersi dei dipendenti
dell’azienda, preoccupati dalla richiesta di chiusura di un impianto in
grado di occupare un centinaio di lavoratori, oltre all’indotto.
Un’assemblea anche tesa nei toni, perché le maestranze della
Cementirossi si sono dette «oggetto di un attacco probabilmente di
natura politica, che non tiene conto del fattore occupazionale».
La storia, almeno a Fumane, è nota. Alcuni cittadini del centro della
Valpolicella hanno costituito di recente l’associazione «Fumane Futura»,
con la quale intendono chiedere, di fatto, la chiusura di uno
stabilimento che essi ritengono di forte impatto ambientale, con grandi
preoccupazioni relative all’inquinamento.
In particolare è circolata la voce, smentita più dai lavoratori della
Cementirossi che dall’azienda, che, come scrivono i rappresentanti del
comitato, «il Cementificio, che da tempo brucia carbone e farine
animali, ha fiutato l’affare per cui ha presentato un progetto di
riammodernamento che prevede la costruzione di un forno a cicloni, detta
fuori dai denti un inceneritore, nel quale potranno essere bruciati
rifiuti».
«Non possiamo nascondere che una fabbrica simile abbia davvero un
notevole impatto ambientale», hanno affermato in assemblea i
rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, «ma da qui all’ipotesi di una
chiusura ce ne passa». In particolare il sindacato, dopo aver ascoltato
malumori e timori dei lavoratori, ha sottolineato con forza come «non
dobbiamo avere una posizione che sia appiatita su quella dell’azienda».
Per questo Cgil, Cisl e Uil hanno illustrato la strada da seguire. I
lavoratori del Cementificio, il 40 per cento dei quali abita anche a
Fumane, rivolgeranno tramite le rappresentanze sindacali in azienda un
invito alla proprietà affinché in incontri pubblici dimostri come
l’attività svolta nel sito di Fumane sia assolutamente in regola con i
limiti di legge.
Non solo, ma il sindacato chiede alla Cementificio di «effettuare
ulteriori e consistenti investimenti sul tema della sicurezza sul lavoro
che in questo caso si traduce anche in una sicurezza ambientale. Quindi,
se di centraline che misurano le emissioni di qualsiasi sostanza vietata
ora all’interno dello stabilimento ce ne sono un paio, che se ne
installino delle altre, perché il ruolo dei lavoratori è quello di
garantire alla cittadinanza che l’attività della Cementirossi sia
trasparente e risponda alle regole».
Nonostante i toni, dunque, e gli scontri verbali avvenuti domenica
scorsa in piazza, nessuna volontà di un confronto teso e serrato con gli
esponenti dell’associazione «Fumane Futura» ma, al contrario, l’inizio
di un percorso comune. Entrambi impegnati a vigilare sulla correttezza e
sulla regolarità della produzione del Cementificio, un’azienda che, è
bene ricordarlo, contribuisce a dare reddito a un centinaio di famiglie
in Valpolicella.