lunedì 14 gennaio 2008 provincia pag. 18

BOSCOCHIESANUOVA. Provocatoria presa di posizione di Lessinia Europa sulla vicenda strade bianche e Marezzane

Asfalto? Meglio azzerare
sia presidente che Parco
EMANUELE NAPOLITANO

di Vittorio Zambaldo

Asfaltare o impermeabilizzare le strade dentro il Parco è per l’associazione Lessinia Europa «una proposta in clamoroso contrasto con la legge e con il comune buon senso, oltre che più semplicemente con il Piano ambientale del Parco».
Emanuele Napolitano e Tomaso Bianchini, esponenti dell’associazione, scrivono al presidente di Comunità montana e Parco, Stefano Marcolini, per chiedergli di dimettersi: «affinché sia possibile aprire una serena riflessione sulla gestione di questi anni del Parco naturale, da parte della Comunità montana della Lessinia, valutando se esistano alternative per una diversa gestione».
La possibile asfaltatura delle strade bianche è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché Lessinia Europa contesta anche il comportamento di basso profilo tenuto dall’ente sulla vicenda di Marezzane, la collina di Marano di Valpolicella, dentro l’area protetta, che potrebbe essere divorata dall’avanzare della miniera per fornire marna al cementificio di Fumane.
«Non ci risulta esista al mondo un parco come quello della Lessinia che possa permettersi dentro i suoi confini una concessione mineraria e l’asfaltatura di strade. Sarebbe un unicum non solo per le sue bellezze architettoniche e paesaggistiche, ma anche per le sue orribili concessioni. Senza aggiungere la catastrofe ambientale attualmente in corso nelle aree immediatamente esterne al perimetro del Parco, dove centinaia di cave, mai ripristinate e sempre più estese, stanno devastando il paesaggio della Lessinia nel silenzio più totale», aggiungono i firmatari.
L’alternativa alle dimissioni del presidente? «Che si cancelli il Parco, indebolito e svuotato di ogni significato per il quale non riteniamo sia corretto spendere soldi pubblici, che potrebbero essere meglio utilizzati per costruire scuole, ospedali o biblioteche», è la provocatoria proposta. A casa tutti dunque, anche direttore, impiegati e guardaparco, inutili per tutelare un’area che non è più protetta da nessuno.
Ma il presidente Marcolini smorza i toni: «Su Marezzane ripeto che c’è in ballo un ricorso al Tar contro la concessione mineraria e lo manterremo: saranno i giudici a dire se sia possibile una miniera dentro il Parco». Sull’impermeabilizzazione delle strade bianche fa osservare che «è solo una proposta, come ne arrivano al Parco tante. La Giunta ha chiesto un parere al Comitato tecnico scientifico, non l’ha fatta propria e oggi discuteremo di questo e altro. Non è detto che la proposta passi il vaglio della Giunta o sia portata in Consiglio. Mi sembra prematuro enfatizzare le conseguenze di un’idea: sarebbe mettere il carro davanti ai buoi», precisa Marcolini.
Mette in chiaro che per il momento non è in discussione nessuna variante ma che si era pensato di mettere mano all’articolo 38 del piano ambientale del Parco per uscire da una formulazione a suo dire ambigua, che recita: «Le strade esistenti dovranno essere riattate, ove necessario, in tutti i loro elementi costitutivi, utilizzando esclusivamente materiali e tecniche costruttive che consentano di riportarle al loro aspetto originario».
«Ci sono nel Parco strade asfaltate che hanno bisogno di manutenzione: dobbiamo riportarle allo stato originario di strade bianche o si può intervenire con un nuovo manto di copertura? Oppure la strada Aliana che per un tratto è asfaltata e per un tratto lasciata bianca, dentro il Parco. Poi riprende l’asfalto fuori del Parco e torna di nuovo bianca: non è forse il caso di arrivare a un’ omogeneità?», si chiede Marcolini, che assicura essere fuori da ogni asfaltatura la Translessinia, da San Giorgio a Fittanze, passando per Podestaria. In aiuto al presidente arriva la cassa: «Non ci sono risorse per asfaltare strade nel Parco», precisa, ed è forse per oggi e per tutti l’argomento più convincente.