sabato 23 febbraio 2008 provincia pag. 26
VALPOLICELLA. Iniziative delle associazioni ambientaliste in attesa che la
Regione si pronunci sugli scavi proposti dal cementificio anche nel Parco
della Lessinia
Presidio naturalista
all’oasi minacciata
di Giuseppe Anti
Un «presidio naturalista» si terrà da aprile nei boschi e sui prati di
Marezzane, l’oasi verde in Valpolicella minacciata dai progetti di scavo
del cementificio di Fumane. L’iniziativa, che prevede camminate, feste
campestri ogni domenica e un campo nazionale di Legambiente nel luglio
prossimo, è stata annunciata nella sede veronese dell’associazione
ambientalista in una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche Wwf e
Valpolicella 2000. Le associazioni si oppongono agli scavi «perché la
vocazione della Valpolicella è quella del turismo e del vino, per cui il
suo nome è famoso nel mondo, e non del cemento», come ha detto Lorenzo
Albi, presidente veronese di Legambiente.
I progettati scavi della Cementirossi demolirebbero una collina, di cui
23,5 ettari in territorio protetto all’interno del Parco regionale
naturale della Lessinia, asportando materiale per sei milioni di metri
cubi. Il progetto ha ricevuto pareri favorevoli dai Comuni interessati,
Fumane e MARANO, che gli ambientalisti accusano «di favorire le attività
più remunerative nel breve periodo» (il cementificio crea posti di lavoro
e finanzia lavori pubblici), ma il via libera ai nuovi scavi potrà
arrivare solo dalla commissione per la valutazione d’impatto ambientale
(Via) della Regione Veneto.
La commissione regionale Via sta esaminando lo studio di impatto
ambientale presentato dalla Cementirossi e le osservazioni presentate in
merito. Si sono fatte vive in Regione, contestando con vari argomenti la
proposta di scavi, Comunità montana della Lessinia (da cui dipende il
Parco naturale regionale che sarebbe intaccato), Wwf, Legambiente e
Valpolicella 2000. Quest’ultima associazione, attiva da anni per salvare
Marezzane, ha inviato alla commissione Via 73 osservazioni specifiche e
sei relazioni tecniche. Altre tre osservazioni critiche sono state
presentate da piccoli proprietari che non hanno venduto i loro terreni al
cementificio e non vogliono vederseli espropriare.
In attesa della Via, è fermo al Tribunale amministrativo regionale del
Veneto (Tar) il ricorso contro gli scavi a Marezzane presentato ancora nel
2000 dalla Comunità montana-Parco della Lessinia. «Chiediamo al Parco di
sollecitare la sentenza al Tar», ha detto Albi di Legambiente, mentre
anche il Fondo Italiano per l’Ambiente (Fai) ha assicurato il suo appoggio
all’azione del Parco naturale della Lessinia.
Perché difendere Marezzane? Risponde Daniele Todesco di Valpolicella 2000:
«È in ballo il futuro della Valpolicella. Mai un cementificio avrebbe
dovuto nascere in un’area agricola di pregio. Ora l’impianto è alla fine
del suo ciclo produttivo, gli restano da sfruttare le miniere attorno a
Purano. Sarebbe l’occasione per dire stop. Se invece il cementificio avrà
via libera a Marezzane, continuerà a distruggere il territorio ben oltre
il 2025, data fino a cui ha ottenuto la concessione mineraria. Non si
spiega altrimenti l’investimento da 90 milioni di euro annunciato per i
nuovi impianti di Fumane».
Per Manuela Formenti (Wwf) «Marezzane sarebbe la quarta collina a sparire
tra Valpolicella e Lessinia, distrutta dagli scavi del cementificio.
Un’oasi intatta sarebbe sostituita, dopo la distruzione degli scavi, da un
rifacimento con laghetti artificiali al posto dei vaj e rimboschimenti
invece della flora naturale».
Nella valutazione dell’impatto ambientale, concludono gli ecologisti, «va
considerato l’effetto degli ulteriori scavi su un’area — Valpolicella e
Lessinia — già compromessa da cave ed edilizia, che deve salvare il verde
superstite se vuole dare un futuro alla sua prima risorsa, la viticoltura.
Fumane poi, con il nuovo, ampliato cementificio, diventerebbe la seconda
Ca’ del Bue, con un forno alto 92 metri, tunnel stradali e viadotti per il
passaggio dei camion. Già l’attuale cementificio è autorizzato a smaltire
112mila tonnellate l’anno di rifiuti; il nuovo impianto potrebbe diventare
un inceneritore, come è successo in stabilimenti analoghi».
sabato 23 febbraio 2008 provincia pag. 26
FUMANE. Sul municipio lo schermo aggiornato con i rilevamenti della
centralina di controllo
Inquinamento dell’aria
I dati sul video in piazza
di Giancarla Gallo
È stato installato il pannello elettrico che informa in diretta sulla
qualità dell’aria a Fumane, dove scarica i suoi fumi il cementificio: da
gennaio, le polveri sottili (PM10) per 19 volte hanno superato il livello
masimo di legge. Il pannello si trova sulla facciata del palazzo
municipale. Ogni mattina gli uffici comunali provvedono a leggere le
comunicazioni provenienti dall’Arpav (agenzia regionale protezione
ambientale), rilevati dalla centralina che si trova vicino alle scuole
medie del capoluogo.
«Si tratta di un libro aperto, che dà informazioni dirette», spiega il
sindaco, Mirco Frapporti, «non complete, perché riferisce solo alcuni
dati, soprattutto le polveri sottili, dati ufficiali validati del giorno
prima, in quanto non è possibile averli del giorno stesso». Il pannello è
stato installato dopo l’accordo tra Comune e Cementirossi. Durante i fine
settimana, quando l’Arpav non raccoglie e non trasmette dati, il pannello
esporrà i dati del venerdì.
Intanto sta continuando la seconda parte dei controlli sull’inquinamento
da parte dell’agenzia per la protezione ambientale, dopo quelli della
scorsa estate.
«Questa seconda fase», continua ancora Frapporti, «verrà ultimata
presumibilmente a marzo e prevede la lettura delle analisi sul muschio e i
licheni, nonché analisi sulle foglie e sul terreno in diverse zone del
territorio comunale, per avere un quadro completo delle conseguenze delle
emissioni di polveri dal cementificio, sia in inverno che in estate. Per
il momento», dice il sindaco, «sembra che non siano stati rilevati dati di
una certa importanza negativa, anche tenendo conto della situazione
meteorologica e paragonata con i dati di Verona città. Comunque al termine
del monitoraggio, faremo un incontro pubblico per presentare i risultati
alla popolazione».
Il cementificio ha finanziato lo schermo. Comunica la Cementirossi: «Il
display rappresenta il passo conclusivo di un progetto che ha visto la
collaborazione tra Cementirossi, il Comune di Fumane e la comunità locale.
La centralina, infatti, è stata installata accogliendo una richiesta
espressa dal Comune e dalla popolazione fumanese, durante numerosi
incontri pubblici organizzati non solo dall’amministrazione, ma anche da
associazioni ambientaliste e dalle minoranze, a cui hanno partecipato
Cementirossi e la cittadinanza di Fumane. Benché si tratti di un
provvedimento finalizzato al monitoraggio delle emissioni di varia fonte
che riguardano il territorio di Fumane in generale, Cementirossi auspica
che questo possa contribuire in ogni caso a un rapporto sempre più sereno
e trasparente tra l'azienda e la comunità locale».
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