venerdì 23 maggio 2008 provincia pag. 25

FUMANE. Presentata dall’azienda la terza valutazione di impatto ambientale, quella relativa all’ammodernamento dello stabilimento nella valle dei Progni

Cementificio, è dibattito
sulla questione-salute

PIERANDREA FIORENTINI

di Giancarla Gallo

Cementirossi ha fatto tris. Nel giro di poche settimane l’azienda ha presentato tre studi di valutazione di impatto ambientale: per il cantiere di Marezzane, per l’utilizzo di rifiuti e, ultimo in ordine di tempo, per l’ammodernamento dello stabilimento di Fumane.
Mercoledì il «nuovo» cementificio è stato illustrato alla popolazione in un’assemblea dall’ingegner Stefano Nerviani di Europrogetti.
In primo piano soprattutto l’aspetto sanitario, analizzato dal dottor Lucio Palin. L’indagine è stata effettuata sulla base dei dati relativi alle cause di morte riportate sull’«Atlante di mortalità del Veneto» per il ventennio 1980-2000.
«Non vi sono connessioni evidenti che facciano pensare a un aumento di mortalità legato all’attività del cementificio», ha sostenuto Palin. Ma le contestazioni da parte del pubblico sono state numerose: nell’indagine ci si ferma al 2000 senza valutare gli ultimi anni, tremendi per l’inquinamento in tutta la pianura padana.
Dalle tabelle risulta infatti che, per alcune cause di morte, ci sono stati importanti incrementi dal 1990 al 2000. Inoltre, mancano completamente dati, e quindi non ci sono indagini, su malattie come asma, riniti, allergie, legate all’apparato respiratorio. Tra il pubblico alcune persone hanno testimoniato personalmente di soffrire di queste patologie.
In attesa di conoscere i dati dell’Ulss 22, il dottor Alessandro Formenti ha sollecitato l’indagine sulla presenza non tanto delle Pm10, le polveri sottili, quanto delle nanoparticelle. Dal pubblico sono stati chiesti controlli sulla chiusura rigorosa dei teloni dei camion, ma anche sulle polveri prodotte dal traffico pesante.
Daniele Todesco, presidente di Valpolicella 2000, riportando le preoccupazioni della popolazione per la salute, ha provocatoriamente chiesto di esaminare come stanno gli operai che insaccavano a mano il cemento in passato, ma soprattutto ha contestato la mancanza di dati sulla somma degli inquinanti e sulle concentrazioni medie annue di polveri, che vedrebbero dati di ricaduta più alti nelle località limitrofe, e addirittura allarmanti, ad esempio per il monte Santoccio (ben 79 tonnellate contro la tonnellata in ricaduta su Fumane).
«Si tratta di una simulazione di ricaduta, quindi non bisogna allarmarsi», ha risposto l’ingegner Pierandrea Fiorentini, responsabile dei servizi ambientali della Cementirossi, che ha avuto il suo bel daffare a rispondere a un pubblico spesso agguerrito, commentando i grafici studiati dal Politecnico di Milano.
«La torre alta 92 metri, che ospita il forno a cicloni, permetterà una migliore dispersione degli inquinanti. Inoltre i moderni filtri a manica, che verranno installati in caso di autorizzazione, dovrebbero filtrare anche le particelle più piccole e funzionano anche in caso di blackout elettrico. Il cemento prodotto, pur impastato con rifiuti da altre lavorazioni, è di ottima qualità e certificato. L’azienda», ha aggiunto, «ha dato l’incarico di effettuare uno studio anche per quanto riguarda il problema del traffico».
E appunto su questo si sono scatenate le reazioni del pubblico che ha contestato i dati, giudicati «troppo bassi», relativi al passaggio dei mezzi pesanti in paese. Non sono mancate contestazioni anche sul rischio che, nel nuovo forno, vengano utilizzati rifiuti come i fanghi dalla lavorazione del marmo (citati nello studio di «Via» per 200 mila tonnellate annue, cioè un terzo dell’intera produzione del Veronese) o altri combustibili, ad esempio gli pneumatici, come già avviene negli altri due stabilimenti Cementirossi di Pederobba (Treviso) e di Piacenza.
«Questa amministrazione comunale non darà mai parere positivo all’uso di altri combustibili che non siano quelli usati attualmente, cioè bitume, pet coke e oli pesanti», ha rassicurato il primo cittadino Mirco Frapporti, che ha già programmato per il 24 giugno un Consiglio comunale nel quale si discuterà dei tre progetti di «Via» presentati da Cementirossi.
Per quanto riguarda il fatto che l’azienda abbia presentato tre progetti e tre studi separati, l’ingegner Giuseppe Fais, direttore tecnico, ha spiegato che «ogni fase deve essere valutata singolarmente, in modo che un progetto non pregiudichi gli altri. Nel caso ci fossero novità nell’utilizzo di sostanze, presenteremo altre richieste e altri studi di Via. Intanto abbiamo chiesto se questi progetti sono compatibili con l’ambiente».

 
venerdì 23 maggio 2008 provincia pag. 25


Nuovi filtri in tessuto
risparmio di energia
e due anni di lavori

 

Il progetto di ammodernamento del cementificio, il cui completamento in caso di autorizzazione è previsto nell’arco di due anni, porterà un incremento della capacità produttiva del 16 per cento, passando da 500mila a 580mila tonnellate annue. Questo prevede la sostituzione delle due attuali linee di cottura, installate nel 1962 e nel 1972, con un unico forno a tecnologia secca con preriscaldatori a cicloni, che consente una diminuzione del 45 per cento nella emissione di ossidi di zolfo e del 27 per cento di ossidi di azoto. Nel nuovo forno, posizionato dentro una torre alta 92 metri (che sostituisce gli attuali Lepol), si formerà un vortice che farà compattare farina di cemento e gas. Il nuovo mulino di macinazione, che sostituisce quello a sfere, sarà verticale e meno rumoroso. Un abbattimento delle emissioni di polveri del 33 per cento sarà ottenibile anche attraverso la sostituzione degli attuali elettrofiltri con filtri in tessuto a manica. Per quanto riguarda il consumo di risorse, la nuova tecnologia consentirà di ottenere un risparmio pari al 13 per cento di calore e del 22 per cento di energia elettrica per tonnellata di clinker prodotto. La maggiore efficienza consentirà di utilizzare minori quantità di combustibile con un corrispondente minor volume di anidride carbonica emessa. Inoltre, significativa sarà la diminuzione del consumo idrico, pari al 60 per cento.
Per quanto riguarda il traffico potrà esservi un miglioramento, in quanto il clinker, semilavorato prodotto dai forni di cottura, potrà essere prodotto internamente riducendo il numero di camion che lo trasportano dall’esterno. Con la trasformazione dell’impianto circoleranno ogni giorno, secondo l’azienda, 17 mezzi pesanti in più per senso di marcia, che rappresentano un aumento del 15 per cento, rispetto agli attuali mezzi in ingresso e uscita dall’impianto. Dai 228 transiti giornalieri, insomma, si passerà a 262, tenuto conto anche dei rifiuti che vengono trasportati. Nel caso di mancata autorizzazione, l’incidenza dei mezzi in ingresso per l’approvvigionamento di clinker da altri stabilimenti è stimato in significativo aumento, stimabile in termini assoluti in un 23 per cento in più. L’impatto acustico resterà quasi invariato. Per quanto riguarda i livelli occupazionali, sono confermati i cento dipendenti, oltre a un indotto di circa 150 persone. L’ambiente di lavoro, annuncia l’azienda, verrà ancora migliorato grazie alla maggiore automatizzazione della nuova linea di cottura. G.G.