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FUMANE e MARANO. I due Consigli comunali hanno approvato la convenzione
per il rinnovo della concessione mineraria di Monte Noroni
Il Cementificio si può allargare
Giancarla Gallo
Sì anche all’apertura del discusso cantiere di Marezzane Minoranze
all’attacco: «Prima deve deliberare la Regione»
La valle dei progni con il cementificio: l’azienda è pronta a ampliare
l’area di ... È stata approvata, con il voto contrario delle minoranze a
Fumane e l’uscita dalla sala consiliare dell’opposizione a Marano, la
convenzione tra i due comuni e la Cementirossi, relativa al rinnovo
della concessione mineraria di Monte Noroni e al progetto di
coltivazione del cantiere di Marezzane. C’è stata battaglia ieri sera al
Consiglio di Marano che ha spostato la trattazione dei punti riguardanti
la concessione per l’intervento del consigliere comunale Mario Lonardi
che ha sollevato molte contestazioni allo scavo prima di lasciare l’aula
insieme ai colleghi della minoranza. Compatta invece la maggioranza che
ha approvato la convenzione.
Battaglia anche a Fumane l’altro ieri, dove i consiglieri delle
minoranze hanno contestato il progetto, aprovato invece dalla
maggioranza.
«Dopo il sopralluogo di due mesi fa da parte della commissione regionale
per la valutazione di impatto ambientale, nei luoghi dove dovrebbe
sorgere il cantiere di scavo, i due comuni interessati devono ora votare
il documento da presentare al prossimo incontro con la commissione Via»,
ha spiegato in consiglio il sindaco fumanese, Mirco Frapporti.
L’incontro dovrebbe avvenire nei primi giorni di gennaio e, nello stesso
mese, la commissione dovrebbe esprimersi, dando il suo parere sulla
coltivazione di Marezzane. «Per legge, quindi, si deve proporre alla
Regione un documento propedeutico, che spieghi qual è la posizione dei
due comuni e quali le richieste». I comuni di Marano e Fumane avevano
preparato un documento unico con una serie di richieste al cementificio,
documento che lo scorso gennaio era stato approvato dai rispettivi
consigli comunali. E a Fumane il via libera era avvenuto all’unanimità.
A sorpresa, nella seduta consiliare di lunedì, le minoranze hanno invece
votato contro e hanno contestato sia il documento che la possibilità di
utilizzare materie prime alternative alla marna. A motivare il voto
contrario è il fatto che la Regione non si è ancora espressa, e non ha
quindi elaborato alcun documento contro cui proporre variazioni,
suggerimenti o contestazioni. Ne è nata una discussione dai toni accesi
fra l’opposizione e la maggioranza. «Siamo contrari a fare riferimento a
una deliberazione regionale che non c’è: comportarsi così è
illegittimo», ha detto il consigliere Antonio Fumaneri. Gli ha fatto eco
il capogruppo Domenico Bianchi: «Non sappiamo ancora quello che
delibererà la Regione, ci potremo opporre dopo, oppure no?». Il sindaco
Mirco Frapporti ha ribattuto: «Noi abbiamo fatto le nostre proposte; se
la Regione non dovesse accogliere questa convenzione, si proseguirà
sulla base di quella stipulata nel 1999. Mi impegno a rispettare quel
che il Consiglio comunale ha espresso: presentiamo una convenzione che
serva alla commissione regionale Via per prendere le decisioni».
Contrasti anche sulle materie prime destinate alla cementeria,
soprattutto sulla possibilità che a Fumane si possano smaltire rifiuti,
e sul denaro percepito dalle amministrazioni comunali. «La Cementirossi
dà soldi al Comune, ma non si può smaltire di tutto», ha attaccato
Fumaneri, «bisogna assicurarsi che venga rispettata la normativa sui
rifiuti, in base alla legge 152 del 2006, e che venga usato solo ciò che
è stato autorizzato». Il sindaco ha dichiarato il suo impegno affinchè
non venga autorizzato nessun tipo di rifiuto. «Entro un mese verrà
decretato dalla Provincia che la Cementirossi può usare, in sostituzione
o integrazione della marna, tre tipi di materiali: le ceneri pesanti, il
ferro e i calchi di gesso», ha spiegato il sindaco. «È in corso di
autorizzazione, e la commissione Via provinciale ha già dato parere
favorevole dieci giorni fa. Stiamo parlando di materie prime sostitutive
della marna, non di rifiuti da bruciare». E ha concluso: «Siamo in
periodo preelettorale, ogni scusa è buona per attaccare le
amministrazioni al potere e sollevare argomentazioni senza senso».
Sorgenti monitorate
e recupero degli edifici
Purano non si toccherà
Mercoledì 31 Dicembre 2008 PROVINCIA, pagina 25
Le «torri» della Cementirossi
Nel documento, condiviso anche dal Comune di Fumane, viene suggerita una
lunga serie di misure di compensazione ambientale e di mitigazione,
nonché approfondimenti progettuali. Le attività di scavo si
concentreranno solo in zona Marezzane e la frazione di Purano non sarà
più interessata da alcuno scavo. Viene inoltre salvaguardato il
principio di «progressività della ricomposizione ambientale», ovvero man
mano che si scava si deve procedere alla ricomposizione, senza cantieri
a macchia di leopardo. Obbligatori anche i controlli ambientali e di
regolazione nel rapporto dell’area scavata. Vengono poi richieste misure
di mitigazione e di compensazione importantissime come la ricostruzione
della corte di Marezzane, che verrà destinata a pubblica fruizione, per
cui è stata richiesta un’apposita scheda corredata di foto. Anche la
casa del Mazzarino verrà ristrutturata a spese della Cementirossi,
mantenendo lo scavo a distanza tale da salvaguardare la scarpata e verrà
recuperato l’affresco pittorico di Celestino dal Barco. Per questa si
dovrebbe realizzare una strada carrabile di accesso. Per quanto riguarda
la viabilità, il comune di Marano chiede un progetto dettagliato con la
segnalazione sulle strade vicinali e comunali del cantiere e della
miniera. Tra le molte richieste incluse nel documento ci sono il
monitoraggio delle sorgenti vicine all’area di scavo e le modalità di
convogliamento delle acque: «Occorre regimare», dice il documento, «le
acque lungo i versanti con bacini di decantazione». Richiesti anche il
monitoraggio dell’ecosistema del Rio Baiaghe e opportuni corridoi
attraverso la strada di cantiere e il nastro trasportatore. E ancora, un
dettagliato rilievo dei muri a secco che verranno demoliti e
ricostruiti; non ultimo è stato richiesto uno studio di impatto acustico
per il frantoio e il nastro trasportatore e un incontro nella sede della
facoltà di Enologia di San Floriano per gestire un impianto di vigneti e
valutare le incidenze dell’attività di scavo. G.G.
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