venerdì 29 settembre 2006 provincia pag. 31


Valpolicella. I sindaci di Marano e Fumane criticano i promotori della manifestazione dell’8 ottobre e rilanciano il confronto

Marezzane, bocciata la marcia

«La concessione spetta al ministero, e il Cementificio non è un bubbone»

Marano. Sono decisamente contrari alla marcia di protesta, in programma l’8 ottobre, i sindaci dei due comuni interessati, Marano e Fumane, che contestano anche il titolo dell’iniziativa: «Marezzane non si tocca». «La marcia è uno strumento che non si addice per assumere decisioni in merito a temi importanti come le concessioni minerarie, per la loro rilevanza economica e le ripercussioni ambientali che ne derivano», spiega Simone Venturini, primo cittadino maranese. «Storicamente le marce sono state strumento militare, oggi assunte, non a caso, a strumento espressivo di posizioni unilaterali.
«Nel caso in esame, poi, non si comprende a cosa dovrebbe servire una marcia che si intitola "Marezzane non si tocca". A chi è rivolto l’imperativo? E perché decida che cosa?», si chiede. «Marezzane è una zona inserita nell’area di concessione mineraria di scavo fin dal suo primo rilascio da parte del ministero dell’Industria (anni ’70).
«Tale concessione non è stata né voluta né cercata dall’amministrazione comunale, essendo disciplinata dal decreto sulle miniere che riserva la competenza in materia unicamente al Governo, in quanto sono ritenute elementi di pubblica utilità. Il rinnovo di tale concessione, avvenuto nel 1999, ha portato a una sensibile riduzione dell’area mineraria nel territorio di Marano, grazie all’abile trattativa condotta dall’Amministrazione comunale in sede di Conferenza dei servizi.
«In uno Stato di diritto», continua, «le concessioni, i contratti, le convezioni si rispettano ed eventuali modifiche vengono concordate tra le parti. Voler imporre al concessionario Cementirossi, come pare vogliano fare i promotori dell’iniziativa, di non scavare a Marezzane quando la concessione mineraria lo prevede, significa ricercare un atto di forza che trascende le regole del diritto».

«Tutta l’area di scavo interna alla zona mineraria», conclude il sindaco maranese, «è oggetto di un attento controllo e si sta portando avanti da anni un vasto intervento di ripristino ambientale con il ripopolamento vegetale e animale. Tutta la zona è destinata a divenire un grande parco».
Il primo cittadino di Fumane, Mirco Frapporti, vede nel titolo negativo una chiusura al dialogo: «La nostra amministrazione sta puntando sullo sviluppo sostenibile e sull’utilizzo oculato delle risorse, con la coscienza che sono esauribili, per cui tutto l’intervento va graduato; l’impegno messo dalle amministrazioni ha ottenuto un vero controllo del territorio e la ricomposizione ambientale.
«Il Cementificio dà occupazione a un centinaio di persone ed è parte di una realtà economica, sociale e politica, con cui dobbiamo fare i conti da amministratori. Non è un bubbone. In ogni caso, lo scavo a Marezzane deve essere suffragato da una analisi ambientale, come richiesto dalla conferenza di servizio prima del rinnovo. Riteniamo l’area di grande valore ambientale, per questo abbiamo chiesto alla Comunità montana della Lessinia di effettuare uno studio specifico. Rimane comunque prioritario un fatto: e cioè che il confronto su questo tema delicato coinvolge amministrazioni, impresa, lavoratori occupati e cittadini.
«I proponenti la marcia», sottolinea Frapporti, «partono da un presupposto negativo, per cui vedremo quali saranno gli spazi di discussione. Certo, va costruito un rapporto e un confronto sullo sviluppo».
Sottolinea quella che definisce una «esagerazione», una «scorrettezza» e «la mistificazione del significato della marcia» anche una cittadina, Ida Lonardi, che abita vicino all’area di Marezzane: «Stanno esagerando, hanno messo i volantini che pubblicizzano la marcia anche sugli scuolabus. Questa è una propaganda politica! Si continua a parlare solo di Marezzane, ci si accanisce su questo luogo. Ma gli altri posti non sono ugualmente importanti? Dobbiamo ricordare che la Cementirossi dà contributi economici alle amministrazioni per le scuole, i trasporti, e ha fatto tanti interventi, quindi bisogna lasciarla stare. Il cemento serve. Questo luogo era dimenticato, poi è stato inserito nel Parco: e ora si vede la differenza. Di qua dalla strada tutto è invece lasciato alle erbacce. Ci sarebbe, ad esempio, una giassara e una fontana da rivalutare e sistemare».
Giancarla Gallo