martedì 03 ottobre 2006 provincia pag. 27


MARANO. Ecologisti mobilitati per la collina compresa nel Parco naturale della Lessinia minacciata dagli scavi del cementificio di Fumane

Domenica la marcia per salvare l’oasi di Marezzane

I promotori ai due sindaci che hanno contestato l’iniziativa: «Anche voi sarete danneggiati»

Si terrà domenica la marcia «per salvare l’oasi di Marezzane», snodandosi su strade e sentieri nell’oasi di Marezzane, sito naturalistico inserito nel Parco della Lessinia che rischia di sparire perché fa parte della zona in cui sono preiste le escavazioni del cementificio di Fumane. La manifestazione è promossa dalle associazioni ambientaliste Legambiente, Wwf, Lipu (lega italiana protexione uccelli), Italia Nostra e Valpolicella 2000. I sindaci dei Comuni interessati dagli scavi del cementificio, Fumane e Marano, hanno contestato l’iniziativa (L’Arena, 29 ottobre). La marcia durerà due ore. Il ritrovo è per le ore 9,30 a Malga Biancari in località Girotto, a nord di Marano, mentre la partenza è prevista per le 10. All’arrivo si potrà fare picnic e assaggiare gli gnocchi di malga e acquistare prodotti tipici locali. Alle 13 inizieranno gli interventi sul tema «Facciamo il punto su Marezzane». Il pomeriggio continuerà con attività culturali e ricreative, musica dal vivo e gastronomia.
Il luogo di ritrovo dei marciatori, che cammineranno anche in caso di maltempo, è segnalata con indicazioni stradali per chi viene da fuori zona.
Non vuole polemizzare con i sindaci, contrari alla marcia, Daniele Todesco di Valpolicella 2000, promotore della manifestazione. «Siamo sorpresi e non capiamo l’attacco che ci è stato mosso dai sindaci», dice Todesco. «Noi non ce l’abbiamo con le amministrazioni locali, che pure saranno vittime degli scavi, se dovessero distruggere Marezzane. Questa passeggiata sarà un invito per la gente a prendere consapevolezza di che cosa sta per essere inghiottito dalle ruspe e di che cosa abbiamo intenzione di difendere: un ambiente naturale che va preservato».
Giancarla Gallo

 

martedì 03 ottobre 2006 provincia pag. 27


Nel ricorso contro gli scavi
il Parco regionale resta solo


I Comuni chiedono invece uno studio per limitare i danni

Marano. Comunità montana e Parco della Lessinia sono disposti a collaborare con i Comuni di Marano e di Fumane in merito alla prospettiva di allargare i confini dell’area protetta nelle zone ripristinate dopo gli scavi della miniera sfruttata dallo stabilimento Cementirossi. La proposta era partita mesi fa dal sindaco di Marano Simone Venturini, con una lettera al presidente di Comunità montana e Parco, Stefano Marcolini, in cui Venturini sosteneva che «tutta l’area potrebbe diventare un grande parco fruibile al pubblico e di proprietà dell’amministrazione pubblica».
La questione dell’oasi di Marezzane — che è già compresa nei confini del parco, ma su cui insiste anche la zona mineraria prevista dalla concessione degli anni Settanta e rinnovata nel 1999 — è affrontata dal sindaco Venturini con l’ipotesi di «uno studio per approfondire alcuni temi legati alle condizioni di ripristino a cui assoggettare la ditta concessionaria, allorquando giungerà a scavare in zona Marezzane, e imporre vincoli molto rigidi su tutta l’area non compresa nella zona mineraria, affinché tale zona non venga in futuro ampliata. Lo studio potrebbe evidenziare le condizioni di ripristino ambientale irrinunciabili (previste in maniera generica nella concessione e rimandate ad approfondimenti successivi) a cui assoggettare la concessionaria durante gli scavi a Marezzane e nel contempo imporre vicoli ambientali di assoluta garanzia su tutti gli altri siti non interessati per ora da concessioni minerarie o di scavo», concludeva la lettera del sindaco.
«Abbiamo risposto che per questo serve uno studio multidisciplinare, lo stesso che ha condotto alla stesura del piano ambientale del parco», precisa il presidente Marcolini, «ma va chiarito in premessa che i due Comuni interessati, Marano e Fumane, devono fornire alla giunta integrata della Comunità montana e parco uno studio preliminare di fattibilità in cui siano ben indicati problemi e prospettive relativamente a questi argomenti di allargamento dei confini e di intervento di scavo su un’area protetta».
«Quanto alle procedure conseguenti, il processo è molto lungo e coinvolge oltre ai tecnici, alla consulta, al comitato scientifico, alla giunta e al consiglio integrato per l’adozione, anche la Regione per l’approvazione definitiva attraverso la Giunta e il Consiglio. Mi è parso di capire comunque che i Comuni sono disposti a compartecipare alle spese e al momento siamo nella fase interlocutoria per lo studio dell’assegnazione degli incarichi», rivela Marcolini, confermando la volontà del suo esecutivo di proseguire su questa strada.
Resta intanto aperta anche la prospettiva del ricorso contro gli scavi dentro il parco, nella zona di Marezzane, già inoltrato dall’ente montano al Tribunale amministrativo regionale assieme all’associazione Valpolicella 2000 che da anni si batte per la difesa della Valle dei Progni e di Marezzane. Un ricorso a cui non si sono associati i Comuni di Marano e di Fumane a cui tanto interessa l’ampliamento del parco.
Vittorio Zambaldo

 

 

martedì 03 ottobre 2006 provincia pag. 27


Fumane, studi alla grotta

Firmata la convenzione per archeologia e turismo

È stata stipulata una convenzione per lo sviluppo degli studi e delle ricerche, il finanziamento, la valorizzazione e il proseguimento dello scavo nella grotta di Fumane. Hanno sottoscritto l’atto con il comune di Fumane il ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto, le università di Ferrara e di Milano, la Comunità montana della Lessinia - ente gestore del Parco naturale regionale. Gli enti sottoscrittori della convenzione, che ha validità di cinque anni, costituiscono un comitato per il coordinamento della gestione del riparo preistorico, la promozione delle attività di ricerca scientifica, didattiche e culturali, nonché per la fruizione turistica del sito. Importante è anche l’impegno stipulato per trovare i finanziamenti per poter continuare le attività. Per l’attuazione del programma di lavoro i dipartimenti delle due università, con Alberto Broglio e Marco Peresani per Ferrara, e Mauro Cremaschi per Milano, si impegnano a fornire l’assistenza scientifica, a curare l’edizione, la catalogazione e l’esposizione di quanto trovato durante lo scavo. I reperti, su richiesta, potranno essere dati per lo studio ai ricercatori universitari per un periodo limitato; ma spetterà alla Soprintendenza deciderne la destinazione finale.
Fin dal 1988 è iniziata la collaborazione tra la Soprintendenza e le università per le ricerche nel giacimento paleolitico della Grotta di Fumane. Questa collaborazione ha consentito lo scavo sistematico, lo studio della serie stratigrafica, il restauro, la catalogazione e lo studio dei reperti, oltre alle varie iniziative rivolte alla divulgazione dei risultati delle ricerche. Dal canto suo la Comunità montana ha patrocinato le ricerche con l’acquisizione e la gestione dei fondi necessari, organizzando anche l’esposizione dei reperti nel Museo paleontologico e preistorico di Sant’Anna d’Alfaedo, dove è raccolta la maggior parte del materiale trovato nella grotta. Ora il sito, che nel 2005 è stato inaugurato al termine dei lavori di musealizzazione, può essere visitato da chiunque, anche da scolaresche, grazie a sistemi efficienti di sicurezza. Proprio in questi giorni il cOmune di Fumane si sta attivando per far partire corsi di preparazione per guide specializzate per le visite della grotta. (g.g.)