Domenica 01 Febbraio 2009 PROVINCIA, pagina 30 giornale
 

FUMANE. Pioggia di critiche alle affermazioni del sindaco da parte di cittadini, ambientalisti e minoranze consiliari

«Cementificio assolto?
No, polveri dappertutto»

Giancarla Gallo
I dati dell’Arpav non convincono FUMANEri Bianchi e il gruppo di «Futura» attacca: «Frapporti difende gli interessi dei privati»
Il tabellone che segnala in tempo reale i livelli di inquinamento
Levata di scudi e reazioni a FUMANE, dopo le affermazioni del sindaco Mirco Frapporti sulla qualità dell’aria, basate sui dati ufficiali dell’Arpav, rilevati in un periodo di blocco degli impianti, che di fatto «assolvono» il cementificio. A protestare sono cittadini, associazioni e minoranze politiche, a cui le analisi dei tecnici sono risultate poco credibili. Analisi che sottolineano come il problema dell’inquinamento da polveri sottili sia ormai una questione che riguarda tutta la Pianura Padana.
«La polvere la troviamo dovunque, sulle macchine e sull’insalata negli orti; ogni giorno sui poggioli raccogliamo polvere di cemento. E la vediamo uscire dai camini», contesta un’anziana signora. «La stessa industria, quando presentò il progetto del nuovo impianto, dotato di filtri a manica, aveva garantito un alto abbattimento di polveri sottili emesse, e questo vuol dire che evidentemente ci sono», aggiunge un altro cittadino.
Il consigliere comunale Antonio FUMANEri si chiede: «Dove vanno a finire le tonnellate di sostanze e polveri rilevate dai monitoraggi fatti la scorsa estate dall’Arpav, che aveva mostrato alla popolazione grafici e cartine con chiazze nere per la presenza delle polveri provenienti dal cementificio, gravitanti sul paese di FUMANE? Il sindaco si espone troppo, facendo queste affermazioni. «La situazione del paese a causa del cementificio è molto particolare e delicata», continua, «c’è da tenere alta la guardia e l’attenzione, la tematica ambientale è importante».
«I risultati indicati dal sindaco non significano nulla», aggiunge il capogruppo di minoranza, il forzista Domenico Bianchi, «la presenza di inquinamento a FUMANE a causa dell’azienda resta, mi sembra strano che qui dipenda solo dalla situazione generale».
Ancora più dura la reazione dell’associazione «FUMANE Futura», che da pochi giorni si è regolarmente costituita e ha già raccolto una cinquantina di iscritti. «Al sindaco sembra interessare solo il fatto che la quantità di Pm10 a FUMANE non dipenda dal cementificio e non il fatto che, a impianti spenti, i valori registrati a FUMANE fossero migliori a Verona», si legge in una lettera aperta diffusa dall’associazione. «Che cosa succederà quando gli impianti riprenderanno a pieno ritmo? La cosa più strana è che le considerazioni non sono rilasciate dalla Cementirossi, ma dal sindaco, che se ne erge stupefacentemente a difensore». Per dovere di cronaca, ricordiamo che i dati illustrati da Frapporti sono quelli certificati da un ente ufficiale come l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.
«Siamo di fronte ad un bivio», continua il documento di FUMANE Futura: «continuare ad inquinare sperando che la Pianura Padana si curi da sé oppure cominciare a ridurre gli agenti inquinanti a partire dal nostro territorio.Il primo cittadino di una comunità ha il dovere politico e morale di difendere la salute dei suoi concittadini e la salubrità del territorio, che amministra a partire dai soggetti più esposti, i bambini. Per fare ciò è necessario saper guardare lontano per progettare il futuro».
«FUMANE Futura» sottolinea anche il riferimento di Frapporti alle pericolose Pm2,5, polveri ancora più sottili, non rilevate dall’Arpav. E attacca: «Purtroppo è ormai chiaro quali interessi il sindaco ha intenzione di difendere oggi e domani, visto l’impegno che profonde per la causa del cementificio in contrasto con le sue convinzioni passate e l’impegno svolto sul fronte della raccolta differenziata. Il piano industriale pluriventennale di Cementirossi, che mira alla ricostruzione del cementificio (con torre alta 103 metri alle soglie del Parco della Lessinia) con un occhio al mercato dei rifiuti, è sicuramente un piano che guarda al futuro, ma nell’esclusivo interesse di un privato. La possibilità di crescita e di valorizzazione della nostra valle, dei suoi prodotti delle risorse turistiche e ambientali si scontreranno fatalmente con gli interessi del cementificio e ne usciranno ridimensionate se non sconfitte». E conclude: «Per difendere gli interessi della collettività, ma soprattutto la salute dei nostri figli non possiamo intervenire sull’inquinamento della pianura, ma sul cementificio sì».