MARANO. Dopo l’approvazione della convenzione per il rinnovo della
concessione, si attendono la commissione Via e la conferenza dei servizi
Cementificio, manca solo il «sì» della Regione
Giancarla Gallo
Previsto anche un Parco nelle aree chiuse alle ruspe Ai Comuni 50
centesimi per ogni metro cubo scavato
Il nastro trasportatore che dalla zona di Purano scende verso il
cementificio di Fumane
Alla fine la delibera sul rinnovo della convenzione fra il Comune di
Marano e la Cementirossi per l’escavazione di Monte Noroni e il cantiere
di Marezzane è stata approvata. Ma il via libera è arrivato solo al
termine di un Consiglio comunale lungo e ricchissimo di discussioni. Il
punto all’ordine del giorno è stato spostato alla fine della seduta, per
consentire al consigliere Mario Lonardi di partecipare e di illustrare
numerose richieste di chiarimento. Lo stesso consigliere ha presentato
una lettera, in cui lamenta il fatto che l’avviso del Consiglio comunale
è giunto a ridosso delle festività natalizie, cosa che non gli ha
permesso di studiare bene la documentazione. Così le minoranze hanno
abbandonato l’aula al momento della votazione.
Ora che entrambi i comuni, Marano e Fumane, hanno detto «sì» alla
convenzione, spetta alla commissione regionale di Valutazione di impatto
ambientale esprimersi. Al termine, si terrà una conferenza di servizi
con le parti in causa. La Cementirossi aveva depositato il 20 novembre
2007 la domanda integrale tesa a ottenere il giudizio di compatibilità
ambientale e il rinnovo della concessione mineraria. «C’è stata una
giusta richiesta di chiarimenti da parte delle minoranze», ha commentato
il sindaco Simone Venturini, «ma il clima è stato sereno».
La principale sottolineatura di Venturini riguarda l’accettazione da
parte dell’azienda di rinunciare agli scavi nella zona di Barbiaghe,
sotto Purano. «Non ci saranno finalmente più scavi, né rumori o polveri
nella frazione di Purano, dove la Cementirossi si impegna a partire da
subito con il riassetto ambientale, secondo un adeguato progetto che
dovrà essere sottoposto alla conferenza dei servizi integrata per
l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni».
Inoltre, come specificato nell’articolo 12 della convenzione, la società
si impegna a realizzare, a proprie spese, entro il 2012, un «progetto
per la fruizione pubblica delle aree a ripristino ambientale avanzato».
Si realizzerà, insomma, un parco agrituristico con sentieri,
segnaletica, bacheche, capannine per l’osservazione degli uccelli.
Nell’area, infatti, stanno nidificando due aironi. Ma si dovranno
aspettare quattro anni prima di poterlo aprire al pubblico, per far sì
che le piante messe a dimora crescano. «E’ prevista anche una
convenzione con l’Università di Enologia di San Floriano, che è già
d’accordo», ha detto Venturini, «in modo che nelle zone in
ricomposizione ambientale, a Ziviane, dove è stato stralciato lo scavo,
alcuni vigneti saranno destinati ad attività di sperimentazione, per
verificare tutti i possibili effetti delle polveri del cemento sulla
produzione di uva e vino e sulle proprietà organolettiche. La
Cementirossi finanzierà allo scopo un progetto di ricerca universitaria
o una tesi».
E’ stata inoltre revocata una delibera del 1983, firmata dall’allora
sindaco De Nardi, che prevedeva la vendita alla Cementirossi di 30 mila
metri quadri di terreno fino alla Giarola, nell’area dove si è decisa la
ricomposizione ambientale. La convenzione stabilisce chiaramente anche
l’aspetto finanziario: la Cementirossi dovrà girare ai comuni di Fumane
e Marano una somma annua in base al volume del minerale estratto pari a
50 centesimi al metro cubo a partire dall’anno di entrata in vigore
della convezione e fino all’anno in cui avrà termine la concessione
mineraria. L’importo verrà aggiornato secondo i dati Istat, a partire
dal secondo anno di validità della convezione stessa.
Da decidere
il destino
del maxi silo
Venerdì 02 Gennaio 2009 PROVINCIA, pagina 25
Un caso a parte, su cui si è discusso in Consiglio e su cui ci sono
precisi richiami nel documento controfirmato unitariamente dai comuni di
Marano e Fumane, è il futuro dell’omogeinizzatore. Si tratta di un
enorme capannone a forma di silo, alto 24 metri, che misura 80 metri di
diametro. I casi sono due: demolizione a spese dell’azienda o cessione
al Comune di Marano per uso pubblico. «La struttura è molto valida ed è
un peccato non utilizzarla così come è», ha spiegato ancora il sindaco.
«Infatti si presa alla realizzazione di stalle per ricoverare i cavalli
utilizzati per le escursioni nei sentieri del futuro parco oppure, vista
la forma cilindrica, a un palasport. E’ stato necessario fissare nella
convenzione che, a garanzia dell’integrale rispetto degli impegni e a
garanzia della rimozione delle pertinenze minerarie (come è appunto il
caso dell’omogeinizzatore), la Cementirossi presti una cauzione a
integrazione di quella prevista dalla delibera regionale, corrispondente
a circa il 100 per cento del preventivo redatto dall’azienda, contenuto
nel progetto definitivo di coltivazione e nello studio di impatto
ambientale, riferito ai singoli lotti, salvo adeguamenti successivi. La
polizza fidejussoria durerà fino a un anno dalla fine dei lavori di
ciascun lotto».G.G.