Sabato 07 Marzo 2009 PROVINCIA, pagina 27

MARANO. Il Consiglio, con il no delle minoranze, ha approvato il nuovo piano di ammodernamento dello stabilimento, che accoglie le osservazioni dei Comuni

Cementificio, via libera
al progetto modificato

Giancarla Gallo
L’impianto sarà così meglio mimetizzato Il sindaco: «Ottenuto un miglioramento» L’opposizione: «Pericoli di inquinamento»
 

Semaforo verde del Consiglio comunale di MARANO al nuovo progetto di ammodernamento dello stabilimento della Cementirossi, presentato dall’azienda lo scorso 22 dicembre in Provincia, che accoglie le osservazioni formulate dall’amministrazione maranese e da quella di Fumane. Le minoranze hanno votato contro.
Il Consiglio comunale ha preso atto, in sostanza, che la revisione del progetto di ammodernamento dello stabilimento e lo studio di impatto ambientale rappresentano un significativo miglioramento rispetto alla precedente soluzione. I nuovi impianti saranno infatti meglio mimetizzati e verranno ruotati di 90 gradi, allo scopo di ridurne notevolmente la visibilità, nel suo sviluppo orizzontale e verticale, sia dal colle di Santa Maria Valverde che da Purano.
La Cementirossi aveva presentato alla Provincia il 13 maggio dello scorso anno la domanda per la valutazione dell’impatto ambientale del progetto di ammodernamento della cementeria di Fumane; il 22 dicembre ha rivisto il progetto definitivo e il relativo studio di impatto ambientale, sulla base delle osservazioni che erano state formulate dai comuni di MARANO e Fumane con un apposito documento concordato.
La Provincia, autorità competente per la procedura della «Via», ha informato che i termini per la presentazione delle osservazioni sono fissati in sessanta giorni dalla data di pubblicazione. La scadenza è quindi fissata per il 27 marzo.
Il Consiglio comunale maranese ha deliberato di chiedere alla Provincia, nell’ambito della valutazione di impatto ambientale, oltre alle attività di monitoraggio e controllo, alla sicurezza e alle misure di mitigazione e compensazione, anche un ulteriore intervento. E cioè il miglioramento, laddove possibile e nei limiti delle fattibilità tecniche ed economiche, del progetto per quanto riguarda le dimensioni, in modo da schermare la visuale da nord-est del camino e del forno a cicloni, che hanno oggi un’altezza fuori terra di quasi cento metri.
Il Comune chiederà anche una adeguata alberatura, in modo che la mitigazione sia efficace in ogni periodo dell’anno, e la previsione di una opportuna colorazione, per l’intero manufatto del forno a cicloni e del camino e per i grigliati in elevazione, che sia adatta a armonizzare e mimetizzare l’impianto, dal punto di vista cromatico, con l’ambiente. Alberature e colori dovranno poi essere al centro di un piano di monitoraggio di lungo termine, con l’eventuale reintegro sia delle piante che della colorazione.
Il sindaco Simone Venturini ha espresso la sua soddisfazione per i risultati raggiunti: «L’amministrazione è riuscita ad ottenere il miglioramento dell’ipotesi iniziale specialmente per quanto riguarda il forno, che era la cosa più importante».
Dai banchi delle minoranze hanno preso la parola i consiglieri Mario Lonardi e Gianantonio Carlassara, che hanno ribadito il loro voto negativo per i motivi più volte esposti dei «pericoli di maggiore inquinamento» dopo l’ampliamento dello stabilimento anche sui vigneti, con «danni per la salute e la possibilità di smaltire rifiuti». Per quanto riguarda l’impatto ambientale, secondo le minoranze, anche con gli accorgimenti adottati, la torre che ospiterà il forno a cicloni sarà totalmente visibile, specialmente dalla località Gazzo e dalla Crocetta.
 

 

DI SEGUITO  LA DICHIARAZIONE DI VOTO DELLA MINORANZA

Marano di Valpolicella, 05/03/2009
Dichiarazione di voto
Noto con dispiacere che la proposta di delibera riguardante le determinazioni del comune di Marano di Valpolicella in merito alla domanda di valutazione dell’impatto ambientale del progetto per il nuovo cementificio di Fumane, riguarda solo l’impatto paesaggistico. Si danno per scontati gli altri aspetti impattanti quali la salute, le ricadute sulle altre attività, in particolare quella vinicola, la viabilità, l’uso di combustibili diversi dai tradizionali.
Le modifiche al progetto che hanno obbligato il cementificio a ripercorrere le procedure di VIA, sono scaturite dall’inchiesta pubblica a cui hanno partecipato, oltre ai comuni di Marano e Fumane, le associazioni Valpolicella 2000 e Medicina Democratica, anche se non menzionate in questa proposta di delibera.
I motivi per dire no al nuovo cementificio sono diversi:
- L’impatto paesaggistico è notevole. Faccio mie alcune osservazioni fatte dal comune di Marano allegate alla delibera di consiglio nr. 20 del 26-06-2008 accennando i paragrafi: contesto storico-paesaggistico, il valore ambientale del paesaggio rurale e vitivinicolo della Valpolicella, il valore storico e popolare del santuario di Santa Maria Valverde, il valore storico-culturale del sito archeologico del Castelon, le recenti campagne di scavo e il ritrovamento del tempio, il vincolo paesaggistico cui è sottoposta la Valpolicella. Fatte queste osservazioni, non si possono chiedere delle blande mitigazioni, che tra l’altro sono inefficaci. Nonostante l’incasso nel monte Scarin, la quota di partenza della torre rimangono i 210m slm dunque il manufatto arriverà a 313m, la quinta artificiale che verrà creata avrà una quota di 280m. Da Santa Maria si vedrà spuntare la torre per 40m buoni, mentre da altre località, come il Gazzo o la Crocetta si vedrà tutta.
- Le conseguenze per la salute dei cittadini dovute alle emissioni in atmosfera, sono preoccupanti. Il cementificio, con studi fatti fare al Politecnico di Milano, fa notare l’attuale criticità dovuta ai vecchi impianti. A Santoccio sono stimate delle concentrazioni di NOx altissime, lì dove si trovano anche importanti vigneti. Solo ora che si chiede l’autorizzazione per un nuovo impianto si ammette l’inquinamento. Si prevede con i nuovi forni una diminuzione degli inquinanti in percentuale, ma nel contempo si aumenta la produzione, con il risultato che le emissioni complessive saranno le stesse di prima. Oltre all’attuale utilizzo di rifiuti, quali ceneri da inceneritori e gessi da desolforazione, nella produzione di cemento, si potranno utilizzare come combustibili anche pneumatici e oli esausti come testimoniano sui giornali i lavoratori del cementificio. Non si deve dimenticare che con l’innalzamento dei camini Purano sarà ancora più esposto ai fumi del futuro co-inceneritore.
- Il cementificio, classificato dalla legge tra i più inquinanti, è la più grossa realtà industriale situata nella Valpolicella Classica. Negli anni passati, pur comportando notevoli sacrifici ambientali, a sicuramente contribuito al benessere della Valpolicella. Ora siamo conosciuti in tutto il mondo per l’amarone ed il recioto, per il paesaggio ricoperto di vigneti, per le ville, e tante altre belle realtà. L’amarone è ormai un prodotto principe dell’Italia nel mondo, trainate nelle esportazioni, indispensabile in questo momento di crisi. Permettere di costruire un nuovo cementificio che avrà la possibilità di diventare un co-inceneritore, vuol dire ipotecare il futuro della nostra terra per altri cinquant’anni, con conseguenze in tutti settori a partire dal vitivinicolo. L’attuale concessione mineraria permette al cementificio di proseguire le sue attività per altri quindici anni. Tempo abbondante per pensare ad una dismissione o riconversione, per dare garanzie a tutti i lavoratori, per ripristinare seriamente il territorio. La produzione potrà continuare con gli attuali impianti sottoposti ad una manutenzione straordinaria ed eliminando dal processo produttivo l’utilizzo di qualsiasi rifiuto.
Esprimo voto contrario a questa proposta di delibera. Mario Lonardi – gruppo Marano Insieme