Domenica 08 Febbraio 2009 PROVINCIA, pagina 29


VALPOLICELLA. Il consigliere verde Bettin interroga la Giunta regionale, mentre sul sito del «Vinitaly» si mette in dubbio il futuro vitivinicolo

Un doppio attacco
al nuovo cementificio

Il Consorzio di tutela pronto ad ascoltare le parti in causa
Il cementificio di Fumane, nella valle dei Progni
Il cementificio di FUMANE di nuovo alla ribalta: il timore che possa diventare un centro di smaltimento dei rifiuti, a danno del prodotto-simbolo della Valpolicella, e cioè il vino, è al centro dell’interrogazione presentata a Venezia dal consigliere verde Gianfranco Bettin, il quale chiede al Consiglio regionale di intervenire a favore della valorizzazione del territorio e della produzione vinicola di qualità. «Invece di promuovere azioni che favoriscano una economia sostenibile con il Parco regionale della Lessinia, la produzione di prodotti di qualità e il turismo enogastronomico quali fattori di crescita ma anche di tutela e salvaguardia del territorio, si continua ad effettuare scelte ambigue», dice Bettin. «Da un lato la Regione sostiene e promuove le eccellenze ambientali, dall’altro asseconda insediamenti come quello della cementeria di FUMANE».
Il consigliere sottolinea la necessità di una scelta in Valpolicella, tenendo conto del progetto presentato dalla Cementirossi, che prevede l’ammodernamento dello stabilimento, con un aumento della produzione di cemento e la conseguente necessaria escavazione di materiale a Marezzane, nel Parco della Lessinia. Secondo Bettin, questa trasformazione porterà «all’utilizzo di rifiuti e scarti sia come materiale da impasto con i calcari e le marne, sia come combustibile vero e proprio». Il consigliere chiede di «scegliere tra uno sviluppo basato sulla qualità del paesaggio e dei prodotti vinicoli o sulla subordinazione di parti del territorio allo sfruttamento a fini industriali».
Nell’interrogazione viene ricordata anche la campagna «I luoghi del cuore», promossa dal Fondo per l’ambiente italiano, che ha assegnato a Marezzane, con 818 voti, il titolo di sito veronese più segnalato.
La preoccupazione per un danno all’immagine dell’Amarone e del Recioto è apparsa in questi giorni anche fra le notizie del sito del Vinitaly (www.vinitaly.com), che ha ripreso la campagna del Fai e le dichiarazioni dell’associazione Valpolicella 2000 sul rischio di trovarsi in futuro con un inceneritore in Valpolicella. E il Consorzio tutela vini vuole fare chiarezza: «Vogliamo conoscere esattamente gli estremi della tematica», ha affermato il presidente, Luca Sartori. «Se ci sono effettive fonti di inquinamento e gravi motivi di pericolo prima per la salute e poi a livello di immagine per il nostro prodotto, il consorzio non starà con le mani in mano». E continua: «In questi frangenti si creano fazioni pro e contro, quindi bisogna andare cauti. A breve convocheremo l’associazione Valpolicella 2000 e, in separata sede, i dirigenti della Cementirossi per capire come stanno le cose ed eventualmente ci vedremo costretti a prendere una posizione forte. Se venisse promosso qualcosa che mette a rischio il territorio, siccome il nostro prodotto viene dal territorio, questo ci riguarda da vicino».G.G.
 

«Non si bruciano rifiuti
E’ assurdo equipararlo
a un inceneritore»

I sili del cementificio
«Lo stabilimento di FUMANE non è un inceneritore, sulla Valpolicella e sul vino si sta creando un allarmismo ingiustificato»: così rassicura la Cementirossi, rispondendo alle preoccupazioni che si levano da diverse parti. «Continuare a parlare di rifiuti ingenera la convinzione fuorviante che lo stabilimento bruci rifiuti urbani o industriali, ciò non è assolutamente vero e per questo motivo è assurdo equipararlo ad un inceneritore», sostengono i dirigenti dell’azienda di Piacenza. «I cosiddetti rifiuti di cui stiamo parlando sono costituiti da materie prime non pericolose provenienti da altre attività umane, quali ad esempio scaglie di laminazione e gessi utilizzate in sostituzione di materie prime naturali - a cominciare dalla marna estratta presso la miniera di Monte Noroni - che consentono in questo modo di ridurre ancora di più l’impatto ambientale». Per quanto poi riguarda le produzioni vinicole, Cementirossi puntualizza: «La presenza dello stabilimento ha accompagnato e favorito lo sviluppo economico e occupazionale della Valpolicella, territorio tra i più importanti e particolari del nostro Paese, nel quale l’azienda opera con il massimo rispetto. Lo stabilimento Cementirossi è presente in Valpolicella sin dal 1962. Da allora sia il turismo che i vini hanno fatto conoscere la Valpolicella nel mondo, senza che la presenza dello stabilimento creasse alcun problema, anzi offrendo opportunità di lavoro e sviluppo a generazioni di dipendenti e imprenditori della zona. Riteniamo quindi pericoloso alimentare questo ingiustificato allarmismo sulla sicurezza della pregiata produzione vitivinicola della zona».G.G.