INQUINAMENTO. Le centraline hanno rilevato negli ultimi giorni il
superamento della soglia di attenzione per le polveri. L’Arpav: «Problema
di tutta l’area padana»
FUMANE e Bosco, aria pessima
Pm10 anche sui monti per l’inversione termica Gli ambientalisti tornano
all’attacco sul cementificio
Giovedì 26 Febbraio 2009 PROVINCIA, pagina 25 giornale e-mail print
Aria inquinata a Fumane
L’icona con il faccino triste campeggia da cinque giorni sul display
luminoso collocato sulla facciata del municipio di FUMANE: segnala che il
livello di attenzione per le polveri sottili è stato superato. Il picco
delle Pm10 è stato registrato il 23 febbraio con 126 microgrammi per metro
cubo (contro i 50 di legge). Dall’inizio dell’anno la soglia è stata
superata già 15 volte.
Purtroppo la situazione è problematica in tutto il nord Italia: Milano in
testa ha già toccato i 35 giorni di superamento dei limiti per le polveri,
Vicenza e Verona sono a quota 28, Venezia e Padova a 27, Treviso è
arrivato a 22 giorni. Che il problema delle Pm10 sia reale lo dicono anche
i dati relativi alla centralina di Boscochiesanuova, in alta Lessinia,
dove sono stati registrati due superamenti della soglia e un valore
massimo, lunedì 23, di ben 114 microgrami per metro cubo. «I problemi
dell’inversione termica, la mancanza di vento e l’assenza di pioggia
determinano su tutta la Pianura padana un ristagno di inquinamento,
soprattutto delle Pm10», spiega il direttore dell’Arpav, Giancarlo Cunego.
«Agli inizi di febbraio, quando c’era alta pressione con vento, i valori
erano bassi. Il caso di Bosco e della montagna in generale dipende
dall’inversione termica, che si alza e supera i 200-300 metri di altezza
che di solito è il livello limite».
Per il direttore dell’Arpav il problema è complesso e sono necessari
interventi strutturali urgenti a livello regionale. «I dati vanno letti in
un arco di tempo lungo», aggiunge Cunego, «non bisogna fermarsi ai dati
giornalieri. Per quanto riguarda FUMANE, che ha un sistema ubiquitario,
cioè con le polveri sottili che si espandono a macchia d’olio, risente di
microclimi. Le emissioni provenienti dal cementificio, che erano state
monitorate, sono risultate contenute».
I dati ufficiali e le analisi Arpav vengono però contestati dagli
ambientalisti, secondo i quali le polveri sottili sarebbero prodotte
soprattutto dalla cementeria nella Valle dei Progni. Un acceso dibattito
si era aperto in gennaio quando, sulla base dei dati Arpav, e con gli
impianti del cementificio fermi per manutenzione, si erano registrati
ugualmente alcuni superamenti della soglia di attenzione per le polveri.
La conclusione dei tecnici, fatta propria dal sindaco Mirco Frapporti, era
stata: l’elevata concentrazione di Pm10 non è attribuibile solo alla
Cementirossi. Una conclusione che non aveva convinto i comitati.
«A FUMANE si registra un accumulo locale di inquinanti che si sommano con
quelli della Pianura padana, evidentemente non gira l’aria, così FUMANE è
peggiore della stessa Verona», commenta Daniele Todesco, presidente
dell’associazione Valpolicella 2000, riferendosi ai dati rilevati il 24
febbraio (Verona a 99 microgrammi, FUMANE a 103). Lo scorso anno il
fenomeno si era verificato in febbraio e in ottobre, e altrettanto era
avvenuto negli anni passati. Todesco non nasconde la preoccupazione anche
in relazione alla presenza del centro sportivo, che si troverebbe a suo
giudizio in una posizione critica, all’imbocco della Valle dei Progni.
Sul nodo-cementifici prende posizione anche il consigliere regionale dei
Verdi, Gianfranco Bettin, il quale fa sapere che «in seguito ad interventi
apparsi a favore acriticamente della possibilità per il cementificio di
FUMANE di utilizzare rifiuti nel processo produttivo e dopo
l’interrogazione da me presentata, che chiedeva se questo territorio
potesse sostenere questo carico di inquinamento, segnalo come recenti
analisi Arpav, in situazioni analoghe nel Veneto, abbiano riscontrato
livelli di inquinamento che dovrebbero portare ad un atteggiamento di
cautela e precauzione».
Per Lorenzo Albi di Legambiente, «sulla qualità dell’aria si fanno
dichiarazioni inverosimili, l’aria di FUMANE è periodicamente pessima,
perché vittima dell’inquinatissimo bacino padano». Quando ai dati rilevati
dell’Arpav in gennaio, la sua interpretazione è decisamente differente:
secondo Albi «in assenza di emissioni del cementificio per effetto delle
manutenzioni sull’impianto, l’aria della Valle dei Progni gode di una
invidiabile qualità, sottraendosi ai picchi registrati nello stesso
periodo dalle centraline di corso Milano e del Cason a Verona, dove sono
stati superati di una volta e mezzo i limiti».G.G.
|