L’INCONTRO. Lavoratori e
camionisti della Cementirossi hanno riempito la sala in occasione della
conferenza organizzata dall’associazione
«Futura» rilancia i suoi dubbi
Fra gli ospiti un’esponente del comitato trevigiano di Pederobba, dove è
già attivo il forno a cicloni
Sala gremita, venerdì sera, per il primo incontro organizzato dal comitato
FUMANE Futura dal titolo «Il futuro di FUMANE e della Valpolicella». Oltre
350 le persone presenti, la maggior parte delle quali dipendenti o
camionisti della Cementirossi. Soddisfazione è stata espressa da parte del
comitato per l’affluenza; un segnale della riuscita sensibilizzazione
della popolazione sulle problematiche del territorio e del superamento
delle divergenze di posizione che, a novembre dello scorso anno, avevano
portato a scontri verbali tra i componenti dell’associazione e i
lavoratori, allarmati per il loro posto di lavoro.
Il presidente di FUMANE Futura, Sergio Vartolo, mostrando il progetto di
ammodernamento dello stabilimento della Cementirossi, ha detto chiaramente
che si è arrivati ad un momento decisivo per il futuro di FUMANE e di
tutto il territorio. Vartolo ha parlato di un ampliamento di grandi
dimensioni e di grande portata della cementeria, che verrà dotata di un
forno a cicloni, installato all’interno di una torre di 93 metri, più 10
metri di camino. Un’operazione che aumenterà la produzione di cemento, ma
anche le emissioni e il traffico.
Fra gli ospiti, oltre a padre Elio Boscaini, comboniano di Nigrizia, era
presente una delegazione di Pederobba, il paese in provincia di Treviso
dove si trova un altro stabilimento della Cementirossi, dove è già stato
messo in funzione un forno a cicloni, nel quale viene bruciata la quantità
più elevata di pneumatici d’Europa, circa 60 mila tonnellate all’anno. La
delegazione, rappresentata da un consigliere comunale della cittadina
trevigiana, ha denunciato il forte inquinamento determinato dal «co-inceneritore»
e i rischi per la salute dei cittadini, nonché le iniziative prese, i
controlli e le indagini in atto. La rappresentante del comitato «AriaNova»
di Pederobba ha fatto capire come potrebbe diventare e quali problemi
potrebbe avere un domani FUMANE e, più in generale, la Valpolicella,
quando lo stabilimento verrà rimodernato.
Tra i relatori è intervenuta la dottoressa Patrizia Gentilini,
oncoematologa in pensione e membro dell’associazione Medici per
l’ambiente, che ha parlato dei rischi per la salute delle emissioni e dei
processi di combustione e, più in generale, di quanto influisca l’ambiente
proprio sulla salute.
«In Italia la normativa stessa rende conveniente l’incenerimento dei
rifiuti», ha sottolineato la dottoressa Gentilini, che ha poi chiarito che
l’Italia è al primo posto in Europa nella produzione di cemento. I
cementifici, che hanno limiti di legge nelle emissioni molto più alti
degli inceneritori, ha aggiunto la relatrice, «sono stati riconosciuti
come impianti industriali molto inquinanti proprio per il fatto che,
essendoci limiti alti, risultano sempre a norma di legge».
«La domanda da porsi», è l’interrogativo di FUMANE Futura, «non è se un
cementificio inquina, ma quanto inquina e soprattutto se questo
inquinamento è sostenibile dal nostro territorio».
Nel corso del dibattito è intervenuto anche un medico, Guglielmo
Frapporti, il quale ha criticamente sollevato il problema dell’alta
mortalità dovuta all’alcool, e dimostrata in questa zona, a differenza di
quella da malattie legate alle emissioni, per le quali non si hanno
riscontri.
FUMANE Futura ha annunciato altri incontri per sensibilizzare l’opinione
pubblica e proporre riflessioni su problemi economici, non solo legati
all’attuale momento di crisi, e sull’ipotesi di avviare attività
produttive alternative, senza dimenticare la questione dell’edilizia in
Valpolicella.G.G.
«Un impianto
compatibile
col territorio»
Per quanto riguarda la salute e l'allarmismo sui pericoli che correrebbero
i vini della Valpolicella, il direttore dello stabilimento di FUMANE,
Claudio Marcon, tranquillizza i cittadini e pone in qualche modo un
quesito. «Il cementificio è qui da cinquant’anni e negli ultimi venti
l’Amarone ha avuto un exploit, e ora è una realtà consolidata. La storia
dimostra che nella realtà cementificio e vino di qualità possono
coesistere». E continua: «Le indagini sulla salute, come il monitoraggio
dell'anno scorso effettuato dall’Arpav, dimostrano che non vi sono
problemi per la salute. Altrimenti alcune patologie sarebbero già emerse.
Quindi c’è compatibilità tra l’attività della cementeria e il territorio».
Del resto la Via, Valutazione di impatto ambientale, è obbligatoria solo
se l’industria opera in un determinato tipo di territorio, che merita
attenzione, come la Valpolicella. Per la prima volta a FUMANE le due linee
di cottura dell’impianto sono state fermate in occasione delle festività
natalizie. «L’attuale crisi ha inciso in maniera molto significativa sul
settore, con una contrazione del mercato e delle vendite. Probabilmente ci
saranno altre fermate dell’impianto se non ci sarà un importante segnale
di ripresa. Riteniamo, infatti, che il peggio non sia ancora passato».G.G.
commento: la serata del 27/03/2009 è stata molto importante per Fumane,
finalmente si è potuto parlare di cementificio senza tabù, e la sala
gremita di cittadini la dice lunga. L'informazione si rivela sempre più
fondamentale per permettere ai cittadini di esprimere il loro giudizio e
influire sulle scelte future. Peccato che la stampa non fa il suo dovere.
La serata è stato un evento eccezionale per la Valpolicella. Dalle
dimensioni dell'articolo, tre quarti riservato alle ragioni del
cementificio e un quarto ai dubbi usciti dall'assemblea. Poi la Gallo,
seduta in prima fila, che scrive che la sala è stata riempita da operai e
camionisti della cementirossi, non si è accorata che erano cittadini di
Fumane e che gli operai e camionisti erano solo quelli in piedi in fondo
alla sala che chiacchieravano tra loro.
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