Domenica 29 Marzo 2009 PROVINCIA, pagina 25

 

L’INCONTRO. Lavoratori e camionisti della Cementirossi hanno riempito la sala in occasione della conferenza organizzata dall’associazione

«Futura» rilancia i suoi dubbi

Fra gli ospiti un’esponente del comitato trevigiano di Pederobba, dove è già attivo il forno a cicloni
 Sala gremita, venerdì sera, per il primo incontro organizzato dal comitato FUMANE Futura dal titolo «Il futuro di FUMANE e della Valpolicella». Oltre 350 le persone presenti, la maggior parte delle quali dipendenti o camionisti della Cementirossi. Soddisfazione è stata espressa da parte del comitato per l’affluenza; un segnale della riuscita sensibilizzazione della popolazione sulle problematiche del territorio e del superamento delle divergenze di posizione che, a novembre dello scorso anno, avevano portato a scontri verbali tra i componenti dell’associazione e i lavoratori, allarmati per il loro posto di lavoro.
Il presidente di FUMANE Futura, Sergio Vartolo, mostrando il progetto di ammodernamento dello stabilimento della Cementirossi, ha detto chiaramente che si è arrivati ad un momento decisivo per il futuro di FUMANE e di tutto il territorio. Vartolo ha parlato di un ampliamento di grandi dimensioni e di grande portata della cementeria, che verrà dotata di un forno a cicloni, installato all’interno di una torre di 93 metri, più 10 metri di camino. Un’operazione che aumenterà la produzione di cemento, ma anche le emissioni e il traffico.
Fra gli ospiti, oltre a padre Elio Boscaini, comboniano di Nigrizia, era presente una delegazione di Pederobba, il paese in provincia di Treviso dove si trova un altro stabilimento della Cementirossi, dove è già stato messo in funzione un forno a cicloni, nel quale viene bruciata la quantità più elevata di pneumatici d’Europa, circa 60 mila tonnellate all’anno. La delegazione, rappresentata da un consigliere comunale della cittadina trevigiana, ha denunciato il forte inquinamento determinato dal «co-inceneritore» e i rischi per la salute dei cittadini, nonché le iniziative prese, i controlli e le indagini in atto. La rappresentante del comitato «AriaNova» di Pederobba ha fatto capire come potrebbe diventare e quali problemi potrebbe avere un domani FUMANE e, più in generale, la Valpolicella, quando lo stabilimento verrà rimodernato.
Tra i relatori è intervenuta la dottoressa Patrizia Gentilini, oncoematologa in pensione e membro dell’associazione Medici per l’ambiente, che ha parlato dei rischi per la salute delle emissioni e dei processi di combustione e, più in generale, di quanto influisca l’ambiente proprio sulla salute.
«In Italia la normativa stessa rende conveniente l’incenerimento dei rifiuti», ha sottolineato la dottoressa Gentilini, che ha poi chiarito che l’Italia è al primo posto in Europa nella produzione di cemento. I cementifici, che hanno limiti di legge nelle emissioni molto più alti degli inceneritori, ha aggiunto la relatrice, «sono stati riconosciuti come impianti industriali molto inquinanti proprio per il fatto che, essendoci limiti alti, risultano sempre a norma di legge».
«La domanda da porsi», è l’interrogativo di FUMANE Futura, «non è se un cementificio inquina, ma quanto inquina e soprattutto se questo inquinamento è sostenibile dal nostro territorio».
Nel corso del dibattito è intervenuto anche un medico, Guglielmo Frapporti, il quale ha criticamente sollevato il problema dell’alta mortalità dovuta all’alcool, e dimostrata in questa zona, a differenza di quella da malattie legate alle emissioni, per le quali non si hanno riscontri.
FUMANE Futura ha annunciato altri incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica e proporre riflessioni su problemi economici, non solo legati all’attuale momento di crisi, e sull’ipotesi di avviare attività produttive alternative, senza dimenticare la questione dell’edilizia in Valpolicella.G.G.


«Un impianto
compatibile
col territorio»

Per quanto riguarda la salute e l'allarmismo sui pericoli che correrebbero i vini della Valpolicella, il direttore dello stabilimento di FUMANE, Claudio Marcon, tranquillizza i cittadini e pone in qualche modo un quesito. «Il cementificio è qui da cinquant’anni e negli ultimi venti l’Amarone ha avuto un exploit, e ora è una realtà consolidata. La storia dimostra che nella realtà cementificio e vino di qualità possono coesistere». E continua: «Le indagini sulla salute, come il monitoraggio dell'anno scorso effettuato dall’Arpav, dimostrano che non vi sono problemi per la salute. Altrimenti alcune patologie sarebbero già emerse. Quindi c’è compatibilità tra l’attività della cementeria e il territorio». Del resto la Via, Valutazione di impatto ambientale, è obbligatoria solo se l’industria opera in un determinato tipo di territorio, che merita attenzione, come la Valpolicella. Per la prima volta a FUMANE le due linee di cottura dell’impianto sono state fermate in occasione delle festività natalizie. «L’attuale crisi ha inciso in maniera molto significativa sul settore, con una contrazione del mercato e delle vendite. Probabilmente ci saranno altre fermate dell’impianto se non ci sarà un importante segnale di ripresa. Riteniamo, infatti, che il peggio non sia ancora passato».G.G.

 

commento: la serata del 27/03/2009 è stata molto importante per Fumane, finalmente si è potuto parlare di cementificio senza tabù, e la sala gremita di cittadini la dice lunga. L'informazione si rivela sempre più fondamentale per permettere ai cittadini di esprimere il loro giudizio e influire sulle scelte future. Peccato che la stampa non fa il suo dovere. La serata è stato un evento eccezionale per la Valpolicella. Dalle dimensioni dell'articolo, tre quarti riservato alle ragioni del cementificio e un quarto ai dubbi usciti dall'assemblea. Poi la Gallo, seduta in prima fila, che scrive che la sala è stata riempita da operai e camionisti della cementirossi, non si è accorata che erano cittadini di Fumane e che gli operai e camionisti erano solo quelli in piedi in fondo alla sala che chiacchieravano tra loro.