L'ARENA  del 09 giugno 2010

     
MARANO e FUMANE. La commissione regionale ha valutato positivamente l’impatto ambientale del progetto di estrazione della marna presentato dalla Cementirossi
Si scaverà a Marezzane ma chiude Purano
Giancarla Gallo
Accolte le richieste dei Comuni, ridotta la strada di accesso al cantiere Venturini: «S’è fatta confusione, il nuovo forno è già stato approvato»
Mercoledì 09 Giugno 2010PROVINCIA,pagina 23e-mailprint
Semaforo verde della Commissione regionale «Via» alla valutazione di impatto ambientale del progetto di coltivazione mineraria nella zona di Marezzane, presentato dalla Cementirossi. I tecnici della commissione, presieduta da Silvano Vernizzi, che si sono riuniti ieri a Venezia, hanno accolto anche tutte le prescrizioni presentate dal Comune di Marano, che impongono una serie di vincoli all’azienda, in particolare per la viabilità e i ripristini. Domenico Bianchi, primo cittadino di Fumane, si è adeguato «a quanto deciso in Consiglio comunale», ma ha avvertito che «l’iter sarà lungo: il progetto dovrà essere inviato al ministero per l’Ambiente, che chiederà il parere alla Soprintendenza ai beni ambientali per tornare poi in Giunta regionale».
Soddisfatto il sindaco di Marano, Simone Venturini: «La commissione regionale ha fatto un lavoro eccellente», sottolinea. «Il parere e le prescrizioni al progetto sono frutto della collaborazione tra Regione e Comuni di Marano in primis (dove si realizzano gli scavi minerari) e di Fumane; tale collaborazione ha portato a un progetto che ora è molto diverso e migliorato rispetto a quello inizialmente presentato. In particolare, è stata completamente rivista la viabilità».
La strada di collegamento tra Giarole e il futuro cantiere di Marezzane, infatti, è stata molto ridotta, sia per volume di scavo che per sezione. Ciò comporterà l'onere per la Cementirossi di smontare completamente l’attuale frantoio, sospendere per sei mesi le attività di frantumazione e riprenderle solo dopo aver rimontato il frantoio a Marezzane. «Cade quindi l'ipotesi di spostare il frantoio montato su carrelloni, che aveva portato la Cementirossi a prevedere una strada larga 16 metri, davvero enorme».
Anche tutte le altre prescrizioni del Comune sono state accolte. «In particolare», aggiunge Venturini, «avevamo chiesto che venisse garantito il principio di gradualità e di progressività di scavi e ripristini: avevamo perciò detto che se la ditta si fosse spostata a Marezzane avrebbe dovuto rinunciare definitivamente agli scavi sotto Purano, partendo con i ripristini finali a Barbiaghe. Questa nostra richiesta è stata accolta e oggi possiamo dire che sotto Purano non vi saranno più scavi», continua Venturini.
Le cosiddette «pertinenze minerarie», in particolare il grande pre-omogeneizzatore, verranno demolite a fine scavi o assegnate al Comune per usi pubblici. Verrà attivato un monitoraggio continuo delle sorgenti nonché della qualità delle acque superficiali. «Insomma, mi pare che il lavoro istruttorio svolto sia stato notevole e il risultato sia molto buono», continua Venturini. «Rilevo che in questi mesi si è fatta molta confusione, parlando dello stabilimento e del nuovo forno, il cui progetto è già stato approvato dalla Provincia nell'agosto 2009. Si è fatto un gran parlare di una cosa che è già stata decisa dieci mesi fa dalla Provincia e tutti, invece, pensavano si decidesse nella commissione regionale».
Venturini è molto chiaro: «Non abbiamo parlato e non abbiamo fatto confusione; abbiamo preferito studiare i progetti, fare osservazioni mirate e i risultati positivi si vedono oggi. Qualcuno ha tentato di dire che io non dovrei esprimere giudizi: invece li esprimo, eccome», continua il sindaco di Marano alludendo al presunto conflitto di interessi messo in evidenza in una lettera pubblicata dall’associazione Valpolicella 2000. «Anzi, questi giudizi e quel poco di capacità tecnica che ho acquisito nel mio lavoro sono serviti anche per migliorare il progetto, a vantaggio di Marano e della sua collettività. Sotto il profilo giuridico, poi, non sussiste alcuna incompatibilità; al contrario esiste, nel merito, la fiducia della gente di Marano a questa amministrazione, che lavora a garanzia dei cittadini e del territorio, che è bellissimo proprio grazie alla nostra politica di salvaguardia». E conclude: «Rilevo infine il profilo della commissione, composta da altissime professionalità del mondo accademico regionale, ingegneri, architetti e biologi: credo che, anche in questo, il Veneto presenti una marcia in più».
 

IL SOLLIEVO DEI LAVORATORI. Una decisione che allontana la cassa integrazione
«Salvi i contratti e gli investimenti»
Mercoledì 09 Giugno 2010PROVINCIA,pagina 23e-mailprint
Erano presenti anche le confederazioni sindacali e un gruppo di dipendenti e delle Rsu della Cementirossi a Venezia, in apprensione per il loro futuro. Dalla possibilità di iniziare il cantiere di Marezzane dipendono, infatti, anche gli investimenti progettati dall’azienda, primo fra tutti l’ammodernamento dello stabilimento di Fumane, che dovrebbe garantire con l’utilizzo di filtri a manica un minore inquinamento, oltre alla creazione del forno a cicloni con tecnologia più moderna. L’azienda con sede a Piacenza, che nonostante l’attuale situazione di crisi del settore edilizio sembra tenere bene, ha mantenuto il suo organico senza ricorrere alla cassa integrazione.
«Abbiamo preso atto della decisione della commissione Via e i lavoratori sono ora più tranquilli», ha detto Mario Ortombina della Filca Cisl, «l’attesa dei dipendenti era ovviamente per un parere favorevole, come indice di una sicurezza futura del loro posto di lavoro. Anche se il percorso non è ultimato, credo non ci siano più sorprese: di solito, infatti, dopo un parere della commissione sull’impatto ambientale può succedere che ci siano delle prescrizioni aggiuntive, ma non si torna indietro. È la conclusione naturale di un iter che è stato tortuoso, ma garantisce un futuro per la Cementirossi, positivo specialmente se si va nel rispetto dell’ambiente con tutta una serie di attenzioni».
Nessun commento da parte della direzione della Cementirossi su quanto deciso dalla commissione.
«Visto che è solo una tappa di un lungo processo, l'azienda preferisce non esprimersi», fanno sapere. «È prematuro qualsiasi commento, visto che ci sono ancora diversi passaggi da effettuare prima di una definitiva autorizzazione al cantiere di Marezzane. I commenti verranno fatti allora».
Soltanto la Comunità montana, che ha in piedi un ricorso al Tar contro l’escavazione di Marezzane, ha votato contro, mantenendo una posizione non facile, ma di coerenza. Il territorio di Marezzane, infatti, ricade parzialmente dentro il parco regionale della Lessinia, un’altra sezione ricadrebbe nell’area individuata come protetta una volta realizzato il parco regionale della Valpolicella, il cui iter sta andando avanti dopo l’approvazione di ieri da parte del consiglio regionale. G.G.

 

«I sindaci rappresentano l’azienda e non i cittadini Continueremo la lotta»
Mercoledì 09 Giugno 2010PROVINCIA,pagina 23e-mailprint
«I due sindaci non hanno rappresentato i cittadini, ma le ragioni dell’azienda». Questo il commento secco di Mimmo Conchi, presidente del comitato Fumane Futura, presente a Venezia. La delegazione di cittadini di Fumane e Marano era costituita da 12 persone, che indossavano la T-shirt bianca con la scritta «Marezzane non si tocca» e portavano i prodotti tipici della Valpolicella tra cui ciliegie, olio, vino insieme ai volantini.
I dodici, tra questi il capogruppo di minoranza del comune di Marano Paolo Zardini, rappresentante anche del comparto enologico della Valpolicella, sono stati ricevuti dal presidente della Commissione di valutazione di impatto ambientale, Silvano Vernizzi, a cui hanno consegnato le oltre tremila firme di cittadini che si oppongono al progetto di scavo dell’oasi di Marezzane, luogo del cuore del FAI, dentro il Parco regionale della Lessinia.
Inoltre sono stati consegnati il documento con i 12 motivi per cui non si dovrebbe toccare l’oasi, un altro documento preparato dai produttori vitivinicoli della Valpolicella e quello di Pieralvise Serego Alighieri, che chiedeva di sospendere la trattazione del punto, in quanto nella stessa giornata di ieri il consiglio regionale era chiamato ad esprimersi sull’ammissibilità del futuro Parco regionale della Valpolicella e quindi della salvaguardia di tutta la zona. Sono state segnalate le quasi 1100 e-mail inviate in pochissimi giorni al presidente della Regione, Luca Zaia, da cittadini, società e produttori contrari allo scavo. «Nell’incontro abbiamo sottolineato che in Valpolicella è possibile sviluppare un altro tipo di economia, che non è quella invasiva di un’azienda che mangia le montagne e le sue bellezze per fare cemento», dice Mimmo Conchi. «I due sindaci, di Marano e di Fumane, non hanno tenuto conto del volere della popolazione, né delle ricadute sui comuni limitrofi di San Pietro, Negrar e Sant’ Ambrogio». «Al di là dell’amarezza iniziale», aggiunge Daniele Todesco di Valpolicella 2000, «abbiamo ora la consapevolezza che si è allargata la rete di persone contrarie al progetto, non solo in Valpolicella, cosa mai successa prima. Moltissimi produttori si sono dichiarati indignati per il parere dato. Continueremo la nostra battaglia».G.G.

LE AREE COLLINARI.

Il Consiglio regionale ha deliberato l’ammissibilità delle proposte di legge per la loro creazione
Valpolicella e Garda, i parchi avanzano

Serego Alighieri distingue: «Soddisfatti per la scelta ma il sì all’estrazione di marna è contraddittorio»
Mercoledì 09 Giugno 2010PROVINCIA,pagina 23e-mailprint
Colline e vigneti in Valpolicella Anche l’iter per la creazione dei due parchi regionali della Valpolicella e del Garda-Baldo prosegue. Ieri infatti il Consiglio regionale ha deliberato l’ammissibilità delle due proposte di legge. Ovvero, ha detto che i due parchi si possono fare e sono compatibili con l’ambiente.
L’approvazione all’unanimità cade, per la parte che riguarda la Valpolicella, nello stesso giorno in cui la Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale ha espresso parere favorevole all’escavazione dell’oasi di Marezzane. Nel dibattito che ha preceuto la votazione si sono dichiarati favorevoli ad entrambe le proposte i consiglieri veronesi Paolo Tosato (Lega), Franco Bonfante (Pd), Stefano Valdegamberi (Udc) e Giancarlo Conta (Pdl), che ha ricordato di essere stato fra i primi firmatari per il parco del Garda.
Ma qui resta aperto e inquietante il capitolo cementificazione, una delle molle che hanno portato comitati e associazioni a schierarsi per la creazione di un’oasi di tutela. Una catena di vicende legate a lottizzazioni, finite in qualche caso anche all’esame della magistratura, che sembra rappresentare, insieme al nodo irrisolto della viabilità, l’insidia più grave per natura e vocazione turistica del comprensorio. Problemi irrisolti che ora sembrano trovare «udienza» in sede regionale.
«Se da un lato siamo soddisfatti del sì per i parchi, dall’altro non lo siamo per la possibilità di poter estrarre la marna in un’area che riguarderà in parte il Parco della Valpolicella» dice Pieralvise Serego Alighieri, presidente di SalValpolicella e promotore della proposta di legge sui Parchi.
«C’è una chiara incongruenza tra le due cose e per questo avevo preparato un documento in cui si chiedeva di sospendere la decisione su Marezzane. È apparso chiaro che gli amministratori locali vanno contro la volontà popolare e ragionano in altro modo che non è quello di salvaguardare l’ambiente. Speriamo che in ultima analisi», continua Serego, «ci si pensi bene prima di prendere decisioni sul futuro della Valpolicella, da cui non si potrà più tornare indietro».
A Venezia si è compiuto un passo importante dal punto di vista formale: ora la proposta di legge ha tutti i crismi in regola. La discussione dovrà passare ad una commissione apposita per i parchi, ambiente e territorio, vedere gli eventuali emendamenti e poi tornare in Regione. «Faremo il possibile perché l’iter prosegua», assicura Serego Alighieri.G.G.