SANT’AMBROGIO. Il sindaco sottolinea l’importanza della nuova strada che
dovrebbe collegare cementificio e cave con le aziende del marmo
Destri: sì alla tangenziale di Fumane
Lorenza Costantino
«Il problema del traffico pesante, grazie a questo intervento, sarà
risolto anche a Negrar e a marano Le imprese sono pronte a partecipare
alla spesa»
Martedì 23 Marzo 2010 PROVINCIA, pagina 22 giornale
Che la maggioranza del popolo valpolicellese sia pro o contro il
progetto della tangenziale di Fumane non è cosa semplice da stabilire,
per ora. È chiara, però, la direzione che gli amministratori della
Valpolicella intendono seguire sia per risolvere il problema del
traffico pesante, sia per sostenere lo sviluppo dei settori lapideo e
cave e del cementificio, il quale utilizzerebbe i fanghi di marmo nella
propria produzione.
La nuova strada camionabile fra la Cementirossi, le cave della Lessinia
e le aziende lapidee, non attraverserà gli abitati di Fumane,
Sant'Ambrogio, marano e Negrar e nascerebbe come prolungamento del
troncone già esistente della tangenziale di Fumane verso località San
Micheletto, risalendo la Valle del Lena fino all'altezza di Mazzurega,
per raggiungere il cementificio dalla galleria sotto la collina dov'è
situato il santuario Madonna della Salette. Si parla di un preventivo di
spesa di 40 milioni di euro, di cui circa 27 di base d'asta per la
costruzione dell'opera. Sul progetto interviene il sindaco di
Sant'Ambrogio Nereo Destri, che è anche imprenditore del settore
lapideo, favorevole alla nuova strada.
Che beneficio trae Sant'Ambrogio dalla nuova tangenziale? «Abbiamo il
problema della pericolosità dei camion che scendono dalla Lessinia e
passano nel centro del paese attraverso via del Marmo, vicino alla
chiesa, alle opere parrocchiali e all'asilo, su un tratto in forte
pendenza. Le limitazioni che abbiamo imposto hanno ridotto ma non
eliminato il flusso. Il beneficio sarà evidente per l'eliminazione di
pericolo e l'abbassamento dell'inquinamento. E non solo per noi: il
problema del traffico pesante, grazie a questo intervento, sarà risolto
a Negrar e a marano, oltre che a Fumane».
Le categorie coinvolte sono disposte ad accollarsi la spesa della
strada? «Siamo disposti a dividercela: la proposta da me condivisa, per
esempio, è che una parte venga sostenuta dal cementificio, una parte da
enti come la Provincia, la Regione oppure il gestore delle autostrade,
visto che l'opera è un prolungamento della superstrada. E infine una
parte dai marmisti: le aziende sono favorevoli».
Ma il settore non è in crisi? «Il cementificio userà i fanghi di marmo,
cioè lo scarto della lavorazione lapidea che oggi va in discarica, con
costi che influiscono sui bilanci delle singole aziende anche fino al 5
per cento. E si capisce che tagliare questa spesa sarebbe una boccata
d'ossigeno. Si tratta di un trasferimento di investimenti: invece di
pagare la discarica, paghiamo per la costruzione di una strada utile
sotto più punti di vista. Ma i fanghi, sia chiaro, non sono rifiuti:
sostituiranno in parte la marna che ora viene estratta per produrre il
cemento, quindi l'attività di escavazione si potrebbe ridurre».
Cosa risponde a chi giudica il progetto troppo impattante per un
territorio di grande bellezza, che vanta coltivazioni e marogne
storiche? «La salvaguardia dei cittadini è prioritaria rispetto a
qualsiasi altra cosa. Anche alle marogne, che non derivano dal
Padreterno: e forse, quando sono state costruite, pure loro erano
considerate da alcuni un elemento di deturpazione. Bisogna guardare al
progresso del territorio, non ci si può sedere sulle tradizioni e sui
sogni. Solo i Verdi sono contrari: ma i Verdi, spesso, sono coloro che
dicono che bisogna andare in bici, ma poi usano l'auto; che si deve
abbassare il riscaldamento, ma a casa loro tengono bello caldo. Con le
ideologie non si va avanti, occorre scendere nel concreto».
In quali settori economici sta il futuro della Valpolicella?
«Vitivinicolo e lapideo. Ricordiamoci che, prima ancora che per il vino,
nel mondo eravamo conosciuti per il marmo. E vista la bellezza del
nostro territorio, aggiungo anche il turismo, da sviluppare con progetti
come il parco termale di Pescantina, che spero favorisca l'apertura di
strutture di ricezione».
E il progetto della tangenziale non è in contrasto con la salvaguardia
del paesaggio? «Secondo me, no: non avere più i paesi e le vie invasi
dai camion, ma creare per questi ultimi un percorso dedicato, è un
contributo all'ordine e alla bellezza».
Qual’è la sua opinione sul fatto che il cementificio possa, un giorno,
bruciare rifiuti? «Alle riunioni tra industriali e tra sindaci non ho
mai sentito prendere in considerazione questa ipotesi. Gli enti di
controllo, tra cui l'Arpav, hanno dato il loro benestare all'ampliamento
del cementificio e io mi fido del loro parere. Non si può impedire a
un'azienda di migliorarsi per la paura che domani potrebbe...».