L'ARENA  del 03 marzo 2011

       

FUMANE. Il Tar del Veneto accoglie il ricorso di Legambiente, Fumane Futura, Valpolicella 2000 e di sette privati e annulla tutte le delibere del Comune e della Provincia Cementirossi, ora si ricomincia da zero
Giancarla Gallo
Bocciato il permesso di utilizzare 80mila tonnellate l'anno di ceneri pesanti, si torna a 12mila Congelato anche l'ampliamento
e-mail print Giovedì 03 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 27

Il cementificio Cementirossi di Fumane ora dovrà rivedere il progetto di ampliamentoCementirossi, tutto da rifare. Il Tar del Veneto accetta il ricorso contro il cementificio e annulla tutte le delibere della Provincia per quanto riguarda la quantità di rifiuti usati nel processo di produzione del cemento. Bocciato anche il progetto di ampliamento e ammodernamento dello stabilimento, che prevedeva, tra le altre cose, la realizzazione di una torre alta 103 metri per contenere un nuovo forno a cicloni. Il ricorso era stato presentato nel 2009 da Legambiente, dall'associazione Valpolicella 2000, dal comitato Fumane Futura e da sette privati cittadini. La notizia bomba è arrivata il martedì in tarda serata con un tamtam di telefonate di sorpresa. «Non ci aspettavamo una sentenza così totale», afferma il presidente di Fumane Futura, Mimmo Conchi, come reazione a caldo: «il giudice boccia tutto e tira le orecchie alla Provincia e alle amministrazioni comunali. La politica dovrebbe tutelare l'ambiente e guardare al futuro di un territorio, specialmente là dove c'è conflitto su iniziative e progetti sempre ritenuti insindacabili perché provenienti da una potente azienda come Cementirossi. Quali sono stati gli interessi tutelati finora? Ora si può parlare di nuovi piani, forse anche di riconversione».
Il ricorso è stato accettato in toto, nel merito e nella forma, e soprattutto ha guardato alla situazione del cementificio in Valpolicella in maniera complessiva: le valutazioni di impatto ambientale per l'uso di rifiuti e l'ammodernamento dello stabilimento con la costruzione della torre vanno visti in una sola ottica, non separatamente, secondo le associazioni. Queste, Fumane Futura e Valpolicella 2000, «debbono ritenersi legittimate», si legge nella sentenza, «atteso il loro indubbio radicamento sul territorio della Valpolicella e il loro fine statutario: dagli statuti si evince che le due associazioni sono preposte alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente». Sugli scavi a Marezzane, invece, non ci sono novità: il parere favorevole dato da Provincia e Regione è soggetto al parere vincolante della Soprintendenza, che si deve ancora esprimere, essendoci delle prescrizioni non ben chiare e disposizioni incomplete non comunicate.
Le conseguenze della sentenza del Tar, oltre a congelare il progetto di ampliamento per vizio di forma e sostanza e motivazioni incoerenti, riguardano l'uso dei rifiuti, che tornano in procedura semplificata: cioè si passa dalle 80mila tonnellate di ceneri pesanti derivate da inceneritori all'anno da mescolare all'impasto del cemento, utilizzate attualmente, alle 12mila tonnellate autorizzate precedentemente. Tali autorizzazioni dovranno essere rinnovate ogni sei mesi. «La sentenza di fatto boccia la prospettiva di rilancio industriale in Valpolicella con lo smaltimento dei rifiuti, cosa che ci preoccupava molto», continua Conchi, «noi abbiamo presentato nel ricorso molte osservazioni che sono state tutte accolte, in cui abbiamo rilevato omissioni. Ad esempio manca, perché mai presentato, il piano di sicurezza, che è invece molto importante». Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente di Legambiente Veneto, Michele Bertucco: «Risultato molto importante, perché in questo modo si potrà ripensare al futuro della Valpolicella; è importante soprattutto che siano state accolte tutte le istanze del ricorso e riconosciuto che l'iter procedurale tenuto dalla Provincia era viziato». Lorenzo Albi, presidente di Legambiente Verona, aggiunge: «La sentenza del Tar è esemplare, in quanto si rileva che la stessa commissione provinciale di Valutazione di impatto ambientale aveva sottolineato questi elementi di incompatibilità, tuttavia aveva dato parere favorevole lo stesso. C'erano tante contraddizioni nelle decisioni prese dalla Provincia, oltre a vizi di forma e sostanza, con motivazioni incoerenti o non date proprio: e questo è stato tenuto in considerazione dal giudice. Viene messo, inoltre, in evidenza anche l'aspetto della viabilità a Fumane, che prevedeva un tavolo di discussione tra tutti i soggetti interessati, mai fatto; inoltre vengono contraddette le valutazioni fatte dall'amministrazione comunale di Fumane. Complessivamente viene dichiarata l'illegittimità del progetto di ampliamento. Questa decisione del Tar del Veneto senz'altro comporterà che ci sia una revisione nell'uso di rifiuti da parte dei cementifici in generale e si può ipotizzare che quest'uso sia d'ora in poi illegittimo». «Infatti finora», continua Albi, «i cementifici hanno sempre fatto tutto quello che volevano. E non si può continuare a dire che ormai in Valpolicella c'è il cementificio da 40 anni, quindi accettiamo tutto quello che viene».
 

Il primo cittadino di Fumane, Domenico Bianchi, non entra nel merito delle decisioni prese dal giudice del Tar, accetta la sentenza, anche se ribadisce le posizioni assunte dalla sua amministrazione.
«L'amministrazione comunale di Fumane si era avvalsa del consiglio di Arpav ed altri enti nel prendere certe decisioni che riguardano il cementificio e rimaniamo fermi anche nelle motivazioni espresse a suo tempo, che ci hanno spinto a farlo. Non entro nel merito se sono stati trovati omissioni o vizi di forma, giustamente sono state evidenziate. Accetto le decisioni prese dal giudice, vorrei sottolineare però che abbiamo sempre cercato di deliberare in maniera equa».
Il sindaco di Marano, Simone Venturini, più volte contattato, non rilascia invece alcuna dichiarazione, mentre il capogruppo di minoranza di Marano, Paolo Zardini, pone l'accento sulla tutela della salute pubblica, il sostegno alla vitivinicoltura e al patrimonio storico e culturale della Valpolicella. «Questi aspetti hanno prevalso sugli interessi privati dell'industria cementiera. È una sentenza che, attraverso l'analisi dei documenti prodotti, ha saputo soppesare ogni dettaglio per giungere ad una risposta di grande interesse per tutta la comunità valpolicellese, per quanto riguarda lo sviluppo economico del territorio». E conclude: «ne nascerà inevitabilmente un dibattito politico ulteriore, per rispondere alla domanda quale futuro per la Valpolicella, se vinicolo o cementiero». G.G.
 

L'azienda Cementi Rossi non ha certo l'intenzione di mollare. «Prendiamo atto e rispettiamo la decisione del Tar, pur rimanendo assolutamente convinti della bontà dei progetti presentati, e preliminarmente autorizzati a livello provinciale, che mirano principalmente alla riduzione dell'impatto dell'attività del cementificio sull'ambiente che lo ospita e alla salvaguardia dei posti di lavoro diretti ed indiretti. In virtù di tale convincimento confermiamo l'intenzione di presentare ricorso al Consiglio di Stato», commenta sinteticamente, a caldo, l'ingegner Giuseppe Fais, direttore tecnico di Cementirossi.
Le delibere annullate dalla sentenza del Tar sono la 153 del 6 agosto 2009 della Giunta provinciale sul giudizio di compatibilità ambientale in merito al progetto di ammodernamento presentato dalla Cementirossi e la 159 del 20 agosto del 2009, sempre della Giunta provinciale, sulla compatibilità ambientale in merito alla riduzione di consumo di materie prime naturali (marna) nel processo di produzione mediante utilizzo di rifiuti non pericolosi.
Il 6 maggio del 2008 Cementirossi fa domanda per l'autorizzazione e Studio di impatto ambientale per l'utilizzo di rifiuti e il 22 luglio dello stesso anno chiede l'autorizzazione per nuovi impianti di smaltimento e recupero rifiuti.
Nel febbraio 2009 si dà avvio al procedimento di Autorizzazione integrata ambientale, cui seguono la Conferenza di servizi e il parere favorevole della Giunta nell'agosto e quindi l'Autorizzazione integrata ambientale il primo settembre 2009.
Per quanto riguarda invece l'ammodernamento dello stabilimento, la ditta presenta domanda il 13 maggio 2008 di sostituzione dei forni Lepol e dei mulini di macinazione con un nuovo forno con preriscaldatori a cicloni.
I comuni di Fumane e di Marano presentano a loro volta un documento congiunto con osservazioni, che ha l'approvazione del consiglio comunale di Fumane. Il 15 maggio 2009 la Commissione Via provinciale si esprime favorevolmente all'ammodernamento dello stabilimento, pur con risultanze negative di incompatibilità paesaggistica. G.G.

«Un grande risultato
per tutta la Valpolicella»
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Legambiente, Fumane Futura e Valpolicella 2000 terranno lunedì una conferenza congiunta per valutare la situazione. «La percezione è quella di un grande risultato collettivo per tutta la Valpolicella, anche se non è definitivo», dice Daniele Todesco, presidente di Valpolicella 2000, «abbiamo ricevuto un numero incredibile di messaggi di solidarietà e felicitazioni. Questo dà speranza sulla legalità e fiducia nella giustizia, quando ormai si pensava che nulla si potesse fare. È una sentenza storica quella che ci è arrivata dal Tar Veneto. Ora è vietato abbassare la guardia». G.G.