L'ARENA  del 05 marzo 2011

       

 
FUMANE. Dopo la sentenza del Tar che ha annullato le delibere, l'ente sta studiando come reagire, non escluso l'appello al Consiglio di Stato

Cementificio, la Provincia prepara le contromosse
Giancarla Gallo
Intanto a Monselice guardano al caso veronese per un impianto simile su cui Venezia deve decidere
giornale e-mail print Sabato 05 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 33

Il cementificio di FumaneGrande risonanza ha avuto la sentenza del Tar Veneto, che ha bocciato tutte le delibere provinciali in merito all'ammodernamento del cementificio e alla quantità di rifiuti usati nel processo di produzione del cemento. La notizia cade proprio quando, in località Ziviana di marano, sono cominciati i carotaggi per l'esame dei terreni dove si presume siano stati riversati rifiuti pericolosi una ventina d'anni fa. La sentenza ha avuto risonanza non solo in Valpolicella (contenti anche i produttori di vino e i viticoltori) e tra le associazioni del veronese, ma anche fuori provincia.
Il Mattino di Padova ha ripreso la notizia definendo la sentenza del Tar «un precedente di quelli che faranno discutere», infatti a Monselice l'Italcementi ha chiesto un revamping, cioè un ampliamento dello stabilimento con costruzione di una torre per il forno a cicloni molto impattante, della stessa altezza di quella progettata per la Valpolicella (103 metri) e l'uso di rifiuti non come combustibile, ma come “materie prime seconde” (gessi chimici e ceneri pesanti provenienti dall'incenerimento di rifiuti non controllati da mescolare al cemento).
Due comitati padovani, “E noi?” e “Lasciateci respirare”, attendono ora con fiducia il risultato del loro ricorso a difesa dell'ambiente, che verrà discusso dalla stessa terza sezione del Tar il 5 maggio.
Intanto la dirigenza della Cementirossi, che sta valutando la linea da seguire, ha fissato per la prossima settimana un incontro con i dipendenti e i sindacati per fare il punto della situazione. Di fatto non ci saranno grossi cambiamenti per lo stabilimento di Fumane, che resta inalterato e al momento, più che pensare ad un ampliamento, deve fare i conti con una crisi economica che interessa il settore dell'edilizia e costringe i forni di Fumane a stare fermi spesso. La Provincia dal canto suo si accinge ad applicare la sentenza, annullando tutti i provvedimenti presi negli ultimi tempi, due delibere di giunta e i verbali di seduta delle commissioni, valutando che cosa deve sopravvivere. Si deve in sostanza ritornare allo stato precedente, con condizioni riduttive nell'uso dei rifiuti da mescolare al cemento. Fermo restando l'uso di gessi desolforizzati dall'Enel e lamine di ferro dalla Dalmine, la riduzione più importante riguarda le ceneri pesanti degli inceneritori, che passano da 80mila a 12mila tonnellate annue. L'analisi da parte della Provincia, che sta discutendo la sentenza che evidenzia incongruenze nel suo operato, coinvolge gli uffici amministrativi, tecnici, e legale. Da valutare se la Provincia ha interesse a ricorrere in appello al Consiglio di Stato per lesione all'operato dell'amministrazione provinciale.