marano e FUMANE. Il consigliere di minoranza: «Valori elevati nell'area
del cementificio in cui sono stati sepolti rifiuti»
Zardini riapre il caso Ziviana:
«Metalli pesanti oltre i limiti»
Giancarla Gallo
Il geologo: «I sedimenti indicano un altro sistema di lavorazione del
cemento, non ci sono elementi per dire che c'è inquinamento»
giornale e-mail print Martedì 05 Luglio 2011 PROVINCIA, pagina 21
L´area di Ziviana dove sono stati sepolti rifiuti negli anni ´80
Il capogruppo di minoranza del Comune di marano, Paolo Zardini, solleva
il caso: sono allarmanti le analisi dei carotaggi dei terreni effettuati
all'interno dell'area mineraria dismessa del cementificio dove, oltre
una ventina d'anni fa, vennero sversati metalli e polveri, che è stata
ora recuperata e diventerà parte del Parco didattico ambieltale che sarà
inaugurato fra un anno.
L'indagine, con il contributo di Arpav e della Forestale, aveva preso
avvio dopo la segnalazione di un dipendente della Cementirossi, Luciano
Chesini, che l'anno scorso aveva dichiarato di aver sepolto, con un
collega ora deceduto, più di duecento fusti di scorie nell'area di scavo
dell'allora Cementi Verona, poi rilevata dalla Cementi Giovanni Rossi di
Piacenza. Sulla vicenda sta indagando anche la Procura.
Le analisi, effettuate dal laboratorio trevigiano Chelab, specializzato
in indagini industriali, su incarico della Cementirossi, mettono in
evidenza, tra gli altri, la presenza di piombo, vanadio, zinco e cromo
esavalente in quantità elevatissime. Lo sottolinea Zardini, che
presenterà in questi giorni una interrogazione.
«Nel sondaggio S1, relativo al carotaggio da 1,50 a 11,50 metri di
profondità, il valore del piombo è di 2.290 microgrammi per chilogrammo,
mentre il valore ammesso è di 100 mg/kg. Valore elevatissimo anche per
lo zinco: 1.880, mentre il limite è di 150, il vanadio è a 697 (su un
limite di 15), mentre il cromo esavalente altamente cancerogeno è 26,7
mentre è ammesso un valore di 2», evidenzia Zardini. «Nel sondaggio S2
che arriva a 16 metri di profondità lo zinco è a 23.800 mg, il piombo a
7.120, il cromo a 1.497, il rame a 1.302. Elevato anche l'antimonio.
Cosa hanno intenzione di fare», si chiede Zardini, «qualora questi
indici siano di danno alla salute pubblica?».
A sottolineare la gravità dei dati è anche il coordinatore dei
viticoltori e di 120 cantine della Valpolicella, Giorgio Sboarina:
«Questi elementi cosa hanno a che fare con la produzione di cemento?
Possono essere ritenuti scarti? O sono stati nascosti sotto terra?
Inquinano ancora? E quando piove, cosa succede?».
Sboarina evidenzia anche il rischio per le falde acquifere e invita le
autorità sanitarie ed effettuare analisi, visto che ci sono due pozzi
del Comune di Fumane a valle del cementificio, vicino all'isola
ecologica. «La legge dice che si dovrebbe valutare il rischio ambientale
e in base a quello effettuare verifiche. In teoria, si dovrebbe nominare
un perito». I sondaggi effettuati sono stati solo tre: un carotaggio in
località Gardelin a Fumane e due carotaggi in comune di marano, sotto
Purano, in località Ziviana, dove c'era il cantiere.
Il sindaco di Fumane, Domenico Bianchi, tranquillizza: «La situazione è
tenuta sotto controllo dall'Arpav, le indagini sono in corso, non sono
terminate, vediamo cosa emergerà. Intanto, si è svolta una conferenza
dei servizi, ma non è stata presa alcuna decisione».
Il geologo Roberto Zorzin, tecnico incaricato dalle due amministrazioni,
non rileva fattori di urgenza e spiega: «Per il momento i fusti non sono
stati trovati nei tre punti di carotaggio. Abbiamo trattato punti
critici con carotaggi fino alla roccia. Sono stati rinvenuti sedimenti,
sabbia e ghiaia, che testimoniano un altro sistema di lavorazione del
cemento. La presenza di valori che superano i limiti dipende dal tipo di
lavorazione che si faceva all'epoca». E tranquillizza: «Finora non ci
sono elementi per dire che c'è inquinamento. Vedremo se è il caso di
rimuoverli, si sta discutendo se è necessario intervenire».
«Non sono
stati trovati fusti di rifiuti»
e-mail print Martedì 05 Luglio 2011 PROVINCIA, pagina 21
«Appena siamo venuti in possesso dei risultati delle indagini effettuate
nell'area di Monte Noroni, partite a seguito di una nostra segnalazione
volta a fare chiarezza su un presunto abbandono di rifiuti di origine
esterna nell'ambito della concessione mineraria (fatti risalenti agli
anni Ottanta), abbiamo fornito agli esperti preposti dalla conferenza
dei servizi queste evidenze, oltre ad una serie di elementi di
valutazione atti a favorire la comprensione della probabile origine del
materiale rinvenuto», spiega l'ingegner Pierandrea Fiorentini,
responsabile dei servizi ambientali della CementiRossi. «Le indagini
geofisiche condotte nel 2010 e gli accurati carotaggi del terreno
compiuti nei primi mesi di quest'anno permettono di escludere la
presenza di fusti o di altri materiali di origine esterna diversi da
quelli derivanti dall'attività estrattiva del cementificio. Cementirossi
continuerà ad offrire la più ampia collaborazione alle autorità
competenti in relazione alle decisioni che verranno assunte a seguito
della valutazione dei risultati delle indagini fin qui condotte nella
vecchia area di scavo».G.G.
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