FUMANE. Dalle accuse alle denunce: il titolare di un'azienda vinicola si è
rivolto ai carabinieri per il taglio di alcune vigne
Cementificio, scontro totale
fra ambientalisti e lavoratori
Giancarla Gallo
I sindacati difendono il futuro dello stabilimento: «Non siamo di serie
B, è proccupante sapere che ci sono persone che ritengono sgonfiato il
problema»
giornale e-mail print Sabato 09 Aprile 2011 PROVINCIA, pagina 32
Prima le polemiche infinite, poi le discussioni, adesso le denunce. A
Fumane il dibattito sul Cementificio è più che mai aperto. Il primo a
rivolgersi ai carabinieri di San Pietro in Cariano è stato Franco
Scamperle, titolare dell'azienda vitivinicola «Le Salette», che ha
presentato una denuncia contro ignoti per il taglio di dodici vigne.
Scamperle, lo ricordiamo, è uno dei sette firmatari, insieme a
Legambiente, Valpolicella 2000 e Fumane Futura, del ricorso al Tribunale
amministrativo regionale, la cui sentenza ha bloccato l'uso dei rifiuti
nel processo di produzione del cemento e anche il progetto di
ammodernamento dello stabilimento.
A rincarare la dose hanno provveduto le associazioni Legambiente,
Valpolicella 2000 e Fumane Futura con un comunicato dal titolo «Stop
alle intimidazioni in Valpolicella», nel quale si ricordano le tensioni
che si sono accumulate negli ultimi due anni e gli atti intimidatori,
dalle «lugubri croci nere a segnare i manifesti delle iniziative delle
due associazioni» al «recapito di messaggi minacciosi a casa di singoli
esponenti delle associazioni, con l'imbrattamento di una vetrina di un
negozio che esponeva materiale informativo e poi con il taglio di gomme
e danneggiamenti di auto. E ancora muri di case imbrattate, la testa di
un capretto mozzata e abbandonata in un podere». E adesso le vigne.
Anche Sandro Campagnola, ideatore del sito
www.teladoiolavalpolicella.it, è pronto a sporgere denuncia, dice, per
aver ricevuto intimidazioni contro la libertà di espressione. Pomo della
discordia un intervento nel sito, in cui si chiedeva di «chiarire quanti
siano i dipendenti della cementirossi a Fumane, perché i fumanesi non
riescono a identificarli questi 100 dipendenti che vengono sempre citati
e utilizzati per tenere in scacco l'intera economia della Valpolicella».
Secondo Campagnola è arrivato il momento «di pianificare l'occupazione
dell'impresa nei prossimi dieci anni». E alla Provincia chiede di
progettare «in modo serio delle alternative occupazionali che meglio si
inseriscano in un tessuto economico come è la Valpolicella», trovando
un'idea «che possa definitivamente risolvere il problema di chi rischia
di perdere il lavoro».
Campagnola solleva anche il tema dei futuri pensionamenti e si chiede:
«Se alla fine risulta che quelli che perderanno il lavoro tra 10 anni
sono 15 persone, il ricatto della perdita occupazionale si sgonfia al
punto di non essere nemmeno più considerato come problema».
A queste affermazioni rispondono con un comunicato le rappresentanze
sindacali unitarie della cementirossi e tutte le sigle sindacali, che si
ribellano all'idea di «considerare i lavoratori del cementificio di
serie B. Noi riteniamo che tutti i lavori vadano tutelati in quanto
ognuno di noi possa scegliere per se stesso e per i propri figli che
tipo di lavoro svolgere». E precisano: «Il numero esatto dei dipendenti
è 97, più uno che verrà assunto a giorni. Fino ad oggi se un lavoratore
della Cementeria raggiungeva l'età pensionabile, l'azienda provvedeva a
sostituirlo con altri, pertanto l'ipotesi che tra 10 anni il problema
occupazionale si sgonfierebbe, e non sarebbe più un problema, riteniamo
sia una elucubrazione mentale.
«Pertanto, in una situazione già pesante sotto l'aspetto occupazionale,
vedi dati Istat sulla disoccupazione in Veneto, sapere che ci sono
persone che ritengono “sgonfiato” il problema è preoccupante e serve
solamente a ricreare un clima di tensione che non giova certo a nessuno.
Vorremmo inoltre ricordare, come con questo atteggiamento, si
contribuisca al dissolvimento di quel pezzo di società solidale ancora
presente, fondata sulla fatica del lavoro, sulla condivisione delle
difficoltà che il lavoro manuale impone».
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