FUMANE. Sindaco, associazioni e sindacati condannano l'episodio di
intimidazione ai danni di un'azienda vitivinicola
Bianchi: «Vigne tagliate, fatto grave, ora si abbassino i toni»
Giancarla Gallo
Ortombina (Cisl): «È necessario un tavolo di dialogo che in passato gli
ambientalisti hanno rifiutato Siamo disponibili al confronto»
giornale e-mail print Domenica 10 Aprile 2011 PROVINCIA, pagina 34
Biasimo e condanna, ma soprattutto un invito ad abbassare i toni dello
scontro: questi i concetti espressi dal primo cittadino di Fumane,
Domenico Bianchi, in merito al clima di intimidazione e alle tensioni
che si sono venute a creare dopo la sentenza del Tar che ha bloccato
l'ammodernamento del cementificio e che impedisce anche l'utilizzo di 80
mila tonnellate all'anno di rifiuti da mescolare all'impasto del
cemento, per un business di diversi milioni di euro. Condanna
soprattutto nei confronti dell'ultimo fatto accaduto, ovvero il taglio
di alcune vigne di proprietà di Franco Scamperle, uno dei firmatari del
ricorso che è stato accolto dai giudici del Tar. «È un fatto molto
grave», sottolinea con fermezza il sindaco. «Non ci sono
giustificazioni, i colpevoli devono essere ricercati. In una comunità
come la nostra cose di questo genere non devono succedere. È necessario
ritrovare un clima sereno e confrontare le varie posizioni nel rispetto,
abbassare i toni e permettere l'espressione democratica».
«Siamo in un paese libero», precisa Bianchi, «quindi ci vuole rispetto
delle regole e bisogna farsi carico dei problemi in una diversa visione
del territorio. Mi appello al senso di responsabilità», continua
Bianchi, «non ci deve essere una reazione di sfiducia nelle istituzioni,
ma soprattutto non deve prevalere il clima di violenza».
E conclude: «Esprimo solidarietà a chi ha ricevuto intimidazioni, i
cittadini di Fumane e della Valpolicella si sono sempre distinti per la
loro laboriosità. Questi sono comportamenti insoliti».
Daniele Todesco, presidente di Valpolicella 2000, ribadisce la gravità
di quanto successo: «Un conto è la dialettica, anche lo scontrarsi
verbalmente, ma passare a questi atti non va bene. Unanime deve essere
la condanna di questi comportamenti, perchè non fanno parte della
cultura democratica; noi pensiamo che i sindacati facciano il loro
dovere di salvaguardia dei posti di lavoro, contro cui noi non abbiamo
personalmente nulla. Non siamo contro i lavoratori. La Valpolicella
chiede con forza di essere sostenuta e aiutata perché nessun linguaggio
intimidatorio e mafioso possa in alcun modo radicarsi ed essere
legittimato».
Una condanna netta dei fatti accaduti arriva anche dai sindacati dei
dipendenti della cementirossi. «Siamo d'accordo, è necessario abbassare
i toni da entrambe le parti», afferma Mario Ortombina della Cisl, «se ci
sono motivazioni o accuse ben precise contro qualcuno, che vengano
dimostrate. Non accettiamo che vengano accusati o coinvolti i dipendenti
nella maniera più assoluta. A questo punto, per ristabilire un clima
vivibile, è necessario un tavolo di dialogo, cosa che gli ambientalisti
hanno rifiutato in passato. Noi siamo disponibili al confronto».
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