FUMANE. Delusione dei sindacati che temono per i posti di lavoro, ma dai
Palazzi Scaligeri arrivano rassicurazioni
Cementificio, la Provincia
rinuncia al Consiglio di Stato
Giancarla Gallo
Venturi: «Intanto l'azienda può lavorare con procedura semplificata». A
gennaio si saprà se il progetto di ammodernamento è da rifare
e-mail print Sabato 10 Settembre 2011 PROVINCIA, pagina 27
L´impianto di Cementirossi a FumaneDopo un'accesa discussione, la giunta
Provinciale ha deciso di non ricorrere al Consiglio di Stato contro la
sentenza del primo marzo del Tar del Veneto. Sentenza che ha bloccato il
progetto di ampliamento e ammodernamento dello stabilimento della
Cementirossi di Fumane, con la realizzazione di un forno a cicloni alto
103 metri, e ha bocciato le delibere provinciali che autorizzavano
l'azienda a usare 122 mila tonnellate di rifiuti all'anno, tra cui
soprattutto le ceneri pesanti degli inceneritori. «Pur non condividendo
del tutto il contenuto della sentenza del Tar», spiega il vicepresidente
della Provincia, Fabio Venturi, che ha seguito sempre in prima persona
la vicenda, «abbiamo deciso di non ricorrere al Consiglio di Stato,
tutti concordemente; l'unico assente era l'assessore Sachetto. Il
ricorso lo farà la Cementirossi da sola. A gennaio ci sarà la risposta:
se il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del Tar, tutto resterà
fermo e si dovrà ricominciare daccapo con progetti e richieste di nuove
autorizzazioni».
Per quanto riguarda il secondo punto, cioè l'uso di rifiuti (come
laminati di ferro, ceneri pesanti, fumi dell'Enel e residui dalla
lavorazione della ceramica), la Cementirossi può continuare a lavorare
con procedura semplificata, quella in vigore prima delle autorizzazioni
cancellate dalla sentenza del Tar. «Finché non si fa l'ammodernamento
dello stabilimento, non si può autorizzare ad immettere nel processo
produttivo elevate quantità di rifiuti, che sostituiscono in parte la
marna. Ci siamo adeguati alle decisioni del Tar, il cementificio di
Fumane potrà usare 54 mila tonnellate di scorie all'anno per cinque
anni», dice Venturi.
La giunta ha esaminato la situazione dei dipendenti della Cementirossi,
azienda ferma da ferragosto e che forse riprenderà la produzione la
prossima settimana. I dipendenti per ora sono impegnati nella
manutenzione degli impianti. Va ricordato che l'azienda, nonostante il
periodo di crisi, non ha mai usato la cassa integrazione.
«La giunta provinciale intera», riprende Venturi, «ha tenuto conto dei
dipendenti: il lavoro è comunque assicurato per i prossimi anni,
essendoci l'autorizzazione allo scavo fino al 2025; il fatto che si
possano mescolare all'impasto sostanze che alleggeriscono la quantità
della marna è positivo, certo il profitto futuro dell'azienda dipende
anche dalla risposta della Soprintendenza regionale allo scavo di
Marezzane».
I lavoratori della Cementirossi hanno espresso delusione per le
decisioni di giunta, mentre la direzione dell'azienda non ha voluto
rilasciare dichiarazioni. «Le istituzioni, che ci dovrebbero
rappresentare, sembrano non essere interessate a un reale progetto di
sviluppo socioeconomico», dicono le Rsu congiuntamente, «e non sembrano
prendersi carico delle loro responsabilità». «I lavoratori sono
preoccupati per la situazione di incertezza sempre maggiore,
specialmente in questo particolare periodo di contrattura economica, nel
quale sarebbe auspicabile un pieno supporto a qualsiasi attività
lavorativa, ancor più se sana e disponibile a investire risorse sul
territorio per ammodernarsi», aggiunge Silvio Lugoboni, da 35 anni
dipendente di Cementirossi. «Ci chiediamo quali siano i fattori che
hanno motivato questo apparente cambio di strategia della Provincia»,
conclude Amancio Morando.
La questione cementificio è seguita anche dai consiglieri provinciali
Zeno Pescarin e Ivan Castelletti e da tempo insieme al vicepresidente
Fabio Venturi cercano di trovare un punto di equilibrio tra Cementificio
e aziende vitivinicole. «Ho incontrato alcuni lavoratori, per
comprendere le loro preoccupazioni», spiega Castelletti, «in verità,
l'attività dell'azienda continuerà indipendentemente dal ricorso. Deve
invece essere definito l'orizzonte a lungo termine ed è necessario
riflettere su una futura possibile riqualificazione dell'area. Non
dimentichiamo che la Valpolicella è un vero patrimonio per il nostro
territorio. La Provincia sarà parte attiva nella tutela dei posti di
lavoro».
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