FUMANE. Il direttore Claudio Marcon prende le distanze dopo l'episodio del
taglio delle viti
Cementirossi: «Si evitino le strumentalizzazioni»
Giancarla Gallo
L'azienda non accetta che siano rivolte, anche solo implicitamente
accuse ai suoi dipendenti sui recenti episodi di intimidazione
giornale e-mail print Giovedì 14 Aprile 2011 PROVINCIA, pagina 26
La Cementirossi prende le distanze in modo netto dai fatti accaduti nei
giorni scorsi, in particolare il raid compiuto ai danni dell'azienda
vinicola Le Salette, dove sono state tagliate dodici viti, e si schiera
contro strumentalizzazioni e accuse anche implicite ai suoi dipendenti.
«Lettere intimidatore, atti criminali e atteggiamenti mafiosi non sono
mai giustificabili e non fanno parte di quell'atteggiamento volto al
dialogo e al confronto democratico da sempre promosso dal cementificio e
che è prassi per tutti i suoi dipendenti, indistintamente», commenta
Claudio Marcon, direttore dello stabilimento Cementirossi di FUMANE.
«È inaccettabile e deve essere evitato che situazioni estranee al
cementificio vengano così strumentalmente collegate all'azienda ed ai
suoi dipendenti che onestamente, con le loro famiglie, lavorano e vivono
a FUMANE e che per questo, come tutti gli altri cittadini, devono essere
tutelate da calunnie di questo genere», sottolinea il direttore dello
stabilimento.
«È inaccettabile», aggiunge, «che queste persone, che quotidianamente
svolgono il proprio lavoro onestamente e con orgoglio, vengano accusate,
anche solo implicitamente, di atti di cui sono sicuro che non sono in
alcun modo responsabili. Si chiede di abbassare i toni quando in realtà
i toni non sono mai stati alzati e sono invece questi attacchi e accuse
infondate ad andare nella direzione opposta, e non fanno altro che
creare un profondo dispiacere e rammarico in tutti i lavoratori e
cittadini», è la sottolineatura di Marcon.
«Il cementificio, come anche il sottoscritto, ha subito nel recente
passato gravi atti intimidatori, ma non ha mai pensato di utilizzare
tali fatti per accusare senza prove concrete le associazioni solo per
diverse vedute sul futuro del cementificio. Crediamo nel dialogo e
pensiamo che solo attraverso di esso sia possibile trovare risposte
anche alle situazioni più complesse».
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