MARANO. Il tradizionale appuntamento in difesa del territorio si è svolto
solo a metà
Cena per Marezzane,
ma la marcia è saltata
Giancarla Gallo
Per dire no agli scavi della cementirossi verrà fissata una nuova data
L'area è apprezzata anche dagli appassionati di orchidee spontanee
giornale e-mail print Lunedì 16 Maggio 2011 PROVINCIA, pagina 20
«Marezzane non si tocca» un anno fa, ieri è saltata causa
maltempoDuecento persone circa, sabato sera, hanno testimoniato la loro
solidarietà per salvare la collina di Marezzane dagli scavi della
cementirossi, in occasione della edizione primaverile della
manifestazione “Marezzane non si tocca”, articolata quest'anno in due
giorni. La consueta camminata dentro l'oasi, programmata per ieri
mattina, a causa del maltempo non si è svolta, ed è stata spostata a
data da destinarsi, mentre il ritrovo di sabato, invitati 70 tra
associazioni e comitati, ha visto il pienone.
Oltre a molti rappresentanti di diversi comitati del veronese e del
Veneto, erano presenti 15 persone da Monselice per festeggiare la
sentenza del Tar del Veneto, che ha accettato il ricorso contro
Italcementi. Una sentenza simile a quella emessa contro il progetto di
ammodernamento e ampliamento dello stabilimento di Fumane e contro l'uso
di rifiuti da mescolare all'impasto del cemento. È stata l'occasione per
riflettere attorno al significato delle due sentenze, un momento di
incontro in cui si è brindato, offrendo agli ospiti i prodotti tipici di
Marezzane. Degni di essere ricordati alcuni rappresentanti di comuni
virtuosi, primo fra tutti il sindaco del comune di Berlingo nel
bresciano, Dario Ciapetti, la cui amministrazione si sta impegnando per
la valorizzazione e il recupero del territorio. «A differenza di quanto
fanno gli amministratori dei comuni della Valpolicella», ha detto
Daniele Todesco, presidente dell'associazione Valpolicella 2000, «questo
comune bresciano ha scelto di dire stop al cemento e al consumo del
territorio trasformando i problemi in risorse: discariche che diventano
parchi cittadini ed aree bonificate, bioedilizia nelle scuole con
consumo 0 e risparmio per le amministrazioni. È stato ribadito anche il
gemellaggio con Monselice, per la vicinanza dei problemi». Momento
suggestivo è stato, subito dopo cena, «c'è silenzio e silenzio»: il
percorso di due ore e mezza attorno alla collina di Marezzane in cui si
sono impegnate 90 persone in fila indiana, in silenzio, in segno di
rispetto verso un paesaggio che corre il rischio di sparire. C'erano
giovani, famiglie con bambini al buio dentro al bosco, a riscoprire il
fascino della natura. Ospiti di rilievo sono giunti dalla Francia e
dalla Toscana per apprezzare le orchidee spontanee che fioriscono a
Marezzane: Remy Souche, da Montpellier, della Società occitana delle
orchidee e Rolando Romolini di Fiesole (FI) socio fondatore e nel
direttivo di Giros (Gruppo italiano ricerca orchidee spontanee), che da
30 anni ricercano le varie specie di orchidee in tutto il Mediterraneo
occidentale. «Abbiamo rilevato nell'oasi un habitat particolarissimo e
una biodiversità unici, dagli insetti alle piante», ha detto Souche che
ha già pubblicato tre libri, «vuol dire che l'ambiente è naturale. Sono
rari i luoghi dove si possono trovare tante specie come qui, ne sono
state rilevate più di 30». In provincia di Verona l'oasi di Marezzane è
il sito più abbondante di orchidee per specie e numero di particolari.
«Abbiamo molto apprezzato le varietà esistenti, nonostante il tempo
inclemente», ha aggiunto Romolini, accompagnato da Ennio Agrezzi e
Massimino Ovatoli di Giros. «Siamo preoccupati di quello che potrebbe
succedere con gli scavi, finora qui le colture biologiche hanno
rispettato l'ambiente». |