L'ARENA  del 17 dicembre 2011

 

 

FUMANE e MARANO. Dopo il no della Soprintendenza all´escavazione della collina, gli ambientalisti esultano mentre i dipendenti della Cementirossi chiedono garanzie

Marezzane: «Subito il tavolo di confronto»

Giancarla Gallo
I lavoratori sono preoccupati: «Ora le istituzioni ci devono tutelare» Il consigliere regionale Bassi (Lega nord): «L´azienda deve spostarsi»
giornalee-mailprintsabato 17 dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 31


La collina di Marezzane è giudicata dalla Soprintendenza «area di pregio», incompatibile con ... «Un parere che farà storia». Così Lorenzo Albi, presidente di Legambiente Verona, ha definito la decisione vincolante della Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici in merito al progetto di escavazione della collina di Marezzane da parte della Cementirossi. Un «no» chiaro: «Non sussistono le condizioni per poter esprimere parere favorevole».
Di ben diverso avviso i lavoratori della Cementirossi, preoccupati per il loro futuro dopo lo stop al progetto di espansione dell´azienda. Una battuta d´arresto che ha colto di sorpresa i dipendenti del cementificio, che hanno saputo della decisione su Marezzane solo ieri mattina, dalle pagine del nostro giornale. E così la conferenza stampa organizzata da Legambiente a Verona, insieme ai comitati ambientalisti della Valpolicella, è stata l´occasione per un confronto tra ambientalisti e rappresentanze sindacali dei dipendenti dell´azienda, che non erano stati avvisati del parere negativo.
«La notizia ha accresciuto la preoccupazione in questo periodo di crisi», ha spiegato Amancio Morando della Uil, «l´azienda ci ha sempre trattato bene sia per quanto riguarda i contratti che per la sicurezza, quindi vorremmo venisse mantenuta, e lo stesso proprietario ha detto che farà di tutto fino all´ultimo. Si deve aprire un tavolo di confronto. In questo momento di incertezza sono le istituzioni che devono tutelarci. Certo, il cemento non si fa con le orchidee, ma serve e non è l´unico che inquina».
I rappresentanti dei comitati ambientalisti hanno sottolineato che «l´impegno degli ultimi tredici anni, a suon di ricorsi, studio delle carte e tam tam in rete, non era contro l´azienda e tanto meno contro i suoi lavoratori, ma era finalizzato a bloccare un progetto, ritenuto impattante, di ammodernamento e ampliamento che intendeva espandersi dentro il Parco della Lessinia. Il lavoro è comunque garantito fino al 2025, quindi c´è tutto il tempo per prendere in considerazione un´eventuale progetto di conversione industriale».
La situazione di insicurezza viene sottolineata da Silvio Lugoboni della Cisl: «Aspettiamo con ansia il 17 gennaio, quando si saprà l´esito del ricorso al Consiglio di Stato. Se dovesse essere negativo, l´azienda, che puntava molto sullo sfruttamento del cantiere di Marezzane, non avrebbe più interesse a mantenere lo stabilimento qui».
I sindacati hanno fatto sapere che si esprimeranno dopo aver valutato approfonditamente il parere della Soprintendenza. E a gennaio potrebbe svolgersi un incontro con i lavoratori.
Il documento che ha bocciato l´espansione delle escavazioni del cementificio di Fumane - presentato da Mimmo Conchi, del comitato Fumane Futura, e da Daniele Todesco, di Valpolicella 2000 - cita l´articolo 9 della Costituzione, la Convenzione europea sul paesaggio e il Codice per i beni culturali del 2004. Riconosce Marezzane come «area di grande pregio tutelata» in quanto ricadente in gran parte nel Parco naturale regionale della Lessinia e il progetto fortemente impattante del cantiere di scavo farebbe scomparire il paesaggio originario e molti manufatti storici, nonché la settecentesca corte rurale. Bocciata nel progetto anche l´ampia strada a mezzacosta di dimensioni eccessive.
«La Soprintendenza auspica che Marezzane, definita "di eccellenza", venga inserita nel catalogo, che mappa i territori di pregio su cui far leva per la valorizzazione di tipo economico e turistico, da cui ricavare risorse», ha spiegato Conchi.
Tra gli interventi quello di Paolo Zardini, consigliere comunale di opposizione a MARANO, unico amministratore presente, che ha stigmatizzato i comportamenti dei politici «capaci solo di tagliare i nastri alle feste e poi non prendono posizione su problemi complessi come questi. E´ un provvedimento esemplare, che fa riflettere», ha aggiunto Zardini, giudicando il parere della Soprintendenza una «sconfitta» per l´amministrazione di MARANO e i lavoratori della Cementirossi le «vere vittime dell´inerzia amministrativa».
Andrea Bassi, consigliere regionale della Lega nord e presidente della Seconda commissione, che si occupa di urbanistica e parchi, ha espresso compiacimento: «Da tempo sostengo che le carte vincenti del Veneto del futuro saranno la qualità in ogni ambito produttivo, per la Valpolicella il vino, e il turismo.
«Ci sono attività che, seguendo questo ragionamento, sono incompatibili con la Valpolicella. Si tratta di un duro colpo per la Cementirossi e le istituzioni non devono abbandonare l´azienda al suo destino, per il problema occupazionale. Dobbiamo stare vicini a questa realtà, governando un processo di trasferimento in altra area più idonea. Gli strumenti ci sono e penso agli accordi di interesse regionale previsti dalla legge 35/2001».
Per quel che riguarda la sollecitazione a procedere con la legge di istituzione del Parco naturale della Valpolicella, Bassi ha sostenuto: «La raccolgo volentieri, non per bloccare qualsiasi tipo di sviluppo nell´area, ma per governare lo sviluppo in modo che sia sostenibile e rispettoso».