FUMANE. Dopo la sentenza del Tar che ha bloccato di fatto i progetti di
ammodernamento, l'azienda ha deciso di appellarsi al Consiglio di Stato
Cementificio, scatta il ricorso a Roma
Giancarla Gallo
Autorizzato l'uso di quantità limitate di rifiuti: «Si risparmia la
marna e si riducono le emissioni di CO2»
e-mail print Sabato 23 Aprile 2011 PROVINCIA, pagina 31
Il cementificio di Fumane ha ridotto l´utilizzo di rifiuti negli impasti
La Cementirossi presenta ricorso al Consiglio di Stato contro la
sentenza del Tribunale amministrativo regionale dello scorso 1 marzo,
che ha annullato tutte le ultime delibere della Provincia in merito
all'utilizzo di rifiuti nel processo di produzione del cemento e ha
bocciato il progetto di ammodernamento dello stabilimento, evidenziando
vizi procedurali. «E' già stato dato mandato ai legali», ha annunciato
l'ingegner Pierandrea Fiorentini, responsabile del settore ambientale
della Cementirossi, «e questo a prescindere dalle decisioni della
Provincia, che si esprimerà nei prossimi giorni».
A tutt'oggi la Giunta provinciale non ha ancora valutato e discusso la
possibilità di presentare ricorso al Consiglio di Stato. «Abbiamo
sospeso immediatamente l'uso di rifiuti nel momento in cui abbiamo
appreso della sentenza», continua Fiorentini, «e l'uso è stato riavviato
solo dopo aver ricevuto l'autorizzazione ad operare in procedura
semplificata analogamente alla situazione del 2009. Le quantità, che ci
sono state autorizzate 10 giorni fa sono 12 mila tonnellate di scaglie
di laminazione di ferro, 10 mila di gessi e 12mila di ceneri dagli
inceneritori. Siamo in attesa di riprendere l'iter per il rilascio della
valutazione di impatto ambientale».
L'uso di rifiuti, ribadisce Fiorentini, costituisce un risparmio della
materia prima, cioè la marna, che non è rinnovabile e per fare il
cemento sono componenti necessari sia il ferro delle scaglie di
laminazione che il gesso. «Prodotti che acquistiamo a caro prezzo»,
aggiunge il direttore dello stabilimento, Claudio Marcon.
Discorso diverso per le ceneri pesanti provenienti dall'incenerimento
dei rifiuti urbani, che arrivano dalla ditta Rmb di Polpenazze del
Garda, in provincia di Brescia, che separa i rifiuti ferrosi dalle
ceneri. Per queste la Cementirossi percepisce un introito, il cui
importo «è riservato ma non è certo un business da milioni di euro»,
assicura Marcon. «Il fatto che a noi preme sottolineare è che si
risparmia la materia prima e si riducono le emissioni in atmosfera di
anidride carbonica, in quanto le ceneri pesanti contengono già materiale
già decarbonatato», aggiunge Fiorentini.
Per quanto riguarda il futuro dell'azienda tutto dipenderà
dall'evoluzione del ricorso al Consiglio di Stato, che sta per essere
presentato e, soprattutto, dalla decisione della Soprintendenza
regionale sulla possibilità di iniziare lo scavo a Marezzane. Gli uffici
hanno sul tavolo la documentazione dall' 8 giugno 2010; in base a queste
risposte l'azienda valuterà se reiterare la presentazione del progetto
di ammodernamento dello stabilimento con eventuali modifiche.
In un periodo di crisi dell'edilizia, la Cementirossi non è intervenuta
sull'occupazione. Certo, le tensioni non mancano, sia sul futuro dello
stabilimento che su Marezzane. Su questo argomento però, sottolinea il
responsabile della Cementirossi, «l'azienda è fiduciosa. Abbiamo
rassicurato anche i nostri dipendenti sulla stabilità dei posti di
lavoro: non ci sono stati né licenziamenti, né cassa integrazione.
Ribadiamo il nostro impegno anche in merito ai recenti fatti, il taglio
delle viti o altre intimidazioni. E' importante rasserenare gli animi e
riportare il dialogo a un confronto democratico su posizioni civili»,
conclude Fiorentini.
Polveri e ossidi di azoto
i dati «assolvono» i forni
e-mail print Sabato 23 Aprile 2011 PROVINCIA, pagina 31
Il tabellone sulla qualità dell´aria
Per quanto riguarda l'inquinamento dell'aria, per le Pm10, le polveri,
Fiorentini non ha dubbi: non dipende solo dal cementificio, ma vi
concorrono fattori climatici, ristagni d'aria, inversione termica.
«Nessuno dice che il cementificio non inquina», esordisce Fiorentini,
«ma non dipende solo da quello e i dati parlano chiaro». Nel 2010 a
Fumane i superi totali sono stati 54, di questi 32 (pari al 60 per
cento) si sono verificati nei periodi di fermata di entrambi i forni
(dal 1 gennaio al 18 febbraio). Le medie di Pm10 registrate con i forni
fermi sono state di 42 microgrammi per metro cubo; coi forni in marcia
sono state di 29. Nel 2011 i forni si sono fermati dal 3 gennaio all'8
febbraio, periodo nel quale ci sono stati 14 superi rispetto ai 37
dell'inizio di questa settimana; le medie di Pm10, sempre secondo i dati
evidenziati da Fiorentini, sono state di 47 microgrammi ,er metro cubo e
di 48 nel periodo con i forni in marcia. «Se il contributo della
cementeria fosse determinante, si dovrebbero avere dati più
differenziati», continua Fiorentini, «inoltre anche durante il fermo dei
forni i camion circolano, perchè la macinazione e la vendita si
effettuano ugualmente. Il parametro da tenere sotto controllo è quello
dell'ossido di azoto, infatti i forni delle cementerie hanno forti
emissioni di questa sostanza. Invece da circa un anno, da quando questo
dato viene rilevato e reso pubblico a Fumane, il parametro è sempre
stato molto inferiore al limite di legge di 200 microgrammi per metro
cubo. Questo considera il picco della giornata, cioè il dato peggiore
nelle 24 ore, non la media. Ricordiamo che la ventilazione è da sud a
nord durante il giorno e il picco registrato è sempre durante il giorno,
quando l'aria tira dal paese. Le emissioni sono inferiori ai limiti
autorizzati».G.G.
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