FUMANE. Frapporti, Cottini, Brugnoli invitano l´amministrazione a
convocare un Consiglio straordinario e ricordano: «Anche il Comune
rischia»
Ex sindaci in difesa del Cementificio
Giancarla Gallo
«Non può essere sostituito solo con l´attività vinicola, oltre 40 anni
di convivenza hanno favorito un avanzamento di tutta l´economia»
e-mailprintvenerdì 13 gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 29
Al Cementificio di Fumane i forni sono spenti fino a febbraio
Il Comune di Fumane non può fare a meno dei contributi economici che
derivano dall´attività della Cementirossi. Questo, in sintesi, l´appello
lanciato dagli ex sindaci Mirco Frapporti, Pierpaolo Brugnoli e Fernando
Cottini. I tre amministratori di centro sinistra sono usciti in questi
giorni con un documento nel quale, partendo da una decisa presa di
posizione in merito ai violenti atti subiti dai rappresentanti delle
associazione ambientaliste, si rilevano i rischi che il territorio e la
società civile stanno correndo e si chiede una netta presa di posizione
delle istituzioni.
Per Frapporti, Cottini e Brugnoli «Fumane rischia». Prima di tutto
rischia un «imbarbarimento del confronto dialettico tra le diverse parti
in causa, un confronto che ha sempre caratterizzato la comunità ed è
sempre stato acceso, ma che ora rischia di degenerare». E ne sono segno
«gli atti vandalici di inciviltà degli ultimi tempi, inaccettabili in
una dialettica democratica».
Ma il territorio di Fumane, per gli ex sindaci, rischia anche una secca
perdita occupazionale, senza una reale e concreta prospettiva di
un´economia alternativa. «Non riusciamo a credere nel “mito” della
sostituzione di un´importante industria», si legge nel documento, «con
la sola attività vinicola o enogastronomica. Siamo, invece, convinti che
oltre quarant´anni di convivenza abbiano favorito un avanzamento di
tutte le attività».
Ma, soprattutto, è il Comune di Fumane che rischia il degrado economico.
Secondo i tre ex amministratori, tagliare le entrate significherebbe di
fatto dover tagliare i servizi o aumentare ancora le tasse. «Non vi è
dubbio che il contenimento dello sviluppo edilizio è stato permesso
anche dalla presenza di risorse economiche provenienti dall´attività
industriale», dicono ancora nel documento. «Senza queste entrate forse
non sarebbe stato possibile arginare la cementificazione nella valle di
Fumane», come invece è successo negli altri comuni della Valpolicella,
primo fra tutti Negrar.
Secondo gli ex sindaci le istituzioni comunale, provinciale e regionale
«tacciono e se ne lavano le mani: non dare più nessuna prospettiva
concreta possibile a un territorio, non preoccuparsi più di elaborare
piani chiari e praticabili per il futuro, significa far precipitare quel
territorio e quella comunità nell´anti-politica». Una comunità è viva e
vive quando tutti concorrono al suo avanzamento. «La ormai storica
presenza, anche conflittuale, di attività economiche quali la
vitivinicoltura, il turismo eno-gastronomico, l´estrazione e lavorazione
della pietra e l´industria non solo non hanno depauperato l´importante
paesaggio storico e architettonico, ma, invece, hanno permesso un
equilibrio sociale ed esteso la presenza attiva e fattiva
dell´istituzione attraverso la promozione di diverse attività. Mettere
in crisi questo equilibrio significa mettere in crisi la vita civile
della nostra valle».
Gli ex amministratori chiedono al sindaco Domenico Bianchi di convocare
un Consiglio comunale straordinario aperto per definire una linea
politico-amministrativa e un documento di intenti. «Ci rendiamo
disponibili ad un confronto, dal quale possa nascere, eventualmente,
anche una posizione comune sulle prospettive della Valpolicella», ha
commentato Frapporti.
Il 17 gennaio si esprime
il Consiglio di Stato
e-mailprintvenerdì 13 gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 29
Marezzane: per la Soprintendenza qui non si potrà scavare
Tutto fermo ancora allo stabilimento della Cementirossi di via dei
Progni. I due forni sono infatti in pausa: uno da metà novembre e
l´altro dall´inizio delle vacanze natalizie. I dipendenti stanno
effettuando la manutenzione degli impianti, che dovrebbero ripartire
probabilmente a febbraio, ma la data esatta non è stata ancora indicata
dall´azienda. La produzione di cemento, quindi, è stata spostata dalla
proprietà della Cementirossi nello stabilimento di Piacenza, a causa
della convenzione per l´uso dell´energia elettrica. In questo
periodo,perciò, i mezzi pesanti che circolano a Fumane sono davvero
molto pochi. Durante l´incontro che i dirigenti hanno avuto qualche
giorno fa con le rappresentanze sindacali e dei dipendenti, l´azienda ha
assicurato che sta percorrendo tutte le strade per uscire dall´empasse,
dopo il parere vincolante della Soprintendenza di Verona del 6 dicembre
scorso, che ha detto «no» allo scavo di Marezzane. Fonti sindacali danno
per certo il ricorso al Tar della Cementirossi contro il parere in
questione, ma la dirigenza sta ancora valutando il da farsi e non è
stato possibile avere conferme in proposito. Intanto c´è attesa per
l´udienza del 17 gennaio, quando al Consiglio di Stato verrà trattato il
ricorso contro la sentenza del Tar del 1 marzo 2011, che ha bocciato il
progetto di ammodernamento dello stabilimento e le delibere della
Provincia sulla possibilità di utilizzare rifiuti come materie da
mescolare all´impasto.G.G.
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