FUMANE. La Cementi Rossi ufficializza l´abbandono del progetto che
prevedeva un investimento di 120 milioni di euro
Cementificio, l´azienda rinuncia
al piano di ampliamento
Giancarla Gallo
Fais: «L´obiettivo primario è preservare l´assetto occupazionale, oggi
minacciato» Stop al «revamping», gli impianti saranno adeguati con nuovi
sistemi di filtraggio
giornalee-mailprintgiovedì 23 febbraio 2012 PROVINCIA, pagina 26
Il cementificio di Fumane
La direzione della Cementi Rossi ha ufficializzato ieri la decisione «di
rinunciare al progetto di ammodernamento del cementificio di FUMANE, per
il quale aveva avviato l´iter autorizzativo nel maggio del 2008». Tale
progetto prevedeva l´adeguamento degli impianti e la realizzazione di un
forno a cicloni dell´altezza di un centinaio di metri.
Un intervento ritenuto impattante e contestato dalle associazioni
ambientaliste, che avevano fatto ricorso al Tar del Veneto. I giudici
amministrativi il 1° marzo dell´anno scorso si erano espressi contro
tale progetto, annullando i piani di ampliamento ma anche le delibere
della Provincia di Verona in merito all´utilizzo di ceneri pesanti e
altre sostanze da mescolare all´impasto nella produzione del cemento.
L´azienda aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato, che dovrebbe
esprimersi ufficialmente entro i primi di marzo.
«Nonostante la bontà di tale progetto fosse stata riconosciuta da tutte
le istituzioni nel corso della procedura autorizzativa», spiega il
direttore tecnico di Cementi Rossi, Giuseppe Fais, «la direzione
aziendale ha deciso di abbandonare definitivamente il progetto, poiché
ritenuto un ostacolo alla continuità delle operazioni a FUMANE. Con
questa decisione intendiamo garantire la permanenza della nostra
attività nel territorio, con l´obiettivo primario di preservare
l´assetto occupazionale, oggi fortemente minacciato, e che rappresenta,
da sempre, il fattore più importante per la Cementi Rossi. Nella sua
lunga storia l´azienda non è mai ricorsa alla cassa integrazione;
neppure per 30 minuti. Il mantenimento dell´occupazione è il nostro
primo obiettivo. Sacrificando il progetto di ammodernamento, oggi lo
ribadiamo con forza».
Il sindaco di FUMANE, Domenico Bianchi non nasconde il suo disappunto:
«Ci dispiace che l´azienda abbia preso questa decisione, in quanto
l´ammodernamento dello stabilimento avrebbe garantito minori emissioni
dai camini con un miglioramento della qualità dell´aria, a vantaggio
degli abitanti e dell´ambiente. Questa è una priorità per
l´amministrazione; ci auguriamo che comunque vengano attivati
procedimenti per ridurre le emissioni, che sono sempre rimaste nei
limiti di legge».
L´azienda su questo è pronta a intervenire: abbandonato il progetto di «revamping»
dello stabilimento, verranno adeguati i sistemi di filtraggio,
migliorando ulteriormente gli standard anti inquinamento.
I sindacati dei lavoratori sono preoccupati: «Certo, il periodo non è
adatto per fare grossi investimenti come un ammodernamento da 120
milioni di euro, che prevede in Valpolicella un forno così alto», dice
Mario Ortombina della Cisl, «il mercato del settore edilizio è
fortemente in crisi e lo dimostra il fatto che i forni dello
stabilimento di FUMANE riprenderanno a lavorare alla fine del prossimo
mese. Oggi le maestranze sono impegnate nella manutenzione e anche il
lavoro dei camionisti è fortemente ridotto. Questo è l´aspetto più
preoccupante».
Il direttore dello stabilimento, Claudio Marcon, rassicura: «Abbiamo in
programma di realizzare delle migliorie nell´impianto FUMANEse per
ridurre le emissioni di polveri e sostanze nocive anche in previsione di
eventuali nuove normative restrittive. Non abbiamo ancora conosciuto
l´esito del ricorso al Consiglio di Stato, comunque Cementi Rossi è
autorizzata, secondo una delibera dello scorso settembre, ad utilizzare
in procedura semplificata 12mila tonnellate di ceneri pesanti, 12mila di
scaglie di laminazione e 10mila tonnellate di gessi chimici da
desolforazione». In totale, quindi, l´azienda è stata autorizzata fino
al 2016 dal Servizio gestione rifiuti della Provincia ad utilizzare
34mila tonnellate all´anno complessivamente di altre sostanze in
sostituzione della marna, che è la materia prima per la produzione del
cemento.
Si è aperto il confronto
con la Soprintendenza
giornalee-mailprintgiovedì 23 febbraio 2012 PROVINCIA, pagina 26
La soprintendente di Verona Gianna Gaudini
Altro punto importante è lo scavo di Marezzane. Lo scorso dicembre la
Soprintendenza di Verona ha bocciato il progetto di ampliamento.
«Qualche giorno fa abbiamo avuto un incontro dal Prefetto con la
Soprintendente», spiega Claudio Marcon, direttore dello stabilimento di
FUMANE, «e avviato un dialogo per cercare di trovare una linea unica
condivisa. Noi andiamo avanti».
«E´ stato un incontro tecnico», dice la soprintendente Gianna Gaudini,
«per valutare possibili proposte alternative, ridotte, al progetto di
scavo a Marezzane. Cementirossi dovrà presentare un altro progetto, che
tenga conto dei punti più importanti come la strada troppo impattante
progettata per il trasporto delle strumentazioni, la trasformazione
dell´andamento della collina e la ricomposizione paesaggistica. Abbiamo
esaminato le criticità presenti nel progetto scorso. Ci siamo resi
disponibili ad avere incontri per dare indicazioni su come superare
queste criticità; gli stessi tecnici si sono dichiarati soddisfatti e in
grado di poterle risolvere».G.G.
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