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L’ARENA venerdì 20 aprile 2007 provincia pag. 23
FUMANE. Presentato il progetto di adeguamento dell’impianto: un’operazione
da 80-100 milioni di euro per ridurre l’inquinamento e le polveri
Il Cementificio avrà la torre
Sarà alta 92 metri. È subito polemica: appello delle minoranze
Fumane. Ridurre l’inquinamento: questo il fine che vuole raggiungere
l’Industria cementi Giovanni Rossi, dopo le polemiche e le contestazioni
degli ultimi tempi. Allo scopo l’azienda ha presentato di recente in
municipio un progetto di ampliamento e rinnovo dello stabilimento che ha
sede nella Valle dei Progni, che dovrà seguire il lungo iter burocratico
di approvazione, prima da parte della commissione edilizia comunale, e poi
da parte degli enti preposti alle valutazioni di impatto ambientale.
Il progetto è stato illustrato dai dirigenti della Cementirossi nel
consiglio comunale di mercoledì sera. Il costo dell'intera operazione si
aggira tra gli 80 e i 100 milioni di euro e consentirà un incremento di
capacità produttiva del 16%; si passerebbe cioè dalle attuali 15 mila
tonnellate di cemento prodotte al giorno a 18 mila. «Motivo del
rinnovamento voluto dall’azienda è l’adeguamento degli impianti di Fumane
a tecnologie più avanzate, che consentono maggiore efficienza e riduzione
delle emissioni di gas ad effetto serra», ha spiegato il direttore dello
stabilimento, l’ingegner Giuseppe Fais, che ha mostrato diverse piantine
con i modelli di ricaduta delle polveri nel territorio di Fumane,
mostrando la differenza tra lo stato attuale delle cose e la previsione in
seguito alla realizzazione dei nuovi impianti.
In base ad una ricerca effettuata da parte del Politecnico di Milano, le
nuove strutture garantirebbero un netto miglioramento della qualità
dell’aria, ma anche una riduzione di molti parametri: l’anidride solforosa
si ridurrebbe del 45%, l'anidride carbonica del 22%, l’uso di acqua del
50%, di energia elettrica del 22%, la riduzione delle polveri arriverebbe
al 33%.
«La cementeria di Fumane attualmente ha due linee di cottura gemelle, una
del 1962 e l’altra del ’72, composte da un frantoio, un molino a sfere e
un forno Lepol», ha spiegato Fais. «Il molino a sfere molto rumoroso verrà
sostituito con un molino verticale molto efficiente, che consente una
sostanziale riduzione energetica. Gli elettrofiltri verranno sostituiti da
filtri a tessuto, costituiti da maniche di tessuto, che trattengono i gas
polverosi ad alte temperature, filtrandoli e facendoli volare in alto
puliti, mentre le scorie cadranno in basso e poi eliminate».
Un grosso nodo è rappresentato dalla realizzazione di una torre di 92
metri di altezza, che dovrebbe sostituire il forno Lepol e ospitare il
nuovo «forno a cicloni», chiamato così perché composto da una specie di
chiocciola che consente rapide fasi di scambio termico (dai 900 gradi al
raffreddamento) in 7-8 livelli per l’aggregazione dei minerali.
«Non è possibile realizzare il forno a cicloni in una struttura più
bassa», ha spiegato ancora Fais. Ci vorrà una deroga per dare il via
libera a un silo così alto: i due attuali, che raccolgono il cemento
pronto, raggiungono i 45 metri di altezza, mentre il Prg pone il limite di
30 metri di altezza agli edifici. La struttura ampliata anche con sili,
nastri trasportatori ecc. sarà realizzata tra due colli, in zona defilata,
in modo che la parte nuova, specie l’enorme torre, non sia visibile dalla
strada dei Progni.
Ci sono anche novità, sotto certi aspetti positive: il nuovo impianto sarà
in grado di smaltire i fanghi di segagione pressofiltrati provenienti
dalle cave di marmo e di pietra, che insieme alle scaglie di laminazione
ferrose, ai gessi e alle ceneri usate, determineranno un’effettiva
riduzione nello scavo della marna, che è esauribile; inoltre verrebbero
sostituiti tutti gli sfiati, ricondotti a un solo camino per favorire
anche i controlli sulle emissioni.
Non sono mancate le polemiche da parte di Domenico Bianchi, capogruppo di
Forza Italia, che ha rimarcato: «Bisognava avvisare la popolazione, in
modo che potesse partecipare all’incontro. E’ una cosa di assoluta
importanza, è in gioco il futuro dei nostri figli per altri cinquant’anni
e più».
Bianchi, insieme ad altri esponenti delle minoranze, come Antonio Fumaneri
e Sergio Conati, ha invitato ad attivarsi per il controllo della salute
dei cittadini, sottolineando il problema del traffico, rappresentato dagli
almeno 200 camion al giorno in circolazione a Fumane. Un numero destinato
ad aumentare vista l’accresciuta produttività.
«Questo è il primo di una serie di incontri in cui si esamineranno i vari
problemi connessi con il cementificio. Ci sarà anche un’assemblea
pubblica, Si tratta di una fase di avvio per informare i consiglieri
comunali», ha precisato il sindaco Mirco Frapporti, che ha già costituito
una commissione di esperti per valutare e trovare risposte, ad esempio, al
grave problema del traffico nel centro del paese, sull’unica via di
accesso alla cementeria.
Giancarla Gallo
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