<%@ Language=JavaScript %> Marano di Valpolicella

 

ASPETTI STORICI

MARANO DI VALPOLICELLA

 

Panoramica tra paesaggio e storia

 

PREISTORIA
La presenza dell'uomo a Marano risale al Paleolitico Inferiore, (400.000-150.000 a.c.) prime testimonianze sono alcune selci rinvenute sul Monte Noroni e nel Vaio delle Puine.Con i ritrovamenti nei vari siti come Ravazzol, Boschetti, Monte Per, Porcarola, si hanno testimonianze più numerose relative al Eneolitico (2500-1800 a.c.) dell'età del rame. Le selci campignane ritrovate si trovano in gran parte nel Museo di Sant'Anna d'Alfaedo.

ETÀ DEL BRONZO (1800-1000 a.c.)
Ritrovamenti del periodo si sono avuti sul Monte Castelon, dove si trovava un "castelliere", un villaggio fortificato in posizione dominante. Altri ritrovamenti nel Covolo dei Pani e a Ciacalda nel Buso Stretto.

ETÀ DEL FERRO (1000-200 a.c.)
Nel periodo la zona veniva occupata da Galli, Celti, Veneti ed Etruschi. Insediamenti riscontrati ancora sul Monte Castelon oltre  che sul Monte Per. Ritrovamenti dell'alta età del ferro sono dei cocci ed una fibula sul Monte Castelon, un alare a San Rocco e una statuetta idolo da Pizzol, dietro San Rocco sul versante della valle dei progni di Fumane.


L'arrivo dei Romani è datato tra il II e il I secolo a.c., testimoniato da diversi reperti archeologici e dalla toponomastica. Marius, "fondo di Mario" avrebbe dato il nome a Marano e Minerbe identificava sia la frazione di San Rocco fino a qualche anno fa e la chiesetta di Santa Maria. La conferma sj ha anche nel recente ritrovamento del tempio della dea Minerva Augusta. Testimonianza del culto alla dea è il ritrovamento della grande ara in rosso ammonitico della "Gens Papiria", di origine etrusca.
La valle faceva parte del Pagus degli Arusnati che si estendeva su tutta la Valpolicella. La diffusione della religione cristiana, arrivata più tardi nelle campagne rispetto la città si ha in coincidenza delle invasioni barbariche: Visigoti, Unni e Ostrogoti. Con i Longobardi, convertiti al cristianesimo (VI-VIII secolo) nascono le Pievi di San Giorgio e San Floriano, sul territorio di Marano esistono chiesette e cappelle dipendenti dalle Pievi. Dopo i Longobardi arrivano i Franchi: re Berengario nel 905 viene ospitato dall'importante Pieve di San Floriano.

In epoca comunale  (XII-XIII sec.) con l'affermazione di alcune libertà, si costituiscono il Comune di Marano ed il Comune di Valgatara, soggetti comunque ai signori di Verona Conti di San Bonifacio. Alla fine del XIII secolo oltre al documentato Castello di Marano sul Monte Castelon, doveva sorgere un castello di Valgatara in località Castello. Con gli Scaligeri Marano ed il suo Castello vennero dati in feudo a Federico della Scala conte della Valpolicella, tra il 1311 ed il 1325.

Della Repubblica di Venezia, dal 1405, ne fa parte tutta la Valpolicella e quindi anche Marano, retta da un proprio vicario con sede a San Pietro (nel 1438 era Jacopo da Marano). La chiesetta di Marano dedicata a San Pietro diventa parrocchia indipendente a partire dai primi decenni del secolo XV, mentre Valgatara continua a dipendere direttamente da San Floriano,  diventerà autonoma sola a partire dal 1797.
Nel periodo Napoleonico Marano e Valgatara appartenevano al 6° Cantone di San Pietro del distretto di  Verona.

Con il dominio Austriaco si ha un rinnovamento amministrativo ed economico. Valgatara viene definitivamente unita a Marano per costituire un solo comune.

Il Regno d'Italia annette il Veneto nel 1866.
 
  libro su Marano edito nel 1967   Di una stazione preistorica a
Marano di Valpolicella nel veronese
       
L'antico tempio della dea Minerva
Il castello di Federico della Scala