DOSSIER MAREZZANE
Marezzane in una mappa acquerellata di Ludovico Perini del 1729
Febbraio 2014
Marezzane
Una collina – un promontorio posto a circa 600 metri sul fianco sinistro della Valle dei Progni nel Comune di Marano di Valpolicella (VR).
Sull’intera collina incombe tuttora una minacciata: essere cancellata dagli scavi della Industria Cementi Giovanni Rossi di Fumane.
- Parte della collina è all’interno del Parco Regionale Naturale della Lessinia; è a ridosso della zona SIC (Sito di Interesse comunitario) di Molina di cui forma un tutt’uno ambientale e paesaggistico.
- Punto di congiunzione tra due macro habitat la Lessinia e la Valpolicella domina l’intera Valle dei Progni ed è posta a fronte del monte Pastello (altra area SIC).
- E’ uno straordinario punto panoramico. E’ possibile vedere l’importante sito archeologico della Grotta di Fumane. Tutta l’area della Valle dei Progni è di grande interesse archeologico
- Sulla collina sorgono tre fabbricati, realizzati interamente con la pietra lastrolare cavata in loco. Tutti di grande interesse architettonico ora, a causa dell’ipoteca creata da possibili scavi, versano in stato di abbandono: la corte di Marezzane (mappata fin dal ‘700) posta sulla parte sommitale, Mazzarino di Sopra (di stupenda fattezza a dominare la Valle dei Progni) e Mazzarino di Sotto a delimitare l’area a sud. Sono numerose le testimonianze di una antropizzazione rispettosa dell’ambiente come le numerose marogne.
- E’ un luogo, grazie alla particolare disposizione ed esposizione presenta numerosi e sorprendenti micro-habitat, presenti in un’area relativamente ristretta come le zone umide delle sorgenti di rio Baiaghe a Nord, il rio Baiaghe (con ben 21 “salti” (cascate) di cui 4 superiori ai 20 metri); il bosco ad alto fusto, aree prative, zone coltivare a ciliegeto e vigneto oltre alle “sengie” che precipitano nella Valle dei Progni. Sul versante a nord è possibile rinvenire anche una “giasara” con la relativa sorgente.
- Rappresenta l’area con il più alto numero di orchidee spontanee di tutta la provincia di Verona (oltre 30 specie rilevate dal GIROS – Gruppo Italiano Ricerca Orchidee Spontanee).
- A testimoniare la particolarità e varietà del luogo è la compresenza di alcune specie di uccelli che normalmente vivono in habitat diversi: tra tutte 3 specie di picchi (verde, rosso maggiore e nero) e quello del “rampichino” e del “rampichino alpestre” (rilevamento LIPU – Lega Italiana Protezione Uccelli).
Dal 1998 Marezzane è inserita quale luogo del cuore del Fondo Ambiente Italiano.
SINTESI STORICA 1962- 1997
Nel 1962 in un contesto agricolo caratterizzato da economia di sussistenza familiare, all’imbocco della Valle dei Progni a Fumane in Valpolicella, si insedia con il primo forno la Cementi Verona S.p.A.
Panorama sa Sud-est: Mazzarino di Sotto – sullo sfondo il “Corno d’Aquilio”
Con in mano una concessione di ricerca minieraria il 21 maggio 1964 ed il 20 gennaio 1965 vengono aperte le prime cave attorno al monte Santoccio (comune di Fumane) e verso Purano (comune di Marano Valpolicella). Tutto un intero sistema di vigneti e chilometri di marogne, vaj e boschi, viene compromesso.
Viene dato avvio ad un fitta rete di intermediazione per convincere i contadini a vendere le terre. Gli amministratori locali giocano un ruolo primario nella mediazione.
16 ottobre 1971 la Cementi Verona S.p.A presenta richiesta di Concessione mineraria di marna da cemento denominata “Monte Noroni” (il monte, alto 700 metri, è il punto estremo a Nord oltre addirittura la perimetrazione mineraria.
Nel 1972 nella fabbrica viene installato il secondo forno Lepol (tecnologia degli anni ’30). I due forni, con aggiustamenti vari, sono gli stessi attualmente in uso.
Malgrado le contestazioni popolari guidate dalla Coldiretti e da Italia Nostra che denunciavano i livelli di inquinamento e le preoccupazioni per le ricadute economiche sul settore agro-alimentare il 29 aprile 1975 veniva rilasciata la prima vera e propria Concessione mineraria di 590 ettari per la durata di 25 anni.
Nel 1991 nasce il Parco Naturale Regionale della Lessinia.
Nel 1993 in seguito a riperimetrazione anche l’area di Marezzane compresa nella concessione mineraria viene inserita nel parco Regionale Naturale della Lessinia come area Agro-Silvo- Pastorale,
La costa di Mazzarino di Sopra (Marezzane)
Nel 1993 l’Industria Cementi Giovanni Rossi di Piacenza subentra per incorporazione alla Cementi Verona.
Il 28 febbraio 1994 la concessione mineraria viene trasferita all’Industria Cementi Giovanni Rossi SpA.
1998 – 2007
Nel 1998 la Cementirossi chiede il “rinnovo” della concessione Mineraria.
1998 nasce il comitato Valpolicella 2000 per contrastare il rilascio della concessione mineraria.
Dicembre 1999 i comuni di Marano e Fumane stipulano una convenzione capestro con la Cementirossi in cui all’art.12 le Amministrazioni comunali si impegna a non ostacolare l’attività dell’azienda in cambio di garanzie fidejussorie irrisorie rispetto all’entità del danno e vengono previsti i “ripristini”, peraltro previsto per legge.[1]
La Valle dei Progni vista da nord – sulla sinistra la collina di Marezzane
Nel 2000 malgrado la ferma opposizioni di gruppi di cittadini, ma con il consenso della Amministrazioni Comunali di Marano e Fumane viene rilasciata una nuova concessione mineraria per ulteriori 25 anni – fino al 29 aprile 2025 (cambia il perimetro della Miniera – passa da 590 a 406 ettari).
Con un trucchetto terminologico viene chiamata rinnovo e non nuova concessione. Nel secondo caso in base alle norme del Parco, nel frattempo costituito, nuove escavazioni sarebbero assolutamente interdette.[2]
La Comunità Montana della Lessinia, che gestisce il Parco, presenta ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) insieme con il WWF Italia. Il ricorso è tuttora pendente.
Altri due ricorsi al TAR vengono presentati da Legambiente Verona, WWF Italia e Associazione Valpolicella 2000 a specifiche e successive autorizzazioni regionali richieste per rendere possibili gli scavi.
Camporal Santo
Grazie al lavoro svolto dai cittadini e dal comitato Valpolicella 2000, e al parere della Sovrintendenza per i beni archeologici e paesaggistici di Verona, nella Concessione Mineraria viene inserita una esplicita prescrizione:
subordinazione di qualsiasi attività mineraria nella località Marezzane alla presentazione e
approvazione da parte degli enti competenti di una documentazione maggiormente dettagliata di livello esecutivo e riferita anche agli elementi di interesse architettonico e storico artistico in grado di dar conto sia dell’attuale situazione del territorio, sia quella relativa all’assetto finale.
Camporal Santo
Evidentemente tali elementi, presenti invece per i cantieri attivi di Ziviana, Barbiaghe e Giarola, per Marezzane erano assenti nella documentazione presentata da Industria Cementi Rossi.
Giugno 2000. La Cementirossi viene colta a scavare nel cantiere Ziviana senza autorizzazione forestale e multata.
Agosto 2000 dall’esperienza del comitato si costituisce l’Associazione Valpolicella 2000 che assume la tutela della Valpolicella come sua mission.
2000 viene aperto il sito http://www.valpolicella2000.it/a/
2001 L’azienda presenta domanda alla regione per proseguire gli scavi nei cantieri di Ziviana, Barbiaghe e Giarola (le cave aperte dal 1962 ..) tutte attorno all’abitato di Purano. La cartografia di progetto presentata dall’azienda presenta sensibili difformità da quanto segnato nel Piano Regolatore (PRG) del Comune di Marano. Il Comune tace, l’intervento dell’associazione Valpolicella 2000 costringe ad approfondimento della pratica e l’applicazioni di prescrizioni nonché il versamento di una Fideiussione di importo superiore a quello “contrattato” dai Comuni.
Prospettiva panoramica da Cerna – al centro Marezzane
Contraddicendo gli impegni spesi dalla Cementirossi nella richiesta della nuova concessione mineraria presenta un piano di escavazione che prevede la contemporanea apertura di 3 cantieri di lavoro attorno a Purano.
L’intervento dell’associazione Valpolicella 2000 permette di stralciare il cantiere di Barbiaghe, quello più adiacente all’abitato di Purano, a causa dei problemi di natura idrogeologica e geologica (la persistenza dell’abitato su una Paelofrana)
La rinuncia temporanea del cantiere di Barbiaghe viene “giustificata” dalla Cementirossi con al mancanza disponibilità di parte dei terreni.[3]
Corte Marezzane lato nord ovest
Giugno 2002, all’interno delle iniziative dell’Anno della Montagna, insieme con il CAI, viene inaugurato il sentiero di Marezzane un circuito realizzato collegando sentieri preesistenti. Il percorso che attraversa un ampio territorio (3/4ore) passa all’interno della collina di Marezzane. Per tale motivo tale sentiero, percorso da migliaia di persone ogni anno, viene contrastato deliberatamente dall’amministrazione comunale di Marano Valpolicella (si arriva a non finanziare la pubblicazione dell’opuscolo realizzato dal Centro Turistico Giovanile, in un primo tempo previsto, perché all’interno tra i percorsi segnalati era stato inserito quello di Marezzane).
Corte Marezzane – Parco Regionale della Lessinia e croce votiva del 1736
il 22 novembre 2002 Giorgio Marconi, 41 anni, dipendente di una ditta esterna, muore sepolto da un cumulo di terra all’interno del buco profondo poco meno di tre metri e largo 80 centimetri che avrebbe dovuto «ospitare» una condotta fognaria per lo scarico delle acque bianche del cementificio..
Il 6 ottobre 2006 viene organizzata la prima festa MAREZZANE NON SI TOCCA che nel tempo diventa annuale appuntamento di riferimento per le associazioni non solo della Valle.
Marezzane Nord – sorgente e “giasara”
Fin dal 2006 Marezzane è inserito tra i “luoghi del cuore” del Fondo Ambiente Italiano.
Nel 2007 l’azienda, ancora una volta stravolgendo quanto presentato in occasione della nuova concessione mineraria, presenta e si fa approvare un progetto che de localizza parti dell’attività produttiva su tutto il territorio della miniera (ora di 406 ettari) installando un impianto di
frantumazione “mobile”, un mega deposito e tutto un sistema di trasporto a nastro che ha comportato la cementificazione di 1 km e ½ di territorio.
4 febbraio 2007 durante una serata organizzata dall’Associazione Valpolicella 2000 e l’aiuto del comitato di Monselice per la prima volta vengono comunicato alla popolazione che la cementeria utilizza enormi di quantità di rifiuti per la produzione di cemento.
Febbraio 2007 l’associazione Valpolicella 2000 denuncia stoccaggio non autorizzato di rifiuti e pet-coke sui piazzali della cementeria. I depositi vengono rimossi, ma non viene bonificato il piazzale.
5 Marzo 2007 un importante incidente provoca la fuoriuscita dal camino 2 di una rilevante nube tossica.
Mazzarino di Sopra – affresco
Con ordinanza n.32 dell’11 luglio 2007 il Comune di Fumane rilevando l’inquinamento nel progno Valle, che scorre sul lato est del cementificio, ordina la rimozione dei fanghi e la bonifica del torrente.
Autunno 2007 nasce a il comitato Fumane Futura
In località Girotto viene realizzato un Presidio Slow Food del Pero Miso.
NUOVA RICHIESTA SCAVI MAREZZANE
Ottobre 2007 il cementificio, in ottemperanza alla prescrizione prevista nella concessione mineraria, presenta un progetto per scavare a Marezzane sottoponendolo alla procedura di Valutazione Impatto Ambientale regionale.[4]
Si prevede l’escavazione di 46 ettari di terreno di cui buona parte nella collina di Marezzane all’interno del Parco Regionale della Lessinia in zona a ridosso di SIC del Parco delle cascate di Molina e il prolungamento temporale della concessione Mineraria dal 2025 al 2034.
Collina di Marezzane vista da Monte Noroni (Nord Est) – al centro corte Marezzane Sullo sfondo gli Appennini
Numerosi i soggetti che hanno presentato osservazioni:
L’associazione Valpolicella 2000 [5], Legambiente Verona, WWF sez. Verona, 2 aziende agricole e il Parco regionale della Lessinia si oppongono e presentano osservazioni.
Anche i Comuni di Fumane e Marano Valpolicella congiuntamente presentato osservazioni esprimendo però contestualmente un parere positivo.
Nel maggio del 2008, seguendo la strategia dello spezzatino, la Cementi Rossi presenta due nuovi progetti e separati progetti.
Il primo, 6 maggio 2008, sull’utilizzo di rifiuti non pericolosi (80.000 tonnellate di ceneri da inceneritori, 12.000 di scaglie di laminazione e 30.000 di gessi di desolforizzazione) in sostituzione di materia prima.
Vista dai prati di Mazzarino di Sopra – a sinistra l’abitato di Manune al centro la tettoria che copre la Grotta di Fumane
Il secondo progetto, viene presentato il 23 maggio 2008, e riguarda l’ammodernamento del cementificio con la previsione di sostituire gli attuali obsoleti forni (del 1962 e 1972) con un moderno impianto a cicloni con la relativa realizzazione di una torre di 102 metri. Una prima versione del progetto era stato presentato al comune di Fumane nel 2007.
Il 30 luglio 2008 viene presentato uno “Studio di fattibilità per il riassetto della rete viabilistica del Comune di Fumane finalizzato all’individuazione di ipotesi e soluzioni di riorganizzazione urbana per la razionalizzazione dei flussi di attraversamento e della messa in sicurezza dal traffico pesante”, cioè quello diretto al Cementificio. Lo studio è assunto dal Comune e ha come committente l’industria Cementi Giovanni Rossi. Tra i suoi redattori troviamo l’architetto Claudia Marcon figlia del direttore del cementifico di Fumane.
Il 29 e il 30 dicembre 2008 i Consigli Comunali di Fumane e Marano Valpolicella hanno approvato una nuova convenzione con la Cementirossi che mantiene la clausola del silenzio prevista già nella convenzione del 1999.
Mazzarino di Sopra
Il 18 febbraio 2010 l’Industria Cementi Rossi segnala l’esistenza di una possibile discarica non autorizzata in località Ziviana dell’area della Concessione Mineraria in territorio del comune di Marano Valpolicella.
Il 21 aprile 2010 l’associazione Valpolicella 2000 e il Comitato Fumane Futura segnalano l’esistenza di un’ulteriore possibile discarica non autorizzata in località Gardelin all’interno dell’area della Concessione Mineraria in territorio del comune di Fumane.
UN ITER SOFFERTO E ALTERAZIONE DEL PROGETTO INIZIALE
A evidenziare le gravi lacune del progetto basti consultare il sito della regione[6] in cui viene riportata la documentazione del progetto di escavazione di Marezzane subisce molte modifiche ed integrazioni sul sito della Regione compaiono le seguenti integrazioni.
In tutto sono 78 documenti[7] gli elaborati depositati ad integrazione del progetto iniziale che, evidentemente, nel tempo ha assunto caratteristiche molto diverse da quelle presentate pubblicamente.
L’8 giugno 2010 si conclude l’istruttoria tecnica presso la commissione VIA con il parere (n. 295) positivo espresso a maggioranza.
da Manune- al centro rio Bajaghe, poi Marezzane e a destra la Valle del Progni
IL PARERE DELLA SOPRINTENDENZA
Il 24 ottobre 2011 a fine dell’istruttoria tecnica della commissione VIA viene richiesta alla Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici il parere vincolante di compatibilità paesaggistica.
Il 04.11.2011 la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto – Nucleo operativo di Verona, comunicava che nell’area oggetto di intervento non sono presenti zone di interesse archeologico tutelate.
Il 6 dicembre 2011 la Soprintendenza per i beni Architettonici e paesaggistici di Verona comunica in un lungo e dettagliato parere comunica i motivi ostativi all’accoglienza del progetto di coltivazione mineraria del Cantiere di Marezzane
Marezzane e le “preare” del settecento
il 14 dicembre 2011 la Sovrintendenza acquisisce le osservazioni ai motivi ostativi dell’Industria Cementi Rossi.
il 16 dicembre la Soprintendenza dopo aver esaminato ad una le osservazioni presentate dal proponente rilascia il parere negativo vincolante al progetto di escavazione.
A questo punto, come previsto dal comma 8 dell’art. 146 del D. lgs. 42/04, la Regione entro venti giorni dalla ricezione del parere avrebbe dovuto emettere ”provvedere in conformità”.
IL PARERE
Il parere della Soprintendenza è categoricamente negativo e non lascia spazio e margini a interpretazioni. Il progetto è bocciato.
“Le progettate opere a carattere areale e lineare, che modificherebbero vaste parti del territorio […], da realizzarsi in area […] caratterizzata dal tipico paesaggio collinare e pedemontano della Valpolicella e della Lessinia, e da una posizione di eccezionale valenza panoramica, visibile dai pendii contermini e da molteplici punti di vista accessibili dal pubblico, all’interno di un contesto paesaggistico ed ambientale di altissimo pregio, qualora realizzate, comporteranno la modifica irreversibile e negativa del pregevole ambito collinare e pedemontano, con perdita dei valori intrinseci sanciti dal provvedimento di tutela, introducendo alterazioni permanenti e negative dell’assetto morfologico, percettivo e panoramico che connota il sito, in contrasto con i principi “… di conservazione di mantenimento degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio, giustificate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d’intervento umano…” stabiliti dalla “Convenzione europea sul paesaggio”, ratificata con legge 9 gennaio 2006, n.14, e da quelli sanciti dall’art.9 della Costituzione Italiana, in base al quale “ La Repubblica … tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”.
Rio Baiaghe – la prima delle oltre 20 cascate
Qualora realizzato, l’intervento a breve, medio e lungo termine determinerà la definitiva e negativa alterazione dei tratti di rilevante interesse paesaggistico che costituiscono oggetto del provvedimento di tutela, compromettendo l’integrità dei luoghi. Ovvero la permanenza dei caratteri distintivi del sistema naturale e del sistema antropico storico-architettonico, e le particolari qualità sceniche e panoramiche dei luoghi; […]
Il paesaggio originario scomparirà, venendosi di fatto a creare un nuovo assetto che comporterà l’appiattimento e la semplificazione morfologica della collina di Marezzane, mediante notevoli lavori di sbancamento che abbasserà di circa 70 metri la quota sommitale del rilievo collinare. L’ambito di intervento mostra un alto livello di vulnerabilità e fragilità, cioè condizioni di facile alterazione e distruzione dei caratteri connotativi a causa della sua integrità
E ancora nella replica della Soprintendenza alle osservazioni presentate dalla Industria Cementi Giovanni Rossi viene ribadito che:
Nel caso di Marezzane si ritiene che debbano essere preservate la sua integrità, la sua conformazione geomorfologica e le sue caratteristiche naturalistiche e paesaggistiche. Il ricorso alla modellazione e ricomposizione ambientale non appare sufficiente a giustificare un intervento estrattivo di così vaste portata e la sostanziale alterazione geomorfologica del sito, che vedrebbe modificata sostanzialmente e irreversibilmente la sua attuale connotazione.
Mazzarino di Sopra – Coste prative e orchidee
Non solo. Nella risposta alle osservazioni si ribadisce che:
Sovrintendenza ha valutato attentamente e approfonditamente il progetto rilevando, in fase istruttoria, l’impossibilità di eliminare o attutire i riflessi negativi derivanti dall’attività estrattiva attraverso l’imposizione di prescrizioni. A tal proposito si precisa che le prescrizioni hanno ragione di essere imposte per correggere dettagli progettuali facilmente modificabili, senza che ciò stravolga l’impostazione generale del progetto”
Il parere negativo è vincolante.
La Soprintendenza ribadisce che anche per gli altri interventi ed in particolare l’ammodernamento e la realizzazione della tangenziale ovest “sono da considerarsi funzionali gli uni agli altri e pertanto, necessariamente, tali da dover essere valutati unitariamente sotto il profilo dell’impatto paesaggistico delle trasformazioni indotte nel contesto tutelato” criticando quindi in modo netto l’operazione di frammentazione progettuale messa in atto dall’azienda
Marezzane scendendo strada di Molina – sullo sfondo al centro, Monte Castellon
IL TEMPO DELLE ANOMALIE
Dopo oltre 17 mesi il 27.05.2013 la Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Veneto esprime parere favorevole “sulla richiesta di pronuncia di valutazione di Impatto Ambientale … e ritiene adempiuta la verifica di compatibilità ambientale del progetto di ampliamento e recupero ambientale...”
Perché la procedura non si è chiusa?
Perché interviene la Direzione regionale?
Ma la Soprintendenza di Verona smentisce se stessa?
Insomma cosa è successo.
Marezzane -Coste prative di Mazzarino (vista dai sentieri di Ciacalda)
Nel parere della Direzione Regionale sparisce, dalla narrativa della ricostruzione procedurale, la memoria di tutti i pareri espressi in precedenza dalle Soprintendenze territoriali.
L’unico riferimento è contenuto nel citare il parere della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Verona (prot.12230 del 6 maggio 2013) in cui si ricorda che
In seguito al parere negativo del medesimo ufficio, di cui alla nota prot.34696 del 16 dicembre 2011 “ il progetto è stato rivisto e ridimensionato e si compone dei seguenti elementi”
Vengono richiamata una nuova nota dell’Industria Cementi Rossi acquisita dalla Direzione Regionale dei beni Culturali e Paesaggistici del Veneto il 14 dicembre 2012 e ulteriore documentazione integrativa presentata in data 15 aprile 2013 da Cementirossi a seguito di una richiesta del 21 gennaio 2013 della Sovrintendenza per i beni paesaggistici e architettonici di Verona.
Cerna vista da Marezzane nord-ovest
Si scopre che la Sovrintendenza per i beni archeologici del Veneto, con nota del 9 gennaio 2013 non solo si esprime nuovamente ma richiede “che ogni intervento che preveda movimentazione del terreno sia effettuato con assistenza archeologica a cura di personale dotato di adeguata professionalità”.
A differenza di quanto “dichiarato nella comunicazione del 4 novembre 2011” l’area acquista interesse archeologico. Tale interesse in modo “sorprendente” viene ricavato dalla relazione preventiva del rischio archeologico redatto dalla SAP Società Archeologica su incarico della stessa Industria Cementi Giovanni Rossi.
Località Girotto visto da Marezzane nord (sullo sfondo campanile di Cerna)
Proviamo a ricostruire cosa è successo.
Il 15 dicembre 2011 l’Industria Cementi Rossi invia una raccomandata per richiedere la “sospensione del procedimento e dell’autorizzazione relativa al progetto[…] onde consentirci di predisporre integrazioni migliorative dello stesso progetto relativamente agli aspetti paesaggistici”.
Nel frattempo tra la fine 2011 e inizio 2012 i presidenti dell’Associazione Valpolicella 2000 e del Comitato Fumane Futura subiscono entrambi danneggiamenti ai propri mezzi parcheggianti dentro casa e uno delle cantine, che avevano presentato ricorso, subisce il taglio di alcune vigne.
La vicenda ha una qualche rilevanza nel risvolti della situazione perché malgrado la solidarietà formalizzata dal Consiglio Provinciale (con un solo astenuto) e quella espressa dal comune di Fumane, il Prefetto non ha mai non solo ricevuto ma nemmeno espresso un segno di solidarietà ai danneggiati malgrado la richiesta di un suo intervento sia stato richiesta da un cartello di associazioni e sollecitato e auspicato dallo stesso Consiglio Provinciale.
L’8 febbraio 2012 la Cementirossi presenta ricorso al TAR contro il parere espresso dalla Soprintendenza.
Il 9 febbraio 2012 è lo stesso Prefetto che presiede una riunione presso la Prefettura di Verona con la presenza , della Sovrintendente di Verona e dell’Industria Cementi Giovanni Rossi “per scongiurare il rischio di chiusura dell’attività produttiva del cementificio di Fumane dovuta alla carenza di minerale a seguito del parre della Sovrintendente”. Motivazione riportata sia sui giornali e ripresa pari pari anche nella nota della Industria Cementi Rossi del 6 novembre 2012.
Motivazione assolutamente infondata. La cementeria non ha per i prossimi 10 anni alcun problema di rifornimento di materiale di cava. La crisi dell’edilizia e il crollo del mercato del cemento sono la causa della crisi del settore che per altro paradossalmente allunga la vita delle attuali cave in quanto c’è meno necessità di estrazione di calcari e marne. Ma tant’è.
L’azione del Prefetto da l’avvio a tutta una serie di anomalie procedurali.
La Cementirossi e la Sovrintendenza si incontrano sia il 15.02.2012 e il 14.03.2012 “che hanno provato ad elaborare delle varianti in miglioramento del progetto che tenessero conto delle osservazioni espresse dalla Sovrintendenza nel parere” . Il parere diventa un’insieme di osservazioni.
Mazzarino di sopra – particolari
Pochi giorni dopo il 22.02.2012 la Cementi Rossi ufficializza la decisione “di rinunciare al progetto di
ammodernamento del cementificio di Fumane”. E il progetto presentato nel maggio 2008 e che dopo pochi giorni, il 1 marzo 2012 verrà completamente bocciato da una sentenza del Consiglio di Stato.
Il 23 .03.2012 Cementirossi sollecita alla Regione la richiesta di sospensione del procedimento come richiesto il 15.12.2011 (prot. Regione 30.03.2012)
il 4 aprile 2012 vien sottoposta alla Soprintendenza una proposta di variante.
Nel frattempo la sospensione che viene concessa (non abbiamo l’atto) malgrado nel parere della Soprintendenza esplicitamente si fa riferimento alla migliorabilità del progetto.
Il 1 ottobre 2012 viene effettuato dalla Soprintendete un nuovo sopralluogo al cantiere di Marezzane.
Il 6 novembre 2012 (registrato in Regione 8.11.2012) viene presentata all’Unità VIA “la variante non
sostanziale che non modifica il progetto del cantiere Marezzane ma interviene solo sulla viabilità predisposta al fine di superare il parere precedentemente espresso dalla competente Soprintendenza”.
IL 23 Novembre 2012 viene depositata la sentenza del Tar del Veneto con cui si respinge il ricorso presentato dall’Industria Cementi Rossi contro il parere della Soprintendenza e viene condannata l’azienda al pagamento delle spese procedurali
Il 12.12.2012 viene convocata per il 19.12.2012 la commissione VIA.
.Il 17.12.2012 nota alla regione in cui la Cementi Rossi comunica di aver trasmesso la documentazione alle Sovrintendenze (Regionale, Verona e archeologica di Padova)
Nella seduta del 19.12.2012 viene esaminata la nuova istanza
L’oggetto non è più solo: INDUSTRIA CEMENTI GIOBANNI ROSSI SPA – Progetto di coltivazione mineraria Cantiere Marezzane e rinnovo concessione mineraria “Monte Noroni” – comune di localizzazione: Marano di Valpolicella (VR) – Comune interessato: Fumane
il 19.12.2012 l’unità complessa VIA richiede alle Soprintendenze il rilascio del parere di compatibilità ambientale e il rilascio della autorizzazione paesaggistica sulla “variante relativa alla viabilità ect…”(VR) – Domanda di valutazione d’impatto Ambientale ex D.Lgs n.152/2006. Artt.26 e 45 – (Prog.103/2007) ma riporta
una aggiunta “l’istanza di valutazione della variante relativa alla viabilità di accesso al Cantiere Marezzane e all’adozione di una nuova tecnologia di trasporto del minerale. Presentata in data 06.11.2012, con prot. 506504/63.01.07 e.410.01.1
In tutta la nuova istanza l’Industria Cementi Rossi ci tiene a precisare che tutte le varianti riguardano la viabilità del cantiere “mentre per il cantiere di Marezzane vero e proprio non sono previste modifiche”. (nota del 6.11.2012) In sostanza il progetto vero e proprio su cui si è espressa in modo inequivocabile la Sovrintendenza veronese nel dicembre 2011, non è stato in alcun modo modificato riconfermando quindi la negatività del parere stesso.
Inquadramento paesaggistico- da ovest zona Manune – a destra collina Marezzane
Non è un caso che l’oggetto di quanto sottoposto a valutazione è solamente la viabilità.
La Soprintendenza di Verona non ritiene sufficiente la documentazione presentata e chiede integrazioni.
il 21.02 2013 Unità complessa VIA richiede alla Cementirossi le integrazioni richieste dalla Soprintendenza paesaggistica di Verona.
Il 15.04.2013 Cementi Rossi fa pervenire le integrazioni richieste.
All’interno della documentazione presentata dall’azienda vi sono delle grossolane deformazioni.[8]
Il 06.05.2013 la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Verona fa avere alla direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del veneto il proprio parere positivo.
Tramonto scendendo da Molina – (Marezzane sulla destra)
RIASSUNTO ANOMALIE
Le anomalie sono dunque molteplici. Proviamo a sintetizzarne alcune:
- Non si è chiusa l’istruttoria dopo il parere negativo della Soprintendenza.
- Si è accolta la richiesta della sospensiva presentata dall’azienda.
- Il ruolo del Prefetto di Verona. Partendo più da un assunto di infondata emergenzialità (la mancanza di marne e la correlazione di questo con la possibile chiusura della azienda) è intervenuta alterando le prassi e le procedure previste dalla normative influenzando direttamente sia l’accoglimento della sospensiva sia l’apertura di incontri presso la soprintendenza.
- La Commissione VIA regionale viene scavalcata per dare vita ad una trattativa in partner-ship tra Cementirossi e Soprintendenza di Verona facendo venir meno il ruolo di terzietà della Soprintendenza stessa.
- Il tavolo di trattativa viene attivato in pendenza di un ricorso al Tar presentato da Cementirossi contro il parere stesso espresso dalla Soprintendenza.
- L’intervento della Soprintendenza di Venezia viene giustificato dal parere espresso dalla Soprintendenza archeologica di Verona che ha segnalato un interesse archeologico dell’area, precedentemente negato.
- Il mancato riferimento al parere espresso nel dicembre 2011 dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Verona e l’assoluta mancata giustificazione di un suo ipotetico superamento.
- il nuovo parere della Soprintendenza veneziana si riferisce al solo cantiere viabilità in quanto per il cantiere di Marezzane vero e proprio non sono previste modifiche.
E su quel progetto, non considerato migliorabile, il parere della Sovrintendenza di Verona era stato categoricamente negativo.
Purtroppo quella che dovrebbe essere una vicenda ampiamente conclusa, con il parere inequivocabile espresso dalla Sovrintendenza nel dicembre 2011, a seguito di “anomale” interferenze extraprocedurali si ritrova nuovamente attivata.
Peraltro l’apertura di nuovi cantieri, come quello di Marezzane, si giustificherebbe solo con il contemporaneo ammodernamento dell’impianto obsoleto e con il relativo incremento di produzione.
Invece l’azienda ha rinunciato ai progetti di ammodernamento e di ampliamento della produzione e, a causa della caduta del mercato, ha più che dimezzato la produzione, ridotto il personale, lavorando per tutto il 2013 con un solo forno.
Dal 20 dicembre 2013 anche l’ultimo forno, dopo il lungo periodo di stop estivo, è stato nuovamente fermato per un ulteriore mese e mezzo.
Voci sindacali raccontano che entro l’anno partiranno le procedure di cassa integrazione per il personale.
Nel frattempo il 9.12.2013 l’industria Cementi Giovanni Rossi annuncia che, per rispettare i parametri di emissioni di NOx previsti dalle autorizzazioni provinciali e rientrare nei limiti, sarà costretta ad iniettare urea solida vale a dire ammoniaca.
E così la frattura tra la prestigiosa terra dell’amarone e del recioto e il cementificio si acuisce sempre più.
La procedura che riguarda il futuro di Marezzane (e non solo) ora è nuovamente ferma in commissione VIA regionale che nel frattempo ha avuto un parziale rinnovo delle sue componenti e le dimissioni del suo presidente.
Associazione Comitato Fumane Futura – Ca’ Cornocchio, 2 – Fumane (VR)
Associazione Valpolicella 2000 – via la Torre, 13 – Marano Valpolicella (VR)
[1] “le amministrazioni Comunali di Marano di Valpolicella e di Fumane si impegnano a confermare il parere favorevole, già espresso nelle delibere citate [Delibera di Consiglio di Marano n.48 del 30.11.1998 e di Fumane n.77 del 24.11.1998], anche in sede di conferenza di servizi e nelle altre eventuali sedi istituzionali ed a mantenere tale atteggiamento anche successivamente al rinnovo della concessione Mineraria non intraprendendo azioni o provvedimenti ostativi della normale attività esercitata da Cementi Rossi”
[2]Nel Parco è vietato evidentemente qualunque attività di scavo. Ma il terzo comma dell’articolo 9 recita “salvo le concessioni minerarie già in essere”. In realtà nessuna attività di scavo è in essere all’interno del Parco.
[3]In quella circostanza l’Associazione evidenzia come il Servizio Forestale della Regione Veneto rilasciava in provincia di Verona pareri su tutti i vincoli idrogeologici avendo come riferimento una non aggiornata carta geologica (anni ’20).
[4] Denominato Concessione mineraria “Monte Noroni” – Cantiere Marezzane
[5]73 osservazioni, una documentazione paesaggistica fotografica e 6 relazioni tecniche tra cui una relazione idrogeologica di Cristiano Mastella di Verona, Forestale e ambientale del dott. For. Graziano Martello e dott. For. Mika Fasanello di Tombelle di Vigonovo (VE) , Forestale – ecosistemi – dott. Serena Tarocco di Verona, una Ricerca specifica sull’area di Marezzane della LIPU di Verona, una Ricerca specifica su Marezzane del Gruppo Italiano Ricerca Orchidee Spontaneo (Giros), paesaggistica del dott. Alberto Ballestriero di Italia Nostra )
[7] Agosto 2007 il progetto iniziale (con 87 documenti allegati).
- Gennaio 2009 vengono presentati da Cementi Rossi 23 nuovi documenti
- febbraio 2009 à 16 nuovi documenti
- giugno 2009 à28 nuovi documenti
- agosto 2009 à8 nuovi documenti
- gennaio 2010 à 2 nuovi documenti
- febbraio 2010 à1 nuovo documento.
[8] Ad esempio: la documentazione fotografica contenuta nella integrazione relazione paesaggistica presentata dall’azienda nell’aprile 2013 mostra un sentiero sterrato attualmente esistente e non riporta nella simulazione le reali dimensioni. dell’intervento proposto Oppure nella medesima documentazione vengono alterati i coni ottici da Girotto e l’unica foto panoramica ripresa da Manune (località che sorge di fronte a Marezzane sull’altro versante della Valle dei Progni) viene così commentata: l’impatto paesaggistico è annullato, oltre che dalla posizione defilata del frantoio, dalla notevole distanza. Peccato che Manune non sia così defilato e l’effetto distanza sia ottenuto soltanto dall’ottica fotografica utilizzata. Non solo. Per i 60.000 visitatori che ogni anno si recano alle cascate di Molina che transitano quindi dalla strada di Manune hanno come unico e chiaro cono visivo la collina di Marezzane. Come pure, come ribadito e facilmente documentato uscendo dalla Grotta di Fumane l’unica visuale è quella di Marezzane – Mazzarino. Per non parlare da ciò che si può vedere dal Sic Monte Pastello.
4 commenti
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Ok marezzane non si tocca, ma… il monte Pastello si? Il monte Loffa si? Gorgusello si?? S Anna d’alfaedo si?? Cave aperte nei decenni e mai ripristinate che sfatalità))li dalla pianura a decine di km di distanza.
All”unico soggetto privato che ha sempre ripristinato Viene impedito tutto paventando la fine della valle, delle orchidee (che chissa come
mai vivono solo li, fatalita)
Ok marezzane non si tocca, ma… il monte Pastello si? Il monte Loffa si? Gorgusello si?? S Anna d’alfaedo si?? Cave aperte nei decenni e mai ripristinate che sfatalità))li dalla pianura a decine di km di distanza.
All”unico soggetto privato che ha sempre ripristinato Viene impedito tutto paventando la fine della valle, delle orchidee (che chissa come
mai vivono solo li, fatalita)
Forse sbaglio io a pensare che il futuro di questo miope Paese non puo basarsi solo su turismo, ed enogastronomia, Grecia e Spagna sono li a dimostrarlo. Quando, fra qualche anno diverremo un Paese nel limbo dell’economia mondiale con migliaia di disoccupati anche in valpolicella busseranno alla porta di quei pochi produttori vitiinicoli, ma non sarà per chiedere ” e’ permesso?? “
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Emiliano, dici cose vere. Ma i problemi che abbiamo sollevato esistono.
Credi, cerchiamo di mettere davanti sempre il bene comune. Cerchiamo di privilegiare l’interesse di tutti, anziché quello di pochi. E quando diciamo tutti, pensiamo oltre ai nostri figli, anche ai nipoti che verranno.
Certo non abbiamo la sfera magica per vedere tutto e quello che dici ci fa pensare.
Chiaro che i promotori ed i sostenitori di questa guerra anti Cementi-Rossi non lavorino nella suddetta azienda. Facile mettere i bastoni fra le ruote ad aziende private con contestazioni su inquinamento e natura da proteggere ,molto in voga in questi ultimi anni. Anche perché prima che un azienda riesca a difendersi da un accusa passa molto tempo e cmq dopo ce ne già pronta un altra . Un azienda per sopravvivere deve far quadrare i conti e non può permettersi di tenere inattivi i propri impianti ogni qualvolta uno solleva delle perplessità sulla legalità delle opere svolte dall’azienda. A volte mi chiedo che tipo di lavoro svolgano questi difensori della natura e cmq se nella loro vita quotidiana non utilizzino strumenti che inquinano o che hanno inquinato per produrli. Non usano la macchina??? Strade asfaltate??? Ecc… L’azienda dove lavorano è ecologica al 100%…e se la chiudessero perché secondo qualcuno inquina o semplicemente deturpa il paesaggio. Come la prenderebbero??? La mia convinzione è che ci serve davvero un organo di controllo e leggi serie che limitino l’ingordigia di imprenditori che pur di far soldi se ne fregano del bene della comunità, ma credo anche che ci debba essere un limite ed una visione razionale e logica prima di contestare qualcosa perché si mettono a rischio non solo il reddito dell’imprenditore ma di tutte le famiglie che dipendono da quella attività. Questa è una grossa responsabilità che va considerata molto seriamente. Questi 84 lavoratori e chissà quanti altri nell’indotto di questa azienda perderanno il posto di lavoro. Propongo che vengano mantenuti da tutti quelli che hanno solamente denunciato problemi vari senza dare un’alternativa seria all’azienda che non sia quella di chiudere. Tanto con la crisi che c’è ci troveremo in tanti a girare per i boschi ad ammirare le orchidee e le cascate.
Cordiali saluti