la Valpolicella ha bisogno di essere salvata»

«Cara Regione, la Valpolicella ha bisogno di essere salvata»

Personalità di spicco come Diamanti, Prodi, Settis, Pratesi, Emiliani invitano a bloccare i progetti per Arbizzano, San Pietro e Marezzane

 

Il Wwf mobilita associazioni e cultura italiana a difesa della Valpolicella. Averardo Amadio, presidente onorario del Wwf Veneto, ha scritto al vicepresidente della Regione, Marino Zorzato, già incontrato con altri gruppi lo scorso 5 dicembre a Gargagnago, nella tenuta Serego Alighieri. Si tratta di una lettera-appello, che contiene specifiche richieste, condivisa non solo da altre tre associazioni locali – SalValpolicella, Terra Viva e Valpolicella 2000 – e dallo studio di urbanistica dell’ingegner Giovanni Montresor, di Verona, ma anche da 24 autorevoli rappresentanti della mondo accademico e culturale italiano (l’elenco completo a fianco), tra cui: Salvatore Settis, professore alla Normale di Pisa; Franco Prodi, già docente di fisica dell’atmosfera all’Università di Ferrara; Ilvo Diamanti, docente di scienze politiche all’Università di Urbino; Paolo Alghisi, presidente sezione Nord Est dell’Accademia dei Georgofili; Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf; Vittorio Emiliani, presidente del Comitato per la Bellezza.
Per il Wwf la situazione in Valpolicella è preoccupante. A partire da dati come l’aumento del numero di abitanti. «In circa 50 anni la popolazione è raddoppiata, passando da 35mila a 70mila persone, con una densità di 365 abitanti per chilometro quadrato», spiega Amadio. «È quasi il doppio dei 200 della media nazionale, ben 18 volte superiore a zone italiane ad alta vocazione vinicola, come Montalcino, in provincia di Siena».
Il tutto è stato una conseguenza, sottolinea, «dell’attuazione di Piani regolatori dei Comuni, approvati dalla Regione, con scarsa attenzione ai valori di territorio e paesaggio». E ancora: «Negrarizzazione è un neologismo, ampiamente meritato, per indicare scriteriati interventi urbanistici nel comune di Negrar, pur nel rispetto delle norme. Alcuni nomi? Montericco, Jago, Moron, Valfiorita. Ma dato che la negrarizzazione è categoria comune anche ad altri centri, e che ha avuto luogo nel rispetto dei vari piani regolatori, è evidente la manifesta incapacità dei singoli comuni a pianificare il proprio territorio o l’impossibilità di farlo, magari per eccesso di pressioni esterne». A chi si oppone a nuove lottizzazioni, però, il sindaco di Negrar, Giorgio Dal Negro, spesso risponde: «Così facciamo lavorare le imprese». «Con ulteriore grave danno a suoli agricoli e paesaggio», ribatte il Wwf.
Ora la cordata di associazioni e i 24 studiosi alzano la mano per dire alt. Nella lettera a Zorzato, Amadio e Montresor parlano chiaro: «Chiediamo al vicepresidente veneto di porre in essere tutte le iniziative di sua competenza affinché la Valpolicella sia considerata un’area geografica omogenea, anche per ben valutare interventi urbanistici e infrastrutturali». Mica per niente, ricorda il presidente di SalValpolicella Pier Alvise Serego Alighieri, «la consapevolezza dell’omogeneità del territorio e dei suoi valori hanno portato anni fa alla proposta di legge, sottoscritta da 6mila cittadini e non ancora esaminata, per istituire un parco regionale».
Nella lettera si passa poi ai punti critici: «Zorzato convinca il sindaco di Negrar a rivedere il Piano degli interventi, specialmente per le nuove aree residenziali a ridosso delle sei ville venete di Arbizzano», prosegue Amadio, «sospenda l’accordo di programma tra Comune di San Pietro e Regione per l’area ex Lonardi, non consenta la costruzione della centrale a biomasse a San Pietro, verifichi la congruità del Pat di Fumane e si esprima negativamente sul progetto di escavazione della collina di Marezzane». Non sarà troppo? «Chiediamo di privilegiare la cultura, che può servire anche per mangiare», conclude. «Con noi c’è una crescente parte dell’opinione pubblica».

Camilla Madinelli

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